Diabete e udito: una relazione da ascoltare

Diabete e udito: una relazione da ascoltare

Presentato il 28 ottobre 2014 il Consensus Paper “Diabete e Udito” promosso da Amplifon, che mette in luce il legame tra perdita uditiva (ipoacusia) e diabete. Circa 4 milioni di italiani e 382 milioni di persone nel mondo convivono con il diabete e hanno così un rischio doppio di sviluppare un disturbo dell’udito, spesso non diagnosticato o ignorato. Gli esperti sottolineano la necessità di individuare tempestivamente e di monitorare l’associazione diabete-ipoacusia per ottimizzare la terapia e per limitare quell’impatto “al quadrato” che incide pesantemente sulla qualità di vita dei pazienti.

Il diabete raddoppia il rischio di ipoacusia

In Italia ci sono circa 4 milioni di persone che convivono con il diabete e che hanno un rischio doppio (2,15 volte più elevato) di sviluppare un deficit dell’udito. Si calcola, infatti, che il 45% dei diabetici, quasi 1 su 2, abbia una perdita uditiva, contro il 20% dei non diabetici. Gli esperti richiamano l’attenzione su questa relazione, che può essere fortemente invalidante e che mette insieme due emergenze sociali in crescita.

Un legame spesso ignorato

Dalla cecità all’insufficienza renale, dalla neuropatia alle malattie cardiache: molte sono le complicanze associate al diabete. Tuttavia, nonostante numerosi studi scientifici abbiano fornito convincenti evidenze a supporto, ancora oggi l’ipoacusia non viene considerata tra le complicanze “ufficiali” del diabete e spesso non viene diagnosticata o, peggio, viene sottovalutata e non curata adeguatamente.

“Gli studi hanno dimostrato che il diabete raddoppia il rischio di andare incontro a una perdita uditiva, un disturbo con cui convivono 590 milioni di persone nel mondo, oltre 7 milioni in Italia. Il 65% dell’ipoacusia che si riscontra nei diabetici – spiega Nicola Quaranta, Professore di Otorinolaringoiatria, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Bari – riguarda le frequenze acute, mentre nel 26% dei casi sono interessate le frequenze medio-gravi. Si tratta di dati significativi, perché indicano che 2 diabetici su 3 hanno una perdita uditiva e che in almeno 1 caso su 4 si rende necessario l’utilizzo di apparecchi acustici. È quindi importante intervenire in modo tempestivo sui due fronti: nei pazienti diabetici con test audiometrici di routine, nelle persone con un disturbo dell’udito con controlli dei livelli della glicemia”.

“Il diabete è una patologia cronica – commenta il professor Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia – e i pazienti devono convivere con questa malattia 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana per 365 giorni all’anno. Indubbiamente, si tratta di un ‘peso quotidiano’ a causa delle restrizioni, delle regole e delle scadenze imposte dalla terapia e dalle modifiche dello stile di vita. Se poi si aggiunge un deficit dell’udito più o meno grave, spesso non considerato tra le complicanze del diabete e quindi non diagnosticato, si assiste a un ulteriore peggioramento delle condizioni dei persone che soffrono di diabete. Ben venga, dunque, un Consensus Paper che permette di aumentare la consapevolezza del legame tra diabete e ipoacusia, favorendo la diagnosi precoce di un eventuale disturbo dell’udito e agli audiologi di dar vita a strategie terapeutiche più adatte ai diabetici nella scelta e nel fitting degli apparecchi acustici, considerando ad esempio la loro maggiore sensibilità al trauma acustico o la loro predisposizione a manifestazioni e infezioni cutanee”.

Un impatto al quadrato

Il diabete e l’ipoacusia determinano, già singolarmente, un forte impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti, ma la loro associazione può addirittura moltiplicare la portata invalidante che i due disturbi hanno nella quotidianità, nelle relazioni sociali e sul lavoro. “Non solo complicanze a carico dei nervi, degli occhi e dell’apparato cardiovascolare: l’impatto del diabete – chiarisce Francesco Giorgino, Professore di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università degli Studi di Bari Aldo Moro – è notevole e comporta anche la necessità di dover seguire una terapia cronica, con frequenti iniezioni di insulina, e di effettuare periodici controlli medici.

Anche i disturbi dell’udito si associano a situazioni che tendono a peggiorare la qualità di vita, come ad esempio la ridotta partecipazione alla vita sociale, il rischio di deficit cognitivo, la depressione e i traumi. È quindi evidente che, quando alle complicanze del diabete si aggiungono anche le problematiche derivanti dall’ipoacusia, la persona può subire un netto peggioramento della propria qualità di vita con maggior rischio di traumi o cadute al suolo, di isolamento sociale, di peggioramento delle funzioni cognitive”.

Il Gruppo Amplifon è leader mondiale nella distribuzione ed applicazione personalizzata di apparecchi acustici e dei servizi correlati. Attraverso una rete di 3.300 punti vendita tra canali diretti e indiretti, oltre 2.600 centri di servizio e 1.900 negozi affiliati, Amplifon è presente in Italia, Francia, Olanda, Germania, Regno Unito, Irlanda, Spagna, Portogallo, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Ungheria, Egitto, Turchia, Polonia, Israele, USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda e India.
Amplifon ha contribuito allo sviluppo del Consensus Paper “Diabete e Udito”, una revisione di numerosi studi eseguiti a livello internazionale, sia di tipo clinico, sia di laboratorio. Si tratta del quarto Consensus supportato dal Gruppo, dopo “Anziani e udito: sentire meglio per vivere meglio” nel 2011, “L’ipoacusia nei bambini: sentire per crescere” nel 2012 e “Sentire bene per allenare la mente” nel 2013. E’ possibile scaricare gli studi nella sezione “Medici/News” del sito www.amplifon.com.

Potrebbero interessarti