L’approccio multidisciplinare come scelta sostenibile nella gestione del diabete

A Palermo, in occasione del VIII Convegno Nazionale della Fondazione dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD), 17-19 novembre 2016, un Simposio dedicato alla cura del diabete come malattia ad alta incidenza epidemiologica ed socio-sanitaria. Un momento di dibattito e confronto in un’ottica di scelte terapeutiche sostenibili: aumento della qualità di vita dei pazienti e minor impatto sul Sistema Sanitario.

Diabete di tipo 1: le nuove tecnologie a protezione dell’ipoglicemia

Giorgio Grassi«Il diabete è una malattia molto diffusa. In particolare, il diabete di tipo 1, che necessita sin dalla diagnosi della terapia con insulina, ha un forte impatto sulla qualità di vita e sul futuro di chi ne è colpito e dei familiari” – commenta il dottor Giorgio Grassi della SCDU di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo presso l’A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino. “Tutto ciò che può proteggere dall’ipoglicemia o da altre complicanze diabetiche come la retinopatia o la nefropatia, nel lungo periodo, riducendo i ricoveri per le emergenze acute, abbassa notevolmente l’impatto economico della malattia sul sistema sanitario. Per ottenere ciò, è necessario affidarsi alle nuove tecnologie. In altre parole, a tutti quei sistemi avanzati di terapia con microinfusori abbinati a sensori con algoritmi di automatismo, la prima apertura reale verso il pancreas artificiale. Si tratta di tecniche che non solo sostengono il paziente ma lo aiutano in tutti quei momenti in cui, indipendentemente dal suo grado di attenzione, prevengono autonomamente l’ipoglicemia».

«Tecnologie come i microinfusori, sono ancora poco utilizzate in Italia al contrario di altri Paesi, soprattutto del Nord Europa” spiega ancora Grassi. “Anche se ci si sta muovendo per risolvere il problema, la percentuale di pazienti che potrebbe trarne vantaggio e che non può ancora accedervi resta alta. Si tratta principalmente di un problema organizzativo del Centro di diabetologia di riferimento, non tutti dispongono dei microinfusori e, non in ultimo, vi è l’aspetto economico unito alle normative assistenziali diverse da Regione a Regione. Il problema dei costi, però, non è reale se si pensa al lungo periodo, dove questi dispositivi risultano vincenti. Si tratta dell’unico metodo, infatti, in grado di prevenire completamente l’ipoglicemia e in un futuro prossimo saremo probabilmente in grado di fare lo stesso con l’iperglicemia».

Diabete di tipo 2 e obesità: la prevenzione come arma vincente

Per quanto riguarda l’obesità, la Sicilia, insieme alla Campania, continua ad essere tra le regioni in testa in Italia come numero di persone sedentarie e obese, una grave malattia cronica e uno dei principali fattori di rischio per il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, le malattie muscolo scheletriche, i tumori e altre patologie. «Obesità e diabete di tipo 2 sono due facce della stessa medaglia – continua Grassi – dove un approccio multidisciplinare del paziente ricopre un ruolo di primaria importanza per la loro gestione. È necessario, infatti, che l’impiego di tecnologie innovative sia abbinato ad una corretta sensibilizzazione e informazione della persona verso sostanziali cambiamenti dello stile di vita in particolare alimentazione sana e attività fisica regolare.” La strada vincente per una corretta gestione del diabete e dell’obesità.

 

L’obesità infantile: tra le più alte in Italia

luigi-piazzaLa Sicilia detiene anche il primato per numero di obesi in età pediatrica, ovvero dagli 8 ai 12 anni. «Questo è dovuto a un regime alimentare sbagliato, prevalentemente a base di carboidrati, legato da un lato alla storia stessa della Regione e dall’altro all’elevato indice di disoccupazione e al basso reddito pro-capite; elementi, questi, che portano le famiglie a ricorrere a una dieta carica di pane e pasta, piuttosto che di proteine nobili, sensibilmente più costose» commenta il professor Luigi Piazza, catanese, neoeletto Presidente della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche (SICOB).

L’associazione stretta tra diabete di tipo 2 e obesità è stata ampiamente sottolineata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), creando addirittura il termine “diabesity”. La diabesità è una condizione altamente pericolosa per la salute, che nei casi più gravi ha come unica soluzione la chirurgia bariatrica che può consentire un progressivo dimagrimento e il controllo del diabete di tipo 2.

Il ruolo della chirurgia bariatrica

«Per il trattamento del paziente cronico, colpito da diabete di tipo 2 e obesità, oggi la miglior risposta terapeutica è senza dubbio la chirurgia” spiega ancora il professor Piazza. “Un approccio che porta al successo terapeutico nell’80% dei casi. In Sicilia, su circa 5 milioni e mezzo di abitanti, 550.000 sono obesi. L’attuale Sistema Sanitario non è in grado di gestirli tutti chirurgicamente, questo perché i Centri accreditati e autorizzati per la bariatrica, in Sicilia sono tre: Catania, Palermo e Messina. Qui, si riescono a smaltire circa 200-250 casi a struttura. Un problema a cui è necessario dare una risposta concreta e in tempi rapidi. Per farlo, sul modello della Regione Veneto, bisognerebbe istituire una rete di Centri Hub (principali) e Centri Spoke (secondari); in altre parole, articolare la risposta a questa esigenza di salute pubblica su più strutture ospedaliere, validate dalla SICOB e connesse agli ospedali delle tre città principali. Naturalmente, la chirurgia ha un costo, tuttavia, se il paziente obeso e diabetico cronico venisse ospedalizzato e operato in tempi celeri, oltre che restituirgli una qualità di vita migliore, si abbatterebbero i costi. Va da sé che ciò deve avvenire in centri altamente qualificati, perché se l’intervento non ha buon esito, oltre alla prognosi più complessa per l’individuo, si assiste a un naturale innalzamento degli oneri di gestione della patologia».

Un recente studio condotto dal CESP (Centro di Studio e Ricerca sulla Sanità Pubblica dell’Università degli Studi Milano-Bicocca), dedicato alla costo-efficacia della chirurgia bariatrica in Italia, ha mostrato che questo tipo di approccio garantisce un’efficacia maggiore e un costo medio inferiore rispetto alle terapie non chirurgiche. In dettaglio, comporta un guadagno per paziente di 3.2 QALY (Quality Adjusted Life Years), ovvero oltre tre anni di vita vissuta in condizioni di salute ottimale e una riduzione della spesa per paziente di 11.384 euro, risultando perciò l’opzione più efficace e meno costosa rispetto all’approccio non chirurgico. Questo, grazie al suo impatto sul diabete di tipo 2, gli eventi cardiovascolari, e la mortalità associabili alla riduzione dell’Indice di Massa Corporea. Anche considerando un orizzonte temporale più corto, pari a dieci anni, la chirurgia bariatrica è risultata l’opzione migliore dal punto di vista del rapporto costo-efficacia, sia per i pazienti, in termini di qualità di vita, sia per il Sistema Sanitario, in termini economici.

References

Comunicato Stampa Associazione Medici Diabetologi

Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche (SICOB)

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