L’ipoacusia: incidenza, cause, sintomi e soluzioni

ipoacusia: incidenza, cause, sintomi e soluzioni

Nel mondo sono 590 milioni le persone che convivono con una riduzione della capacità uditiva e si stima che entro il 2050 oltre un miliardo di individui soffrirà di ipoacusia. In Europa il numero totale di persone con problemi di udito supera la popolazione della Francia, mentre solo in Italia si contano più di 7 milioni di soggetti con ipoacusia.

Ipoacusia: che cos’è

L’ipoacusia è la diminuzione della capacità uditiva: un problema che comporta una ridotta percezione dei suoni e difficoltà nel capire le parole, soprattutto se pronunciate a bassa voce e/o in presenza di un rumore di sottofondo.

Chi è colpito dall’ipoacusia?

La perdita uditiva è più frequente nelle persone anziane a causa di un naturale invecchiamento del sistema uditivo. Infatti, più del 40% delle persone tra 60-69 anni di età presenta una forma significativa di ipoacusia e l’incidenza aumenta fino al 90% dopo gli 80 anni.
Tuttavia, anche i più giovani possono subire una diminuzione della capacità uditiva, che può essere causata da traumi acustici (dovuti ad esempio all’ascolto della musica ad un volume troppo elevato), da malattie genetiche, da otiti etc.
L’ipoacusia colpisce in misura maggiore gli uomini. Nelle donne interviene, tra i 30 e i 50 anni, un’azione ormonale protettiva, ma la causa principale di questa differenza di genere è probabilmente da ricercare nella maggiore esposizione al rumore del sesso maschile, nelle attività ludiche e in quelle lavorative.

I sintomi dell’ipoacusia

L’ipoacusia si caratterizza per alcuni sintomi inconfondibili.

1 Il soggetto si fa ripetere più volte singole parole o intere frasi, perché non le capisce, le confonde o viene disturbato dai suoni dell’ambiente circostante (elettrodomestici, traffico etc.).

2 Si hanno difficoltà a comprendere una conversazione che avviene all’aperto o tra più persone che parlano contemporaneamente.

3 Si avverte la necessità di tenere molto alto il volume della televisione o della radio.

4 Si tende a parlare ad alta voce.

Ipoacusia: quali sono le cause

L’origine delle difficoltà uditive non è sempre chiaramente definibile, ma in generale l’ipoacusia è imputabile a un danneggiamento o a una malformazione – congenita o acquisita – di una o più parti dell’orecchio.

  1. Le ipoacusie congenite sono molto spesso legate a fattori ereditari oppure a malattie insorte durante la gravidanza e il parto (forme rare e in diminuzione grazie alle politiche sanitarie di prevenzione e cura neonatale). Circa un terzo dei deficit uditivi presenti dalla nascita si deve a fattori ereditari. Imputato è un gene: la connexina 26. Se in famiglia ci sono casi d’ipoacusia, esistono molte probabilità che questa si trasmetta ai figli. In caso di matrimonio tra due ipoacusici è opportuno consultare l’audiologo o il genetista, il medico specialista delle malattie ereditarie.
  2. Le ipoacusie acquisite sono invece correlate all’invecchiamento o ad altri agenti esterni di varia natura:
    Età: la perdita uditiva è più frequente nelle persone anziane a causa di un naturale invecchiamento del sistema uditivo e in particolare delle cellule cigliate della coclea;
    Inquinamento acustico: il rumore è la prima causa d’invalidità professionale;
    Infezioni: diverse malattie da batteri e da virus (per es. scarlattina, rosolia, meningite) possono danneggiare l’orecchio e provocare perdite d’udito più o meno gravi. Anche un’otite trascurata, malattia frequente soprattutto nell’infanzia, può causare forme irreversibili d’ipoacusia;
    Otosclerosi: è una malattia che compromette la mobilità degli ossicini dell’orecchio medio. Le vibrazioni trasmesse all’orecchio interno non hanno più la regolarità di un orecchio sano e quindi l’efficienza uditiva può risultare ridotta;
    Farmaci, alcol, fumo: alcuni farmaci e alcune sostanze (tra cui l’alcol e il fumo) si definiscono ototossici – cioè tossici per l’udito – perché possono esercitare un’azione nociva sull’organo dell’udito.

Le diverse forme dell’ipoacusia

I problemi uditivi, in base alla causa e alla sede del disturbo, possono dare vita a differenti forme di ipoacusia:

  1. Ipoacusia trasmissiva: l’apparato di trasmissione, cioè l’orecchio esterno e medio (il padiglione, il condotto uditivo esterno, la membrana timpanica, la catena ossiculare che permette la trasmissione delle vibrazioni sonore all’orecchio interno) risulta compromesso e di conseguenza il suono arriva attenuato all’orecchio interno.
  2. Ipoacusia neurosensoriale: il problema risiede nell’orecchio interno (coclea, nervo acustico, vie acustiche centrali), che diventa incapace di trasformare le vibrazioni sonore in impulsi nervosi corretti. In questo caso i suoni, oltre che attenuati, risultano distorti e accompagnati da ronzii fastidiosi (gli acufeni). È la forma di ipoacusia più comune, che rappresenta quasi il 90% dei casi.
  3. Ipoacusia mista: il problema colpisce sia l’orecchio medio, sia quello interno.
  4. Ipoacusia centrale: il problema risiede nella corteccia cerebrale e quindi i suoni inviati dall’orecchio, pur trasmessi correttamente, non vengono ben “interpretati” dal cervello.

Ipoacusia: un problema spesso sottovalutato

In Italia, su oltre 7 milioni di ipoacusici, solo 700 mila portano gli apparecchi acustici. Non solo: l’età media dei “portatori” di apparecchi acustici nel nostro Paese è di 74 anni contro i 60,5 anni dei Paesi europei. Infine, si stima che circa un terzo delle persone che possiedono un apparecchio acustico lo sottoutilizzi.

Sono dati eclatanti, che evidenziano come i problemi uditivi siano troppo spesso sottovalutati e trascurati. Non appena ci si rende conto di un cambiamento nella propria capacità uditiva, è fondamentale non tergiversare (nella convinzione che prima o poi il problema si risolva da solo), non ricorrere a soluzioni improvvisate o peggio ancora al fai-da-te. È sempre necessaria una visita dall’otorinolaringoiatra o dall’audiologo, i soli specialisti davvero in grado di individuare la causa della perdita di udito e stabilire la soluzione più efficace.

Le soluzioni esistono

L’esame audiometrico è un controllo dell’udito necessario per misurare in tempo reale l’entità del deficit uditivo. Permette allo specialista otorinolaringoiatra o audiologo, in base al problema e alla sua entità, di orientarsi verso cure farmacologiche, interventi chirurgici (nei casi più gravi) o apparecchi acustici, che nella maggior parte dei casi sono in grado di correggere l’ipoacusia.

Oggi i dispositivi acustici hanno raggiunto, grazie alle nuove tecnologie, dimensioni minime e quasi invisibili, ma capaci di garantire una qualità del suono sorprendente. In pochi millimetri, sono in grado di raccogliere funzioni paragonabili a quelle di un computer, assicurando prestazioni inimmaginabili fino a pochi anni fa.

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