Sono 5 milioni le persone con diabete in Italia, il doppio rispetto a 30 anni fa

È l’istantanea del nuovo Rapporto Arno 2015, presentato in occasione della Giornata Mondiale del Diabete 2015 (#GMD2015). Una persona su 4 non sa di essere malato. La spesa sanitaria annua ammonta a circa 15 milioni di euro.

Nel mondo 1 adulto su 11 ha il diabete

I dati contenuti nella settima edizione del IDF Diabetes Atlas 2015 mostrano che nel mondo un adulto su 11 ha il diabete per un totale di 415 milioni di malati. Di questi si ritiene che quasi la metà (46,5%) non abbia ancora ricevuto una diagnosi di diabete e, pertanto, non sia trattata nel modo adeguato. Se non curato il diabete può causare complicanze cardiache, cecità, insufficienza renale e amputazioni.
Ogni anno il diabete causa 5 milioni di morti contro i 3,6 per AIDS, malaria e tubercolosi considerate insieme. I dati epidemiologici sulla pandemia diabetica contenuti nel Diabetes Atlas 2015, curato dall’International Diabetes Federation (IDF) mostrano che entro il 2035 l’incidenza del diabete aumenterà del 55%, causando 592 milioni di casi in tutto il mondo.
diabetici nel mondo

L’Osservatorio ARNO

Attivo da oltre 20 anni, l’Osservatorio ARNO nasce da una collaborazione tra Cineca (Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro al servizio del sistema accademico nazionale nato nel 1969)  e i servizi farmaceutici delle ASL convenzionate con l’obiettivo di costituire un osservatorio come base informativa, con il paziente al centro del processo, per la programmazione sia clinica che sanitaria.
Oggi l’Osservatorio ARNO è composto da una rete di 31 ASL sparse sul territorio nazionale e raccoglie i dati di oltre 11 milioni di abitanti. Disponibile via web, mette a disposizione dell’utente percorsi di analisi navigabili strutturati a seconda dei diversi profili di popolazione.

La situazione delle persone con diabete in Italia

La prevalenza del diabete nel nostro Paese è raddoppiata negli ultimi 30 anni, arrivando oggi al 6,2% ovvero a coinvolgere 3.780 mila italiani. Aggiungendo le persone che ancora non sanno di averlo (stimate in 1 su 4) si toccano i 5 milioni di diabetici. Di questi, oltre il 65% ha più di 65 anni e quasi 1 su 4 ha 80 anni o gli ha superati, mentre il 3% ha meno di 35 anni. Una persona con diabete su 5 si ricovera almeno una volta all’anno (la media è di 1,7 volte) e la degenza media di un paziente diabetico è superiore di quasi un giorno rispetto alle persone non diabetiche. La prevalenza fra i 50 e i 79 anni è superiore nei maschi rispetto alle femmine, mentre nella fascia di età 20-34 anni è circa tripla nelle femmine rispetto ai maschi. La prevalenza complessiva è maggiore nei maschi. Questi dati confermano il fatto che il diabete affligge moltissimi anziani ma, d’altro canto, sottolineano che moltissimi diabetici non sono anziani e sono nel pieno dell’età lavorativa.

lo stato del diabete

Sono queste le cifre diffuse in occasione della Giornata Mondiale del Diabete 2015, e contenute nel «Rapporto Arno diabete 2015», nato dalla collaborazione tra la Società Italiana di Diabetologia (SID) e il Cineca.
L’analisi ha preso in esame i dati relativi a oltre 30 Asl ed è stata eseguita su un campione di 550 mila persone con diabete, rappresentativo della popolazione italiana.

I costi globali del SSN per visite e complicanze diabetiche croniche

Il diabete è una patologia costosa. La spesa totale annua sostenuta dal Sistema Sanitario Nazionale ammonta a circa 15 milioni di euro e la spesa sanitaria pro capite annua è di 2900 euro. I maggiori costi sono dovuti alle complicanze croniche, responsabili di circa il 90% della spesa totale;  solo l’1-2% è rappresentato dalla spesa per le visite diabetologiche d’ambulatorio, sebbene il 93% dei diabetici abbia ricevuto dal SSN almeno una prestazione specialistica, rispetto al 73% dei non diabetici. La voce più pesante è quella per le ospedalizzazioni, che da sole costituiscono la metà della spesa complessiva.

Ospedalizzazioni e prestazioni ambulatoriali

Circa l’8% delle cause di ricovero. Nel complesso, le malattie cardiovascolari assommano a quasi il 25% delle cause di ricovero e fra queste al primo posto c’è lo scompenso cardiaco. I diabetici, infatti, hanno una probabilità tre volte maggiore di esserne colpiti rispetto ai non diabetici. Seguono l’insufficienza respiratoria, con valori più che raddoppiati rispetto alla popolazione non diabetica, infarto del miocardio e ictus. Gran parte dei diabetici riceve prestazioni specialistiche e con frequenze maggiori rispetto ai non diabetici, tuttavia va considerato che circa il 18% dei diabetici non esegue alcun esame di laboratorio e il 33% nessuna visita specialistica. In particolare, l’emoglobina glicata A1c (HbA1c), che dovrebbe essere misurata in tutti i diabetici almeno due volte l’anno, è stata prescritta nel 66% dei casi. Anche il dosaggio del colesterolo e della creatinina sono stati eseguiti solo nel 62% e nel 63% dei soggetti rispettivamente. Prescrizioni inferiori a quanto raccomandato nelle linee guida si osservano anche per visita oculistica e microalbuminuria.

L’autogestione della malattia

Il diabete è una malattia cronica e come tale richiede la partecipazione attiva da parte del diabetico che deve autogestirsi, aderendo al trattamento e modificando il proprio stile di vita anche se sono ancora troppo pochi i diabetici consapevoli dell’importanza di questo autocontrollo soprattutto considerando l’evoluzione silente delle complicanze. Lo ha ribadito anche Enzo Bonora, presidente della SID Società Italiana di Diabetologia durante la #GMD2015 «Sono troppo pochi quelli che fanno misure della glicemia a domicilio – soprattutto se si considera che 1 su 4 è in terapia con insulina e che il 40% assume farmaci che espongono al rischio di ipoglicemia». Inoltre, «solo il 72% prende un farmaco per l’ipertensione arteriosa mentre dovrebbero essere almeno l’85-90% dei soggetti. Solo il 48% assume farmaci contro il colesterolo (dovrebbe essere il 60-70%), e soltanto il 34% antiaggreganti piastrinici (dovrebbe essere il 50-60%)».

Le terapie più utilizzate dai diabetici

Il 96% delle persone con diabete riceve almeno un farmaco per il diabete o per altre patologie. Il numero di confezioni di farmaco prescritte ai diabetici è più che doppio rispetto ai non diabetici (70 contro 32). Circa il 93% delle persone con diabete riceve almeno una prestazione specialistica (visita o esame di laboratorio o strumentale o trattamento ambulatoriale).
La maggior parte delle persone che soffrono di diabete di tipo 2 è trattata con antidiabetici diversi dall’insulina, orali o iniettabili, spesso utilizzati in associazione fissa o in combinazioni; una significativa parte di questi assume insulina da sola o in combinazione con altri farmaci anti-iperglicemici.

In Italia, il farmaco più utilizzato, comunque, è la metformina, da sola o in associazione con altri farmaci, somministrata a più dell’80% dei diabetici “in conformità con le linee guida”, precisano gli autori del Rapporto Arno 2015 di riferimento.

L’importanza di giocare d’anticipo con la prevenzione

«Mi è capitato di dire recentemente in alcune circostanze che il diabete tipo 2 è una malattia trasmissibile perché trasmissibili sono i geni che predispongono alla malattia e trasmissibile è lo stile di vita scorretto che ha infettato la società moderna» ha scritto il Presidente Bonora nell’annunciare la Giornata Mondiale del Diabete 2015. «Quest’ultimo è una sorta di virus che sta diffondendosi lentamente e silenziosamente, come sta dilagando il diabete. L’unico vaccino su cui possiamo fare affidamento è la maggiore conoscenza della malattia e di conseguenza la maggiore consapevolezza dell’importanza della prevenzione e del controllo su di essa» soprattutto per contrastare l’evolversi silenzioso delle complicanze diabetiche.

References

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