Diabetes Monitor fotografa la persona con diabete tipo 2

Internet e le Associazioni pazienti sono le fonti più utilizzate per informarsi tra le persone con diabete di tipo 2. Oltre l’80% dei non insulino-trattati e più del 60% di chi è in cura con insulina risultano sovrappeso o obesi secondo Diabetes Monitor, l’indagine realizzata da MediPragma e Università degli studi di Roma “Tor Vergata” in collaborazione con Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, presentata a Roma il 18 giugno 2015.
Lo stretto legame tra diabete e obesità sarà il tema di punta del prossimo 8th Italian Barometer Diabetes Forum, in programma il 2 e 3 luglio a Roma, all’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis.

Roma, 18 giugno 2015 – Utilizzano internet come principale fonte di informazione sulla propria malattia, la maggior parte è sovrappeso o obesa e pratica regolarmente una qualche forma di attività fisica, che consiste più che altro in una camminata di 20 minuti: questi sono alcuni dei dati emersi dalle dichiarazioni delle persone con diabete tipo 2 in Italia, secondo la fotografia scattata da Diabetes Monitor, il rapporto, basato su interviste a un campione rappresentativo della popolazione italiana affetta da diabete, giunto alla quinta edizione, realizzato da MediPragma in collaborazione con l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation. L’indagine, che si propone come un osservatorio dell’evoluzione degli atteggiamenti delle persone con diabete riguardo alla gestione della propria malattia e cura è stata presentata il 18 giugno a Roma.

L’evoluzione dei comportamenti delle persone con diabete

Oltre a fornire un’accurata fotografia, l’indagine permette di analizzare in prospettiva l’evoluzione dei comportamenti delle persone con diabete. Nello specifico, da un confronto con l’indagine del 2013 emerge quanto profondamente sia cambiata la modalità attraverso la quale le persone con diabete si informano. Il ruolo dei medici come fonte di informazione sembra essersi ridimensionato a vantaggio delle fonti non mediche. Cresce infatti il peso di internet(da 31,9% al 70,9%), ma anche delle associazioni pazienti che si propongono con grande impegno (dal 11,2% al 69,9%). “La pratica dell’e-health è sempre più diffusa in Italia e anche le persone con diabete dichiarano di far largo uso delle nuove tecnologie per informarsi su tutto ciò che ruota intorno alla propria malattia” afferma Simona Frontoni, Presidente Comitato Scientifico IBDO Foundation.
“La rilevazione, inoltre, evidenzia che le associazioni, ad oggi, giocano un ruolo cruciale per l’acquisizione di consapevolezza verso la malattia da parte delle persone con diabete e hanno un impatto determinante nell’aiutarle a raggiungere e mantenere i propri obiettivi terapeutici” spiega Lucio Corsaro, Direttore generale Medi-Pragma.
“Le associazioni – dice ancora Frontoni – sono diventate un punto di riferimento importante, grazie principalmente a un incremento dell’attivismo e a un maggior riconoscimento del loro ruolo, probabilmente anche grazie al Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica che pone la persona con diabete al centro del processo gestionale della malattia. Tutto questo però non dovrebbe far perdere di vista il ruolo fondamentale dei medici: l’educazione terapeutica e in particolare il dialogo con il team diabetologico sono necessari per gestire al meglio il diabete“.

Il trend in crescita della diabesità (diabete tipo 2 associato ad obesità)
Altro dato che emerge, ed è una conferma, riguarda il rapporto tra diabete e peso. Ben 8 persone con diabete su 10, non in cura con l’insulina, hanno un indice di massa corporea (BMI) superiore alla norma, e ben il 30% risulta obeso. Delle persone in trattamento con insulina, 6 su 10 dichiarano di essere sovrappeso o obese, 1 su 4 è obesa. “Il rapporto tra diabete e obesità è noto da tempo, dichiara Paolo Sbraccia, presidente della Società Italiana dell’Obesità (SIO). “Quanto più una persona è sovrappeso, maggiore è il rischio che possa sviluppare il diabete. Se consideriamo che solo in Italia il 10 per cento della popolazione è obesa e il 40 per cento in sovrappeso possiamo capire che cosa può riservarci il futuro. Un invito all’azione per riconoscere e trattare l’obesità è stato lanciato con la presentazione all’Expo 2015 della Milan Declaration, il documento siglato da tutte le associazioni scientifiche continentali e promosso da SIO e European Association for the Study of Obesity (EASO). Lo scopo è quello di sensibilizzare i governi e le autorità sovranazionali ad agire rapidamente per arginare questa vera e propria epidemia.”

Call to action future
E proprio il legame tra diabete e obesità sarà al centro dell’Italian Barometer Diabetes Forum 2015, a Roma all’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis il 2 e 3 luglio 2015, dal titolo “Obesity and Type 2 Diabetes Management: Fighting the Double Burden”. “Giunto all’8a edizione, l’Italian Barometer Diabetes Forum, nasce come think tank che annualmente intende promuovere una riflessione sul diabete tra i differenti attori del sistema sanitario nazionale ed europeo, per avviare iniziative concrete e praticabili su come affrontare i temi di questa pandemia nel nostro Paese, non solo dal punto di vista clinico, ma soprattutto sociale, economico e politico” dice Renato Lauro, Presidente dell’IBDO Foundation. “Nell’edizione di quest’anno gli esperti si confronteranno soprattutto sul come far fronte e gestire il duplice impatto del diabete e dell’obesità”.

“Il diabete – commenta Giuseppe Novelli, rettore dell’Università degli studi di Roma ‘Tor Vergata’ – rappresenta un problema sociale e sanitario nel mondo e in Italia. L’Ateneo di Roma ‘Tor Vergata’ attraverso l’Osservatorio permanente sul diabete (IBDO), promosso in collaborazione con il Policlinico ‘Tor Vergata’, ha riunito una serie di esperti di varie discipline per promuovere un progetto unitario che identifichi, sulla base dei dati scientifici, le future possibili iniziative di contrasto alla malattia e l’attuale condizione delle persone affette da tale patologia. L’Osservatorio, con la sua molteplicità di stakeholders, rappresenta un ulteriore esempio di Terza missione che l’Ateneo promuove tra le sue attività istituzionali per incentivare e valorizzare i risultati della ricerca prodotta all’interno delle proprie strutture”.

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Fonti
Comunicato stampa HealthCom Consulting

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