AMD presenta il Core Competence Curriculum del Diabetologo

L’Associazione Medici Diabetologi presenta, in occasione del XXI Congresso Nazionale AMD (Napoli, 17-20 Maggio), il Core Competence Curriculum del Diabetologo, strumento concreto in grado di favorire l’attuazione di un modello assistenziale integrato in ambito diabetologico in un’ottica di efficientamento delle prestazioni e di appropriatezza prescrittiva. Peculiarità dello strumento è la correlazione, misurata con metodo scientifico (SROI –  Social Return Of Investment), tra attività, conoscenze e competenze del diabetologo e l’impatto che esse producono sugli outcome clinici.

La best practice diabetologica, emersa nell’ambito del Progetto Diabetes & Intelligence (DIA&INT), è stata delineata a partire dagli Standard di Cura di AMD-SID e ha portato all’identificazione di 25 attività e 19 outcome clinici, coerenti con le linee guida del Chronic Care Model (CCM) ovvero del Modello di Cura delle Cronicità. Per ciascuna di queste attività è stato definito un grado di specificità e priorità, funzionale all’implementazione concreta del CCM. Sono state quindi identificate le prestazioni e gli standard organizzativi più utili nel soddisfare il bisogno di salute della persona con diabete.

Le prime 5 attività in ordine di efficacia sono: ·la terapia educazionale, ·la personalizzazione del piano terapeutico, ·la diagnosi e · la valutazione biomedica, ·la concreta valutazione della fragilità del paziente, e ancora ·la garanzia dellautocontrollo glicemico.

I risultati clinici sui quali incidono positivamente le prestazioni definite dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) sono: al primo posto l’ottimizzazione del controllo metabolico, al secondo il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, a cui seguono la riduzione delle ospedalizzazioni e degli accessi al pronto soccorso, la riduzione delle giornate di degenza dei pazienti eventualmente ospedalizzati, e in quinta piazza l’aumento dell’appropriatezza nell’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili per le persone con diabete.

“E’ di particolare rilievo il rigore scientifico con il quale sono state valorizzate prestazioni e outcome clinici, garantito dal metodo SROI (Social Return of Investment), ma anche dal fatto che la nostra analisi propone una classifica degli obiettivi individuati dal Piano Nazionale del Diabete e dal Manifesto dei Pazienti, quindi risultati clinici già di per sé validati e di cruciale rilevanza strategica per il Ministero della Salute in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e dei processi di gestione della pandemia diabete” ha commentato Nicoletta Musacchio, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi.

Il Core Competence Curriculum del diabetologo si inserisce nel progetto lanciato da AMD, dal nome “Diabetes & Intelligence” (DIA&INT), che si pone l’obiettivo di comprendere l’effettiva utilità di ciascuna attività esercitata dal diabetologo – e quindi di ogni prestazione offerta ai pazienti – al fine di  supportare le Istituzioni preposte nella definizione, in prospettiva, di nuovi modelli assistenziali per i pazienti cronici.

L’assistenza sanitaria del futuro si delinea, sempre più chiaramente, come gestione di cronicità e il diabetologo è il professionista della salute che più di ogni altro ha già compreso come per il paziente con diabete non esista una cura, ma un percorso di cura. Al contempo però, esiste un forte scollamento fra il piano assistenziale di patologia, ben delineato nel Piano Nazionale del Diabete che indica con chiarezza gli obiettivi da raggiungere e i ruoli professionali, ed i Livelli Essenziali di Assistenza, che identificano e riconoscono il modus operandi del medico diabetologo trascurandone molteplici aspetti, legati in particolare a competenze specifiche per l’empowerment del paziente, ma anche a competenze organizzative e assistenziali, delle quali non vi è evidenza e riconoscimento curriculare” afferma la Presidente Nicoletta Musacchio.

Da qui la necessità di una rivisitazione delle conoscenze e delle competenze del diabetologo per rispondere alle esigenze di gestione della cronicità, come chiaramente esplicitato in tutti i modelli di gestione del paziente cronico. Il diabetologo non solo assumerà una posizione meglio definita negli organigrammi e nelle organizzazioni strutturali aziendali, oggi assolutamente eterogenee, ma andrà a colmare il gap tra best practice e LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) in virtù di un apporto in termini terapeutico-assistenziali ben preciso e misurabile.

La diabetologia moderna, oggi maggiormente incentrata sulla persona più che sul paziente, richiede infatti professionisti esperti e integrati in team multidisciplinari, capaci di impostare trattamenti ad alto grado di personalizzazione, che ottimizzino il bilanciamento tra costo ed efficacia in un contesto di grande disponibilità di opzioni terapeutiche, e che siano altresì in grado di attuare specifici interventi educativi sui pazienti per massimizzare la loro capacità di gestione autonoma della patologia nel quotidiano.

La piena applicabilità del Core Competence Curriculum ai modelli di gestione della persona con patologia cronica avverrà nel momento in cui saranno disponibili, in modo complementare, i curriculum degli altri professionisti coinvolti nella gestione del paziente con diabete. In quest’ottica, sono state proposte collaborazioni a OSDI (Associazione Nazionale di Operatori Sanitari Diabetologi) e SIMG (Società Italiana di Medici di Medicina Generale) con un primo obiettivo di creare i core curriculum specifici degli altri professionisti coinvolti nel percorso di cura del paziente con diabete.

L’auspicio ultimo è che l’approccio di AMD possa aprire a una collaborazione concreta con le Istituzioni e i decisori nel processo di costruzione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali moderni ed applicabili per la gestione delle multi-cronicità.

Fonte
XXI Congresso Nazionale AMD, Napoli, 17-20 Maggio 2017

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