Il T’Ai Chi Ch’Uan, un percorso per il nostro benessere

Il T'Ai Chi Ch'Uan, un percorso per il nostro benessere

Intervista al Maestro Davide Leonardi

Allievo di Chang Dsu Yao, il grande maestro che portò in occidente il T’Ai Chi Ch’Uan (Tajiquan o Tai chi come diciamo noi occidentali), Davide Leonardi da oltre quattro lustri insegna le stesse discipline a tantissimi praticanti in provincia di Torino.

Uomo semplice e gioioso, abbina a una naturale propensione all’insegnamento, il piacere di condurre gli allievi nel percorrere una via di crescita speciale: il benessere fisico e l’autodifesa nonché una conoscenza dei punti di pressione tipici della Medicina Tradizionale Cinese e dell’agopuntura che, nel tempo, assumono l’aspetto principale verso il conseguimento di un obiettivo di equilibrio psicofisico dei praticanti stessi. Lo abbiamo intervistato per il nostro sito, poco prima di una lezione di Tajiquan tenuta a Venaria Reale (To).

– Buonasera maestro. Se dovesse descrivere brevemente il Tai chi, per i nostri numerosi lettori, come lo definirebbe?

Buonasera a lei. Come definire il Tajiquan? Beh, si tratta di un’impresa non semplice. Noi occidentali per un certo verso siamo limitati e tendiamo voler definire tutto entro dei contorni descrittivi. Nel caso di queste arti marziali, la cosa si complica un tantino poiché si tratta di sinergie tra azione e non-azione, in cui si fondono aspetti fisici, filosofici, esoterici. Semplicemente, il T’Ai Chi Ch’Uan è un antichissimo e sofisticato strumento, un tempo segreto, ora disponibile a tutti che produce molte e significative modifiche del corpo e della mente attraverso un esercizio fisico e spirituale…
Ogni praticante cerca qualcosa…”

I nostri lettori sono a conoscenza che queste discipline sono sofisticate arti marziali utili sia al benessere dell’individuo quanto all’autodifesa. Se lei dovesse indicare ad un neofita di praticarle, se la sentirebbe di “presentarle” quali fonte del benessere?
E, eventualmente, perché?

“Certamente. Anzi, posso affermare senza timore di smentite che queste discipline sono basilari per un corretto svolgimento di una vita sana ed equilibrata. In Oriente ci sono milioni di praticanti di Tai chi la cui longevità è proverbiale. Inoltre, credo di poter sostenere, pur non essendo un medico, ancorché numerosa letteratura scientifica lo attesti, che l’origine dei nostri mali, cioè di noi occidentali intendo, risieda in uno stile di vita estremamente deleterio in cui, una alimentazione errata, sedentarietà, scarsa propensione a cercare un ben-essere reale, sono l’origine del nostro mal-essere… Un malessere distruttivo.”

Molti, nel considerare il Tai chi, temono di non esserne adatti, lo considerano difficile, troppo impegnativo o incomprensibile. A suo avviso, può succedere? Ovvero, può nuocere alla salute o, peggio, essere difficile da apprendere e praticare?

Il T'Ai Chi Ch'Uan, un percorso per il nostro benessere

Il T’Ai Chi Ch’Uan, un percorso per il nostro benessere

“Non scherziamo. L’esercizio fisico nuoce solo a chi crede che faccia male. Se non cerchiamo di esasperare la nostra azione, se ricerchiamo il benessere, difficilmente troveremo un danno. Una persona fisicamente impegnata, alimentata in modo corretto trae solo beneficio dal praticare il Tai chi. Da anni sono impegnato e seguo con attenzione allievi non più giovani che, consapevoli delle proprie limitazioni praticano con gioia e successo. In fondo, stare bene o non bene dipende solo da cosa vogliamo. Se ci inganniamo con falsi obiettivi, se ci alimentiamo non secondo la necessità del nostro spirito e del nostro fisico, se perseguiamo uno stile di vita non di Amore verso noi stessi, non possiamo che costituire le condizioni per la nostra inabilità: mente e fisico interagiscono dal momento in cui si nasce fin quando moriremo…sono l’Alpha e l’Omega dell’uomo…”

Maestro, esistono patologie, tipiche della vita moderna, come il diabete di tipo 2, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari etc che possono trarre giovamento dal Tai Chi? 

“Certamente. Alcuni allievi che soffrono di tali patologie croniche, hanno manifestato notevoli benefici dal praticare il Tajiquan, del resto una notevole bibliografia scientifica lo attesta..
In effetti, il solo propendere verso l’azione, cioè praticare con regolarità una disciplina completa com’è appunto il Tai chi, è foriero di un miglioramento che, sovente, concorre ad una vita migliore, sia sul piano qualitativo che su quello quantitativo, di chi pratica…Insomma, se vogliamo star bene, non possiamo teorizzarlo: il benessere si cerca, si vive, si pratica…”

Nella letteratura medica dedicata al Tai chi, abbiamo riscontrato un netto miglioramento della qualità della vita dei praticanti. Importanti studi scientifici infatti (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=T%27Ai+Chi+Ch%27Uan) hanno dimostrato che chi pratica il Tai chi vive meglio e, nel complesso, propende verso un benessere globale, che abbraccia sia la sfera fisica sia quella emozionale.
Ciò le risulta verosimile e, a suo avviso, a cosa potrebbe essere dovuto?

“Lo chieda ai miei allievi oppure a quanti praticano il Tai chi o le arti marziali. Io potrei essere fazioso. Per quanto mi riguarda, posso solo dirle che tra i miei allievi ci sono persone di tutte le età e sovente mi sono sentito dire, dopo una lezione intensa: – non volevo partecipare perché mi sentivo stanco oggi, però ora che ho praticato per tutta la lezione, mi sento bene, meglio di prima… mi sarei perso qualcosa qualora non fossi venuto…- mi creda, queste parole spiegano tutto meglio di tante descrizioni. E, in confidenza, ne sono orgoglioso…”

Esistono persone o allievi negati a questa pratica? E, soprattutto, c’è un’età consigliata per iniziare lo studio del Tai chi?

“Si e No. Mi spiego. Non esistono buoni o cattivi maestri come non esistono buoni o cattivi allievi. Tutti concorrono a uno stesso contesto. Nel Tai chi, il maestro si arricchisce dell’insegnamento che gli deriva dagli allievi quanto loro a loro volta. Se dovessimo descrivere gli uni o gli altri ci troveremmo a fornire delle affermazioni fuorvianti. Immagini una persona che pratica solo perché farlo rappresenta un modello o una moda… difficilmente approfondirà la conoscenza intima di queste discipline, non cercherà di percepire le sfumature che caratterizzano il Tajiquan e, ancor più il Qi Gong.
Queste discipline a torto vengono definite Arti marziali.
Ritengo sia più corretto non definirle affatto ma praticarle cercando di percepirle come una carezza dell’essenza umana… potrà apparire una definizione poetica, ma mi consenta, non è così…purtroppo, come dicevo poc’anzi, chi cerca trova cosa vorrebbe trovare… ”

Per praticare il Tai chi occorrono condizioni fisiche particolari oppure è una disciplina alla portata di tutti?

“Si. Come dicevo, si tratta di uno studio progressivo che si basa sul principio di azione e di non-azione. Attenersi complessivamente a uno stile di vita adeguato e tendere ad esso, sono le basi per praticare il proprio benessere. Si tratta quindi di una volontà a vivere mentre la qualità della vita, quella occidentale in particolare, è una propensione al suo esatto contrario… Il Dalai Lama, in un suo celebre aforisma disse: Non vi capisco voi occidentali. Trascorrete una vita a tentare di accumulare denaro e vi ammalate… poi spendete lo stesso denaro per curarvi…Ciò non ha senso… Intraprendere lo studio del Tai chi significa voler profondamente stare bene: fisicamente e psicologicamente… Consiglierei di praticare il Tai chi a tutti.

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