Diabete di tipo 2 e bassi livelli di testosterone: benefici dalla terapia ormonale

DMT2 e bassi livelli di testosterone: benefici dalla terapia ormonale

Il trattamento con terapia ormonale sostitutiva a base di testosterone degli uomini con diabete di tipo 2 che hanno bassi livelli di tale ormone per ipogonadismo può ridurre l’insulino-resistenza e offrire evidenti benefici sessuali e generali. È quanto confermato da un recente studio pubblicato all’inizio di febbraio 2016 su Diabetes Care, finanziato dal Ministero della Salute americano e condotto dai ricercatori dell’Università di Buffalo coordinati da Paresh Dandona, professore di endocrinologia alla Jacobs School of Medicine and Biomedical Sciences.

Diabete di tipo 2 e ipogonadismo maschile

Un terzo degli uomini con diabete mellito di tipo 2 (DMT2) ha un ipogonadismo ipogonadotropico (HH) caratterizzato da deficit degli ormoni gonadotropine (Gn) ovvero degli ormoni prodotti dall’ipofisi che stimolano i testicoli a produrre testosterone. L’ipogonadismo maschile è una patologia caratterizzata da bassi livelli dell’ormone testosterone, che riconosce diverse cause: testicolari (primitivo), centrali (secondario) o entrambe (misto), e può manifestarsi con sintomi e segni della sfera sessuale, come ridotta libido, disturbi dell’erezione, riduzione del volume dell’eiaculato, subfertilità, ma anche dell’intero organismo come ridotta forza muscolare, ridotta resistenza ossea, anemia, deflessione del tono dell’umore (tristezza, percezione di essere senza speranza, profondo senso di colpa etc).

Negli ultimi anni sono state raccolte ampie conferme dalla letteratura internazionale sull’associazione tra DMT2, obesità e ipogonadismo maschile, validata ulteriormente da una recente metanalisi**. Numerose indagini hanno riportato bassi livelli di testosterone nei soggetti con diabete di tipo 2, obesi e in particolare con ipogonadismo ipogonadotropo. Ipogonadismo e disfunzione erettile vengono oggi considerate frequenti complicanze del diabete di tipo 2, sebbene a tutt’oggi sottostimate.

Livelli di testosterone e sensibilità all’insulina

Ulteriori studi hanno dimostrato che esiste una correlazione positiva tra i livelli di testosterone e la sensibilità all’insulina; tali studi suggeriscono che il testosterone giochi un ruolo cruciale nella regolazione della sensibilità all’insulina, quindi se si abbassano i livelli ormonali, aumenta l’insulino-resistenza. Alcuni studi hanno in effetti documentato che il rilievo di bassi livelli di testosterone potrebbe predire lo sviluppo di DMT2. A conferma di ciò, il trattamento con testosterone di soggetti diabetici di tipo 2 con ipogonadismo ha evidenziato un miglioramento dell’insulino-resistenza ed è ciò che hanno confermato nel nuovo studio gli Autori americani dell’Università di Buffalo che hanno condotto un’indagine in condizioni molto rigorose su 94 soggetti maschi con diabete di tipo 2, andando a indagare il ruolo della resistenza all’insulina, prima e dopo la cura ormonale (un’iniezione settimanale di testosterone o placebo per 24 settimane). L’obiettivo della terapia sostitutiva è quello di alleviare i sintomi/segni clinici e riportare i livelli di testosterone nel range della normalità, evitando effetti collaterali.
«Abbiamo ipotizzato che il testosterone sia un agente dotato di duplice azione: antinfiammatoria e di sensibilizzazione periferica all’insulina, basandoci anche sul fatto, noto da tempo, che l’ormone maschile riduce l’adiposità e aumenta la massa muscolare scheletrica» hanno riportato nel lavoro gli Autori.

I risultati hanno riconfermato che la terapia ormonale sostitutiva con testosterone aumenta in modo significativo la sensibilità periferica all’insulina, e pur non modificando il peso corporeo, ha ridotto di circa tre chili il grasso sottocutaneo dei partecipanti, aumentandone la massa muscolare in egual misura. «Considerato che i due terzi degli uomini con diabete di tipo 2 mostrano bassi livelli di testosterone, questi risultati forniscono informazioni preziose sui benefici della terapia con il testosterone» ha concluso il prof. P. Dandona, coordinatore del lavoro.

Terapia con testosterone e miglioramento della funzione sessuale e altri benefici

Diversi studi hanno documentato che la terapia sostitutiva con testosterone migliora la funzione sessuale nei soggetti ipogonadici. È stato evidenziato che tale terapia consente una riduzione della massa grassa a favore della massa magra e un effetto positivo sul profilo lipidico e sul controllo metabolico. Benefici si sono osservati anche sulla densità dell’osso e sul tono dell’umore, mentre ancora controversi sono gli effetti sul rischio cardiovascolare. Infine, la terapia con testosterone non ha fatto osservare un aumento del tumore della prostata o di altre patologie prostatiche.

In conclusione, un’ampia letteratura scientifica documenta che la terapia sostitutiva con testosterone migliora nei soggetti diabetici di tipo 2 diversi parametri della salute generale, della funzione sessuale e del controllo glicometabolico: insulino-resistenza, glicemia a digiuno, emoglobina glicata, adiposità, dislipidemia. È importante quindi in caso di problemi di ipogonadismo o della sfera sessuale, associati al diabete di tipo 2 chiedere consiglio al proprio medico per valutare l’opportunità di intraprendere una terapia con testosterone.

Note


** La meta-analisi è una tecnica che analizza più studi clinici che hanno fornito risultati contrastanti su di uno stesso trattamento. Compito della meta-analisi è dare un risultato univoco e conclusivo sull’efficacia terapeutica di un trattamento farmacologico. Così come uno studio clinico studia un gruppo di pazienti, allo stesso modo una meta-analisi studia un gruppo di studi clinici, utilizzando un protocollo che raccolga gli aspetti comuni dei singoli protocolli.

References

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