18 milioni per la ricerca sul DT1: al via un nuovo bando europeo sulle terapie cellulari

18 milioni per la ricerca sul DT1: al via un nuovo bando europeo sulle terapie cellulari

Un bando internazionale stanzia 18 milioni di euro per accelerare lo sviluppo di cure innovative basate su cellule staminali e trapianti di isole pancreatiche per la cura definitiva del diabete tipo 1 (DT1). Unico finanziatore italiano: la Fondazione Italiana Diabete (FID).

Le terapie cellulari per il T1D: una speranza concreta

In Europa, 2,5 milioni di persone convivono con il diabete di tipo 1 (T1D), una malattia autoimmune che distrugge le cellule beta del pancreas produttrici di insulina, rendendo indispensabile l’uso di insulina iniettata per tutta la vita. Le terapie cellulari basate su cellule staminali e il trapianto di isole pancreatiche rappresentano una delle alternative più promettenti per una cura funzionale.

La terapia con cellule beta e staminali rappresenta una speranza di cura definitiva, ma ci sono ancora ostacoli che ne limitano l’adozione su larga scala.

Per accelerare la ricerca su questo fronte e ridurre il tempo necessario a portare le terapie cellulari dal laboratorio alle persone con diabete, istituzioni, aziende e terzo settore si alleano e annunciano bando multimilionario.

Un maxi bando da 18 milioni di euro per accelerare la ricerca

Per dare un’accelerata decisiva alla ricerca e portare le terapie cellulari dal laboratorio alla pratica clinica, è stato pubblicato un nuovo bando da 18 milioni di euro nei prossimi 5 anni, promosso dall’Innovative Health Initiative (IHI), una partnership pubblico–privata tra Unione Europea e industrie delle Life Sciences.
Si tratta della più ampia iniziativa mai intrapresa in Europa per favorire la ricerca sulle terapie cellulari, ovvero il trapianto di isole pancreatiche o con l’uso di cellule staminali che, mirando a ripristinare la capacità dell’organismo di produrre insulina in modo naturale, costituiscono, ad oggi, l’alternativa più vicina a una cura reale per chi convive con il T1D. L’obiettivo è superare gli ostacoli che ancora oggi impediscono la diffusione su larga scala delle terapie cellulari nel trattamento del T1D.

La Fondazione Italiana Diabete è l’unico partner italiano

Fondazione Italiana Diabete (FID) è l’unico finanziatore italiano del progetto. Da 15 anni impegnata nel sostegno alla ricerca sul T1D, FID si unisce a un consorzio internazionale che include grandi nomi del settore non profit e industriale, come Breakthrough T1D, Fundación DiabetesCERO, Eli Lilly e Novo Nordisk.
Ricercatori di tutta Europa possono unirsi in consorzi per presentare la propria candidatura entro il 9 ottobre 2025.

Una call europea per affrontare le grandi sfide sanitarie

Il bando sulle terapie cellulari del diabete tipo 1 si inserisce all’interno di un maxi bando europeo, la Call 11 dell’IHI, che investirà su diversi altri filoni di ricerca innovativi, volti ad affrontare sfide sanitarie complesse, come:

  • il ruolo delle infezioni nelle malattie croniche non trasmissibili;
  • la medicina di precisione nella diagnosi dei disturbi cerebrali;
  • la farmacovigilanza tramite Intelligenza Artificiale e altre.

L’iniziativa ha un budget totale di 120 milioni di euro. Di questi, 18 saranno destinati solo al progetto sul diabete tipo 1. Breakthrough T1D, Fondazione Italiana Diabete e la spagnola Fundación DiabetesCERO ne hanno stanziati oltre 7, più che raddoppiati da IHI con quasi 9 milioni di euro.

Le sfide critiche della terapia cellulare

“In Europa 2,5 milioni di persone vivono con il diabete di tipo 1, malattia autoimmune che distrugge le cellule beta del pancreas produttrici di insulina, portando a dipendenza dall’insulina iniettata per tutta la vita”, spiega il dott. Federico Bertuzzi, membro del comitato scientifico di FID ed esperto attivo da trent’anni nel trapianto di isole pancreatiche. 

“Nonostante i recenti progressi tecnologici, mantenere stabili livelli di glucosio nel sangue rimane una sfida con un pesante impatto sulla vita quotidiana dei pazienti, sul lavoro, l’istruzione e la salute mentale. La terapia sostitutiva delle cellule beta rappresenta una via promettente verso una cura funzionale, ma devono essere affrontate sfide critiche, tra cui la necessità di fonti cellulari rinnovabili e di processi di produzione ottimizzati, di protocolli clinici standardizzati, di strumenti di monitoraggio affidabili, di modelli di rimborso sostenibili e della costituzione di una rete europea di centri specializzati”.

Il bando IHI è strutturato per affrontare simultaneamente tutti questi aspetti – scientifici, normativi e di advocacy – con l’obiettivo di integrare queste terapie nella pratica clinica” conclude Bertuzzi.

L’importanza della collaborazione tra ricerca, istituzioni e pazienti

“Per arrivare a obiettivi così complessi, è fondamentale che scienziati, istituzioni pubbliche, fondazioni private, aziende e persone che hanno la malattia lavorino insieme”, evidenzia Nicola Zeni, presidente FID.  

“La call 11 di IHI dimostra che partenariati strategici di questo tipo, organizzati a livello ultranazionale, possono ambire a risultati davvero ‘trasformativi’. In qualità di fondazione impegnata da 15 anni nella ricerca per una cura al diabete tipo 1, riteniamo cruciale partecipare a questa iniziativa, che rappresenta un vero punto di svolta per pazienti e caregiver di tutta Europa. Contribuiremo con il sostegno economico alla ricerca, con il coinvolgimento della community delle persone con diabete tipo 1, con la comunicazione e l’advocacy presso le istituzioni italiane ed europee per accelerare le procedure approvative”.

La voce e le prospettive delle persone con diabete tipo 1 sono centrali nel progetto di IHI

“Ed è questo uno dei motivi che ci ha spinto a sostenere questo enorme sforzo di finanziamento – aggiunge Francesca Ulivi, Direttore Generale e Comunicazione di FID e patient advocate – Sarà centrale far comprendere alle persone con diabete tipo 1 le reali prospettive di questo filone di ricerca, farle dialogare con i ricercatori e portare ben chiara la voce delle stesse persone con diabete al mondo della ricerca e a quello istituzionale, attività che FID ha sempre ritenuto primaria e connaturata alla sua mission”.

References

 

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