Rosacea: possibile marker di altre patologie tra cui il diabete di tipo 1

Novità sulla classificazione della rosacea e sulle terapie per la sua gestione. Un panel di esperti presentano un documento condiviso per la gestione della rosacea al Congresso SIDeMaST, Sorrento, 3-6 maggio 2017

Che cos’è la rosacea

La rosacea è un disturbo molto comune: si stima che siano circa 45 milioni le persone nel mondo che ne soffrono. In Italia sono oltre 3.200.000 le persone colpite da rosacea, circa il 7-8% della popolazione adulta. La malattia è sottovalutata e solo 1 persona su 10 si rivolge al medico e ottiene una diagnosi.

“La rosacea è una malattia infiammatoria cronica della pelle – spiega Aurora Parodi, professore ordinario di Dermatologia, Direttore UOC Clinica dermatologica, IRCCS AOU San Martino – IST Genova, DiSSal Università di Genova – che di norma insorge tra i 30 e i 50 anni. Questa malattia si manifesta con diversi sintomi: rossore della cute accompagnato da una sensazione di calore e bruciore che può essere transitorio (flushing), o persistente (eritema), pustole, capillari dilatati superficiali (teleangectasie), pelle del viso secca (xerosi del volto). Per le sue caratteristiche, per l’andamento cronico degenerativo e per le significative implicazioni psicologiche è bene non sottovalutarla, sin dai primi segni.

La rosacea è caratterizzata dalla presenza di lesioni ed alterazioni vascolari di aree del viso, dovuta a fenomeni di infiammazione da attribuire a una risposta immunitaria alterata nei confronti di diversi stimoli e fattori microbici locali, in particolar modo l’acaro Demodex.”

La gestione della rosacea

Sottostimata dai pazienti, la rosacea è ancora poco riconosciuta dalla classe medica, eziologia e inquadramento ancora ignote eppure per la rosacea la frase di Hegel “non c’è niente di più profondo di ciò che appare in superficie”, calza a pennello se si pensa all’impatto sulla vita del paziente sia a livello psicologico sia a livello clinico e alle continue evidenze che collegano questa patologia – soprattutto nelle donne – quale marker di altre malattie tra le quali il diabete di tipo 1, la celiachia, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide1,2.

La gestione di questa complessa malattia consiste nella valutazione di terapie che abbiano l’obiettivo di ridurre il più possibile i sintomi e di migliorare l’aspetto socio-psicologico della malattia. Recentemente sono state introdotte novità molto importanti per la gestione di questa malattia sia per quanto riguarda la sua classificazione sia per quanto riguarda la terapia. Proprio in relazione a queste, verrà presentato al prossimo Congresso nazionale SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse, un aggiornamento delle Raccomandazioni sulla Gestione della Rosacea.

Novità sulla classificazione e la terapia della rosacea

Considerati le numerose manifestazioni della rosacea, esistono diverse classificazioni per raggruppare specifici segni e sintomi. Storicamente la più utilizzata è la classificazione della rosacea in 4 sottotipi (1. rosacea eritemato-teleangectasica; 2. rosacea papulo-pustolosa; 3. rosacea con interessamento oculare; 4. rosacea fimatosa) che attualmente è utilizzata nelle principali linee guida diagnostiche e terapeutiche. L’approccio basato sui sottotipi ha però mostrato nel tempo diversi limiti, dovuti alla loro sovrapposizione e alla loro limitatezza in termini di evoluzione delle manifestazioni nel tempo. Recentemente il gruppo ROSacea COnsensus (ROSCO), panel internazionale di dermatologici e oftalmologi, ha proposto un nuovo approccio basato sul fenotipo, ossia sulle caratteristiche che possono essere osservate nel paziente3. Secondo questo nuovo approccio ci sono due manifestazioni cliniche diagnostiche:

  • l’eritema centrofacciale persistente, con intensificazione periodica, e
  • le lesioni fimatose, che si manifestano a seconda della gravità come una leggera prominenza dei follicoli o un ispessimento dei tessuti che può modificare nella forma e dimensione le aree interessate.

L’importanza di questo nuovo approccio che permette di focalizzarsi maggiormente sulle problematiche del singolo paziente e sugli aspetti della malattia che vengono percepiti come più invalidanti è stato compreso anche a livello nazionale, tanto da essere una delle novità oggetto delle nuove raccomandazioni per la cura della rosacea.» ha concluso la dott.ssa Aurora Parodi.

«La rosacea – continua Giuseppe Monfrecola, Presidente del 92° Congresso Nazionale SIDeMaST – è una malattia dalla gestione molto complessa visto anche il notevole impatto sulla vita del paziente. La terapia ha diverse finalità: eliminare o ridurre il numero di lesioni, ridurre la gravità delle lesioni, ridurre le recidive e soddisfare il paziente, migliorandone la qualità di vita. La scelta della terapia si basa sulle manifestazioni cliniche del singolo paziente e sulla loro gravità piuttosto che sul sottotipo e, cosa fondamentale, sugli aspetti della malattia che il paziente percepisce come più invalidanti. Inoltre, la scelta del trattamento deve essere basata su chiare evidenze che derivano da studi controllati e randomizzati e integrare in maniera combinata o sequenziale tutte le opzioni (farmaci topici, farmaci sistemici, tecniche strumentali).

Visti i continui progressi nello sviluppo di nuove terapie, al congresso SIDeMaST 2017, che si terrà a Sorrento dal 3 al 6 maggio, sarà presentato un aggiornamento delle Raccomandazioni per la gestione della rosacea. Tra le altre novità, c’è l’introduzione del farmaco di prima scelta (ivermectina) per il trattamento della rosacea in presenza di papule e pustole infiammatorie da lieve/moderato a severo. Questa nuova terapia consiste nell’applicazione di una crema con ivermectina all’1%. Il farmaco ha un’azione sia anti-infiammatoria sia anti-parassitaria risultando quindi ottimale per il trattamento della rosacea. Studi clinici hanno documentato la sua superiorità rispetto ad altri farmaci di riferimento per la cura della rosacea. In particolare, il nuovo farmaco si è dimostrato superiore al metronidazolo, farmaco topico per la cura della rosacea con papule e pustole in forma lieve, per quanto riguarda il miglioramento nella qualità di vita del paziente: l’82.5% dei pazienti trattati con ivermectina vs il 63% dei pazienti trattati con metronidazolo presentavano assenza o quasi totale assenza di lesioni4

References

1 Egeberg A et al – Clustering of autoimmune diseases in patients with rosacea. J Am Acad Dermatol 2016;74:667-72.a

2 Egeberg A et al – Exploring the association between rosacea and Parkinson Disease: A Danish nationwide cohort study. JAMA Neurol 2016;73:529-34.b

3 van Zuuren EJ, Fedorowicz Z, Carter B, van der Linden MM, Charland L – Interventions for rosacea. Cochrane Database Syst Rev 2015;(4):CD003262

4 Schaller M, Dirschka T, Kemény L, Briantais P, Jacovella J – Superior efficacy with ivermectin 1% cream compared to metronidazole 0.75% cream contributes to a better quality of life in patients with severe papulopustular rosacea: a subanalysis of the randomized, investigator-blinded ATTRACT study. Dermatol Ther (Heidelb) 2016;6:427-36

Potrebbero interessarti