Dall’EASD un cambio di paradigma: il diabete si cura anche con l’attenzione alla sfera emotiva

Dall’EASD un cambio di paradigma: il diabete si cura anche con l’attenzione alla sfera emotiva

Il 61° Congresso della Società Europea per lo Studio del Diabete (EASD), che si è svolto a Vienna dal 15 al 19 settembre 2025, ha acceso i riflettori sulla necessità di un approccio sempre più olistico nella gestione della malattia, sia per il diabete di tipo 1 che per il diabete di tipo 2.

La novità arriva con la presentazione delle prime linee guida pratiche che, come ha spiegato Apostolos Tsapas, direttore del Centro per la Cura del Diabete dell’Ospedale Generale Ippokratio di Salonicco e coordinatore del documento, superano il concetto di una cura limitata al solo controllo dell’iperglicemia e delle complicanze correlate.

Che cosa s’intende per “diabetes distress”?

Con il termine diabetes distress si indica quell’insieme di emozioni negative, paure e frustrazioni che nascono direttamente dalla gestione quotidiana del diabete. Non va confuso con la depressione clinica: è piuttosto una reazione emotiva comprensibile alle sfide continue che questa patologia cronica impone.

Chi convive con il diabete conosce bene queste sensazioni: la tensione costante nel monitorare la glicemia, l’ansia per le possibili complicanze, lo scoraggiamento quando i valori non corrispondono alle aspettative nonostante l’impegno, il sentirsi intrappolati da una malattia che detta i ritmi della vita, l’obbligo quotidiano di pianificare alimentazione, attività fisica e terapie, tutti i giorni dell’anno senza mai staccare la spina.

Questo peso emotivo non è segno di debolezza né un’esagerazione: rappresenta una risposta naturale a una condizione che richiede vigilanza continua.

Distress da diabete: da parametro invisibile a elemento centrale

Per la prima volta nella sua storia, l’EASD ha diffuso un documento evidence-based (medicina basata sulle evidenze scientifiche) dedicato interamente al distress emotivo e psicologico legato alla gestione quotidiana del diabete. Una svolta culturale prima ancora che clinica, che amplia lo sguardo oltre i soli parametri glicemici per abbracciare la complessità dell’esperienza vissuta dai pazienti.

La bozza, presentata durante il congresso e aperta a consultazione pubblica fino al 31 ottobre, offre agli operatori sanitari strumenti per riconoscere, valutare e trattare il distress, considerato ormai un tassello fondamentale quanto farmaci e tecnologie nel migliorare la qualità dell’assistenza.

Pazienti coinvolti fin dall’inizio

Un elemento distintivo del progetto è stata l’inclusione attiva delle persone con diabete sin dalle prime fasi di elaborazione. I loro contributi hanno orientato la definizione dei quesiti clinici, la valutazione delle evidenze e la scrittura delle raccomandazioni, garantendo che i vissuti reali – fragilità e bisogni compresi – fossero rappresentati nel documento.

Ne deriva un invito esplicito ai professionisti sanitari: integrare l’ascolto della dimensione emotiva nella pratica clinica, affrontando apertamente il disagio psicologico che accompagna spesso la malattia.

La nuova routine clinica: parlare di distress a ogni visita

Le linee guida EASD indicano chiaramente che il distress deve essere discusso in modo sistematico durante i controlli, con domande aperte e strumenti validati di valutazione. Un passaggio che apre le porte a una presenza più strutturata della figura dello psicologo nei percorsi di cura.
Secondo gli esperti, questa valutazione dovrebbe avvenire almeno una volta l’anno, con risultati registrati in cartella clinica e condivisi in maniera trasparente con il paziente.

Non si tratta soltanto di attenzione umana: la gestione precoce del distress può migliorare l’aderenza terapeutica, la capacità di autogestione e gli stessi esiti clinici.

Strategie e strumenti per ridurre il peso emotivo

Una volta identificato il problema, il documento fornisce raccomandazioni – sempre basate sulle evidenze scientifiche più recenti (evidence-based) sugli interventi più efficaci: dal supporto psicologico tradizionale a programmi psicoeducativi e forme di sostegno strutturato.

La parola d’ordine è personalizzazione, con percorsi costruiti sulle preferenze, le risorse e il contesto di vita della persona. Accanto alle terapie classiche, spazio anche a soluzioni innovative come il supporto tra pari e strumenti digitali (app, piattaforme online).

Nonostante le lacune ancora presenti in letteratura, gli estensori sottolineano che le evidenze disponibili mostrano un impatto positivo: riduzione del carico emotivo e miglioramento del benessere soggettivo, oltre che dell’efficacia della cura.

Una svolta destinata a cambiare la pratica clinica

Le nuove Linee Guida aprono la strada a un cambiamento radicale negli ambulatori. L’EASD è pronta a supportare diabetologi e operatori sanitari con iniziative di formazione e sensibilizzazione a livello europeo, oltre alla pubblicazione di materiali di sintesi di libero accesso per pazienti e caregiver.

Nonostante i progressi in terapie e tecnologie, il peso emotivo per i pazienti non è diminuito”, ha ricordato Chantal Mathieu, responsabile dell’Endocrinologia Clinica all’Ospedale Universitario di Lovanio e presidente uscente dell’EASD.

Le linee guida segnano una pietra miliare affinché il benessere emotivo diventi parte integrante della cura del diabete.

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