AME: Dimmi dove abiti e ti dirò come sei curato!

Per 14 milioni di italiani con una patologia endocrina cure “Arlecchino”.
Dal 6 al 9 novembre, a Roma il 13° Congresso Nazionale dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME) per la Revisione delle Linee guida: accelerano l’introduzione delle innovazioni e ne verificano l’efficacia nell’interesse del paziente.

AME Associazione Medici Endocrinologi

Milano, 4 novembre 2014 – “I centri di endocrinologia, ospedalieri o sul territorio, curano un numero molto rilevante di pazienti, considerando che devono assicurare la gestione clinica di tre tra le più diffuse patologie. Infatti, il diabete, le malattie della tiroide e l’osteoporosi colpiscono, insieme, circa 14 milioni di italiani e il loro trattamento assorbe risorse dal SSN per oltre 13 miliardi di euro, pari a circa al 10% della spesa sanitaria globale, sostiene Roberto Castello, Presidente AME, Associazione Medici Endocrinologi. Persone che però ricevono cure “Arlecchino”, non solo diverse da Regione a Regione, ma anche, incredibilmente, diverse all’interno della stessa Regione”.

Chi è e cosa fa l’Associazione Medici Endocrinologi

“In Italia, prosegue Castello, sono circa 2500 i medici specializzati in endocrinologia e, la maggioranza di questi, oltre 1730, afferiscono all’AME, l’associazione scientifica che riunisce gli specialisti endocrinologi che operano nell’ambito della assistenza clinica. La loro amplissima attività è svolta prevalentemente in sede ospedaliera ed ambulatoriale e grazie a un network capillare, ha la possibilità di conseguire una visione globale delle nuove sfide per l’endocrinologia. Si realizza così un network che consente di avviare ricerche cliniche e cliniche-gestionali indipendenti da finalità commerciali, che collabora con le Istituzioni per ottimizzare le risorse disponibili e per una migliore gestione del SSN, e che è pronto al quella apertura delle frontiere delle prestazioni sanitarie che vedrà l’Italia, a fronte del terzo posto della Sanità Italiana nella classifica di Bloomberg, diventare un Paese attrattivo per le prestazioni medico sanitarie portando il beneficio di nuove risorse economiche nel nostro Paese. Una grande opportunità che potrà realizzarsi solo con l’apertura di un necessario confronto tra i diversi sistemi sanitari e una costante ricerca di miglioramento della qualità e delle sicurezza delle prestazioni”.

Il modello di gestione dell’AME: le nuove linee guida

L’AME promuove un consolidato modello di gestione clinica ed assistenziale che integra la buona pratica medica con il vissuto della malattia da parte del paziente. “Entrambi i modelli, spiega Enrico Papini, responsabile scientifico AME, hanno pari dignità e, la pratica dimostra che i migliori risultati si ottengono mettendo insieme le conoscenze del medico e l’esperienza che il paziente ha della sua malattia.

La sessione d’apertura del congresso AME riguarda le linee guida del nodulo tiroideo, messe a punto internazionalmente insieme all’AACE, l’Associazione Americana degli Endocrinologi Clinici, che sono state, contestualizzate nel panorama europeo e valutate dai pazienti. Una volta definitivamente approvate, esse saranno trasformate in percorsi assistenziali, mantenendo il valore scientifico delle linee guida ma con modalità ben applicabili all’interno del nostro sistema nazionale.

L’analisi dei sistemi sanitari dei Paesi avanzati, dimostra che l’assistenza sanitaria comunemente erogata non riflette integralmente le migliori evidenze scientifiche disponibili. Ad esempio, esami e terapie innovative che hanno dimostrato di essere efficaci e migliori delle precedenti possono non essere proposte. Al contrario, esami e terapie obsolete rimangono per inerzia per lungo tempo ancora correntemente utilizzati. Le linee-guida hanno anche il compito di accelerare il processo di inserimento delle nuove modalità di cura e la dismissione di quelle vecchie, operando in modo immediato e diretto verso l’interesse dei pazienti. Inoltre, conclude Papini, le linee-guida hanno grande rilevanza nell’operato del medico: individuando quali sono le scelte più appropriate in specifiche circostanze cliniche e indicando oggettivamente ciò che è efficace o inappropriato senza penalizzare le scelte del paziente e nel rispetto della competenza del medico che resta il principale riferimento nella gestione del singolo paziente”.

“Le linee-guida sono una garanzia per i pazienti che, tuttavia, richiedono di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni riguardanti i protocolli clinici, i comitati bioetici, i consensi informati, la medicina preventiva e predittiva, afferma Dominique Van Doorne, responsabile AME per la promozione in Italia del progetto EUPATI, Accademia Europea dei pazienti sull’Innovazione Terapeutica (European Patients’ Academy on Therapeutic Innovation). Durante il congresso AME, il 6 novembre, si terrà una sessione a ingresso libero sull’importanza del ruolo attivo dei pazienti nel complesso meccanismo della ricerca e sviluppo dei farmaci e si toccheranno punti sensibili della politica sanitaria italiana quali il costo delle patologie tiroidee, l’impatto della corruzione sui costi della sanità e l’importanza della trasparenza dei trial clinici”, completa Van Doorne.

“L’assistenza alle persone affette da patologie endocrine richiede standard qualitativi elevati: i disturbi collegati alle malattie ormonali implicano, ad esempio, un’attenzione speciale agli stili di vita delle persone, chiarisce Michele Zini, responsabile formazione AME. Il controllo del peso corporeo, una corretta e bilanciata alimentazione e un’adeguata attività fisica possono incidere in maniera determinante sul decorso di queste malattie. Un esempio è l’osteoporosi i cui costi superano i 2 miliardi e mezzo di euro all’anno e dove le misure di prevenzione potrebbero essere facilmente seguite attraverso un’adeguata assunzione di calcio, il monitoraggio del metabolismo della vitamina D e una moderata ma regolare attività fisica. Ma è necessario sapere che il metabolismo dell’osso dipende dall’equilibrio endocrino globale della persona e, ad esempio, chi ha problemi alla tiroide dovrebbe chiedere allo specialista esami specifici per monitorare la salute delle ossa”, raccomanda l’esperto.

“L‘impegno dell’Associazione, conclude Rinaldo Guglielmi, Presidente Eletto AME, nel migliorare la formazione dei propri iscritti e conseguentemente le cure che gli endocrinologi possono fornire ai pazienti non si ferma alle numerose linee-guida in cui l’Associazione si è impegnata in questi ultimi anni. Stiamo completando una “enciclopedia” endocrinologica online (ENDOWIKI) a disposizione in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo in grado di connettersi ad internet, smartphone compresi. È stata attivata una striscia di informazione, a consultazione rapida vista la brevità del documento, sulle novità scientifiche a cadenza quasi giornaliera. Durante il Congresso verrà infine presentato il progetto per la certificazione dell’ecografia tiroidea, vista la notevole diffusione dell’esame e la molteplicità degli operatori. La certificazione, presente già negli Stati Uniti, ha il compito di rendere omogenea l’esecuzione dell’esame e soprattutto la refertazione dello stesso. Questa iniziativa dovrebbe consentire di ridurre lo smarrimento dei pazienti di fronte a referti ecografici frequentemente illeggibili e potrebbe essere uno strumento di ausilio persino al medico che a volte fatica a confrontare i referti ottenuti da operatori diversi. Siamo fiduciosi che questa iniziativa, come sempre è avvenuto in passato, possa colmare un bisogno dei nostri iscritti e permettere il miglioramento della comunicazione medica e, di conseguenza, il livello di assistenza al paziente”.

Reference

  • 13° Congresso Nazionale AIME – Roma, 6-9 novembre 2014

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