Il cane a supporto delle persone con diabete di tipo 1

Nel corso dell’ultimo decennio il miglior amico dell’uomo ha aperto una nuova frontiera: il cane è in grado di avvertire la persona con diabete di tipo 1 di un imminente calo di zuccheri nel sangue (ipoglicemia).

Gli studi fino ad oggi, hanno dimostrato che è tutta una questione di naso. Un particolare odore o combinazione di odori che il fiato o la saliva della persona ha nel momento in cui sta andando in ipoglicemia.

Tutta una questione di naso, anzi di tartufo

Una questione di fiuto quindi, che pare sia 500 volte più sviluppato nel cane rispetto al nostro. Il mondo dell’olfatto è dunque un mondo sconosciuto per l’uomo. Una recente ricerca scientifica, pubblicata su una rivista di grande prestigio (Neupane S et Al Diabetes Care 2016;39:e97–e98) ha provato ad approfondire meglio l’argomento di crescente interesse. L’olfatto del cane già è di aiuto all’uomo in vari settori come ricerca mine antiuomo, ricerca persone disperse in valanghe,

ricerca parti di piante o insetti nei bagagli aeroportuali, di droghe ecc. Anche in ambito medico, in particolare nella diagnosi precoce di particolari tumori, per esempio il tumore della prostata (è del 2015 un importante studio del Dr. Taverna et Al, condotto all’ospedale Humanitas di Milano) e nel monitoraggio dei livelli di glicemia nella persona con diabete di tipo 1.

Il cane è in grado di percepire una lieve ipoglicemia prima che compaiano altri sintomi come tremori, fatica e disorientamento, ai quali può seguire perdita di coscienza fino al coma diabetico.

Ho parlato con alcune persone con diabete di tipo 1 che sono in grado di riconoscere i sintomi dell’arrivo di una ipoglicemia, intuizione poi da confermare con il glucometro. Pare però che con il passare degli anni questa capacità vada diminuendo o ci siano alcune situazioni – come, per esempio, la notte o contesti in cui non si fa caso ai primi lievi sintomi – in cui questa sorta di “consapevolezza” non è sempre così affidabile. Quindi, risulta sempre necessario effettuare con regolarità il controllo glicemico in modo da conoscere i propri livelli di zucchero nell’arco della giornata. L’automonitoraggio glicemico è necessario per le persone con diabete di tipo 1, grazie alle nuove tecnologie diventa sempre meno invasivo e più sicuro; sappiamo che ci sono strumenti in grado di raccogliere una grande quantità di dati utili al paziente e al medico. Il cane che può diventare un alleato per il monitoraggio del glucosio è certamente qualcosa in più. Bisogna sviluppare in lui la capacità di riconoscere e avvertire l’arrivo di un’ipoglicemia, cosa poi sempre da confermare con la tecnologia (glucometro).

Il ruolo del cane di famiglia

Qui entra in primo piano il cane di famiglia che può essere appositamente addestrato o allenato a riconoscere quello specifico odore del familiare con diabete di tipo 1, in modo da avvertire la persona interessata o un suo parente così che si possa evitare una crisi ipoglicemica, facendo rapidamente i controlli del caso.

Fino ad oggi la firma olfattiva caratteristica della persona con diabete di tipo 1 durante una crisi di ipoglicemia era oggetto di studio sia negli Stati Uniti che in UK. Una prima risposta è arrivata dall’Università di Cambridge e dal Wellcome Trust- MRC Institute of Metabolic Science. Secondo questo recente studio, si tratta di isoprene, una sostanza chimica naturale comune, che si trova nel respiro umano e che aumenta quasi del doppio durante una crisi ipoglicemina delle persone con diabete di tipo 1.

Secondo gli Studiosi, il cane sentirebbe quindi un aumento della concentrazione dell’isoprene nel respiro della persona con diabete. Se opportunamente allenato, il cane può quindi compiere un’azione che sia riconoscibile dal diabetico (per esempio: appoggiarsi sulle ginocchia, grattare con la zampa) in modo che la persona possa rendersi conto rapidamente di una variazione nei livelli di glicemia e fare i necessari controlli, con gli strumenti prescritti dal medico.

E’ importante sottolineare che il cane non sostituisce mai un glucometro, un sensore, un microinfusore. Un cane ben allenato può essere considerato come uno strumento in più, un monitoraggio in più che, sulla base del crescente numero di testimonianze, ha salvato vite umane e continuerà a farlo.

Nuove domande in cerca di risposta per nuove prospettive

Il risultato di questa ricerca porta a nuove domande: come mai questa sostanza chimica, l’isoprene, aumenta durante una crisi ipoglicemica nelle persone con diabete di tipo 1? Nuovi studi potrebbero essere avviati per cercare di dare una risposta e magari svelare un aspetto ancora ignoto sulla malattia “diabete di tipo 1” che potrebbe portare a nuove domande e nuove risposte. La ricerca per trovare la causa e la cura del diabete è sempre l’obbiettivo dei malati e anche dei medici ed è normale farsi sempre nuove domande.

In qualità di responsabile dell’addestramento dei cani per il monitoraggio del diabete del programma Greendogs®, è molto interessante pensare che alcune scoperte su come il cane riesca a monitorare i livelli di zucchero nel sangue possano dare spunto a nuove ricerche in ambito del diabete stesso.

Le capacità olfattive del cane potranno diventare il riferimento per ricerche scientifiche e nuove invenzioni sempre più precise e meno invasive? La tecnologia sarà un giorno in grado di imitare le capacità olfattive del cane attraverso un “naso elettronico”?

E se un giorno, nel prossimo futuro, sarà disponibile per tutti un “naso elettronico” e non ci sarà più bisogno del cane addestrato a monitorare i livelli di zucchero nel sangue, vorrà dire che il cane tornerà ad essere quella presenza costante, quell’amico fedele che sa appoggiare il muso sulla nostra mano quando ci sentiamo tristi, che ci stimola a prendere il guinzaglio per fare due passi insieme, che ci tiene compagnia con il suo dolce sguardo autentico prima di affrontare ogni momento bello o difficile della giornata, che è sempre presente prima di addormentarci. L’importanza del cane sul piano emotivo e sociale per l’essere umano, e sopratutto per le persone con particolari condizioni mediche, niente potrà mai sostituirla!

Daniela Cardillo
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