Diabethon 2025: dove la ricerca sul diabete di tipo 1 incontra le persone

Diabethon 2025: dove la ricerca sul diabete di tipo 1 incontra le persone

Ci sono momenti e luoghi in cui la ricerca esce dai laboratori e diventa dialogo, ascolto, possibilità concreta. Diabethon è uno di questi. Il 13 e 14 dicembre 2025, a Milano, presso la Casa di Quartiere Garibaldi, scienziati, ricercatori, clinici, famiglie e persone con diabete di tipo 1 si sono ritrovati fianco a fianco per due giornate dedicate a ciò che conta davvero: capire, condividere, immaginare il futuro, verso una cura definitiva.

Organizzato dalla Fondazione Italiana Diabete (FID), in collaborazione con Superbello, e con il patrocinio del Municipio 1 del Comune di Milano, Diabethon 2025 è molto più di un convegno. È una maratona di idee, esperienze e domande; nata nel 2020 per non lasciare sole le persone con diabete durante il lockdown, è cresciuta, anno dopo anno, fino a diventare un punto di riferimento per chi vive con il diabete tipo 1 e per la rete di esperti che lavora ogni giorno per cambiarne il destino.

Due giornate di informazione scientifica e aggiornamento clinico durante la plenaria di sabato, condotta da Francesca Ulivi e Giulia Mengolini, ma anche formazione sulla gestione pratica della malattia, con sessioni che spaziano dallo sport alla mindfulness.

Capire la ricerca per guardare al futuro

A Diabethon 2025 la ricerca non è un concetto astratto. È racconto diretto, confronto aperto, visione condivisa, costruzione di una rete interattiva. Trenta esperti – tra ricercatori, clinici, psicologi, dietisti, trainer, sportivi, esperti di tecnologie e persone con esperienza vissuta della malattia – sono saliti sul palco per spiegare a che punto siamo e dove stiamo andando nella gestione del diabete di tipo 1.

Si è parlato di prevenzione, diagnosi precoce, terapie innovative capaci di rallentare o fermare l’esordio della malattia e, soprattutto, della possibilità – sempre meno lontana – di una cura definitiva per il diabete tipo 1.

Il diabete tipo 1: come evitiamo che venga? Interventi del Prof. Emanuele Bosi, Diabetologia IRCSS San Raffaele e del Prof. Ezio Bonifacio, Università di Dresda e Monaco di Baviera, che sta conducendo uno studio molto complesso sui neonati, di cui si avranno i risultati fra qualche anno.

Tra i momenti più attesi, durante la plenaria di sabato 13 dicembre, l’intervento del prof. Emanuele Bosi e del prof. Ezio Bonifacio, che hanno guidato i partecipanti dentro le prospettive di un possibile vaccino per eradicare il diabete di tipo 1. Un tema che accende speranze, ma che a Diabethon viene affrontato con rigore scientifico e trasparenza. Sempre in tema di prevenzione, è seguito un dibattito per condividere gli ultimi aggiornamenti sull’implementazione della Legge 130. Il dott. Andrea Scaramuzza, responsabile della diabetologia pediatrica dell’ASST di Cremona, e il prof. Emanuele Bosi hanno presentato i risultati degli ultimi studi sull’efficacia degli screening per DT1 nel ridurre l’incidenza della chetoacidosi.

“Il pediatra di famiglia riteniamo sia la figura professionale più idonea per l’esecuzione dello screening per il diabete tipo 1 e celiachia” sottolinea Alessia Fugazzola, Vice Presidente FID.

“Le età dello screening sono state identificate sulla base dei picchi di comparsa degli anticorpi: intorno ai 3 anni, ai 6 anni e ai 10 anni” ribadisce il dott. Scaramuzza.

“La comparsa di chetoacidosi grave è più frequente nei bambini che hanno meno di 6 anni” sottolinea il dott. Scaramuzza.

Quando la ricerca cambia il corso della malattia

Diabethon 2025Il racconto della ricerca si intreccia con le storie delle persone. Come nel caso delle terapie con Teplizumab, anticorpo monoclonale capace di ritardare l’esordio del diabete tipo 1, nei soggetti in fase pre-sintomatica: sul palco non solo dati e risultati clinici commentati dal Prof. Claudio Maffeis e dalla Dott.ssa Claudia Piana del Centro di Verona (primo in Italia per infusioni di Teplizumab), ma anche la testimonianza di una famiglia che ha scelto di intraprendere questo percorso per la propria figlia.

 

Il Dott. Paolo Monti, DRI San Raffaele spiega le cellule T-Reg e il loro ruolo nel diabete tipo 1.

Il Dott. Paolo Monti del Diabetes Research Institute (DRI) San Raffaele ha parlato in modo chiaro e divulgativo delle cellule T-reg, protagoniste del Premio Nobel per la Medicina 2025, mentre la Prof.ssa Chantal Mathieu, dell’Università di Leuven, tra le figure più eminenti della diabetologia mondiale, ha illustrato i risultati molto promettenti di uno degli studi clinici del 2025 sulle terapie che stanno riscrivendo la storia naturale della malattia. Due interventi davvero molto interessantin e che ci riempiono di speranza per il futuro.

“Le cellule T regolatorie sono una popolazione cellulare specializzata nel prevenire che il sistema immunitario attacchi i tessuti dell’organismo. Alcuni studi hanno evidenziato che il diabete tipo 1 ma anche altre malattie autoimmuni sono spesso associate ad una riduzione della funzione delle cellule T regolatorie” dichiara il Dott. Paolo Monti.

Consegna dell’assegno al giovane ricercatore Giordano Spacco, vincitore della Borsa di Studio Sofia Filippini. Un investimento concreto sul talento e sul futuro.

A che punto siamo con le terapie cellulari

Insieme al Dott. Federico Bertuzzi, Responsabile della Diabetologia e del Centro Trapianti dell’Ospedale Niguarda di Milano si è parlato di trapianto di isole pancreatiche e cellule staminali, una delle frontiere più affascinanti e complesse della ricerca, raccontata anche dalla dott.ssa Hanne Scholz, ricercatrice dell’Università di Oslo, autrice del primo trapianto sull’uomo di isole geneticamente modificate per non farsi riconoscere dal sistema immunitario, evitando quindi l’immunosoppressione.

Il Dott. Federico Bertuzzi, la dott.ssa Hanne Scholz e la Dott.ssa Carmen Hurtago dal Pozo fanno il punto sulle terapie cellulari: dove siamo, le ricerche più promettenti e il consorzio europeo che sta per nascere.

Tra gli annunci più importanti, quello della Dott.ssa Carmen Hurtago dal Pozo, Direttrice della Ricerca Europea di Breackthrough T1D, ovvero la nascita del primo consorzio europeo per favorire la ricerca sul trapianto di isole pancreatiche e sull’utilizzo di cellule staminali, con un investimento congiunto di 18 milioni di euro in 5 anni da parte di istituzioni europee, aziende e fondazioni, tra cui – unica in Italia – Fondazione Italiana Diabete. Il tutto senza tralasciare il ruolo ormai irrinunciabile dei pazienti per accelerare l’arrivo di queste terapie.

Un segnale forte di quanto la collaborazione internazionale sia oggi fondamentale per accelerare il cambiamento.

Cosa ci aspetta il prossimo anno nelle tecnologie

Altra sessione seguitissima della plenaria di sabato quella dedicata alle prossimi device: un excursus sulle tecnologie del 2026 del Dott. Andrea Scaramuzza, con un focus su “il CGM: prima, durante e dopo il diabete” del Prof. Tadej Battelino dell’Università di Lubiana, uno dei massimi esperti mondiali del settore, membro del Comitato Scientifico di FID, come gran parte degli scienziati presenti.

La comunità FID: centinaia di persone che arrivano da tutta Italia per incontrarsi, ascoltarsi, condividere strumenti, esperienze e speranza.

Team Fid Run: Vince chi dona – Le testimonianze di alcuni dei runner del Team FID: Andrea Terzi, Nicolò Santon, Bianca Milazzo, Simone Uras, Eleonora Campagnoli e Cristina Cucchiarelli. Alla conduzione Nicola Zeni, Presidente FID.

La comunità del diabete tipo 1 al centro

Il Diabethon è anche uno spazio per dar voce alla comunità sempre più numerosa della Fondazione Italiana Diabete. I Team FID ci hanno raccontato come lo sport può trasformare l’impegno personale in sostegno alla ricerca. Hanno condiviso storie di quotidianità, sport e spirito di squadra, ricordando che la ricerca accelera quando le persone diventano parte attiva del cambiamento e aiutano tutti gli attori coinvolti a costruire una rete di solidarietà e motivazione, per nulla scontate.

Non manca mai il dialogo diretto con i clinici, nel tradizionale spazio “Chiedi al diabetologo”, né il riconoscimento a chi rende possibile tutto questo: i volontari, sempre più numerosi, celebrati con i FID Awards.

Non solo cura: vivere bene con il diabete

Al Diabethon, la ricerca non è mai separata dalla vita quotidiana. Per questo accanto alle plenarie trovano spazio sessioni pratiche e formative, dedicate a ciò che significa convivere ogni giorno con il diabete di tipo 1. Tre le aree coperte:

  • Salute mentale, con incontri guidati da psicologi sul benessere emotivo, la fatica, la resilienza di genitori, bambini, ragazzi e adulti con DT1, con sessioni di confronto (d.ssa Antonella Polla, psicologa e psicoterapeuta della Diabetologia pediatrica di Cremona) e – per la prima volta – di mindfulness, con la d.ssa Bianca Milazzo, psicologa.
  • Alimentazione, con un percorso intensivo sulla conta dei carboidrati, con livelli progressivi (base, medio e avanzato) pensati per migliorare la gestione quotidiana del diabete. Responsabili il dott. Federico Bertuzzi, la dott.ssa Elena Meneghini della Diabetologia dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano, insieme alla d.ssa Sonia Mendes.
  • Corpo e attività fisica, con masterclass condotte da Cristina Cucchiarelli, trainer professionista, creatrice del metodo “Pronking” su sport e diabete tipo 1, movimento e ascolto di sé, per ragazzi e adulti, con un focus su attività fisica, autogestione e preparazione dei runner del Team FID.

Un evento che unisce scienza e umanità

Diabethon rappresenta un momento fondamentale per mettere al centro le persone con diabete e l’importanza della ricerca scientifica”, dichiara Nicola Zeni, Presidente FID. “Ogni partecipante, ogni volontario e ogni sostenitore contribuisce a portare avanti il nostro impegno: accelerare lo sviluppo di nuove terapie e avvicinarci sempre di più a una cura definitiva al diabete tipo 1. Siamo orgogliosi di vedere come questa iniziativa, anno dopo anno, continui a crescere, fornendo informazioni utili per gestire al meglio la malattia e soprattutto unendo scienza e comunità”.

Diabethon 2025 non è solo un evento. È un’esperienza collettiva, fatta di conoscenza, emozioni e futuro condiviso. Un luogo in cui sentirsi parte di una comunità, riconoscersi, capire di non essere mai soli. E per due giorni, Milano diventa il cuore pulsante di questa storia.

NB. I punti salienti del Diabethon 2025 verranno pubblicati prossimamente nel profilo You Tube della Fondazione Italiana Diabete www.youtube.com/@fondazioneitalianadiabete

per saperne di più

Fondazione Italiana Diabete ETS
https://fondazionediabete.org/

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