100 anni di insulina, 100 anni di diabetologia

100 anni di insulina, 100 anni di diabetologia - Diabete.com

In occasione del Centenario dell’insulina (1921-2021), è nato il progetto “Insulina, 100 anni. Storie di scienza, di uomini e di donne” volto a sottolineare oltre all’importanza dell’insulina quale farmaco salvavita, il fondamentale ruolo del diabetologo nella cura della malattia e nel prendersi cura della persona con diabete.

«L’insulina è nulla senza il diabetologo; non è mai il solo farmaco a curare, ma lo è soprattutto l’impegno dei medici che si occupano dei propri pazienti.»

La storia dell’insulina, farmaco salvavita

Il 14 novembre 1891 nasce ad Alliston, in Ontario, Canada, Frederick Grant Banting, l’uomo cui si deve la nascita della diabetologia moderna. Proprio la sua data di nascita ispirò per la Giornata Mondiale del Diabete che si celebra il 14 novembre di ogni anno. Fu Banting che, nel novembre 1920, chiese udienza al prof. John James Rickard Macleod, luminare dell’Università di Toronto, Canada, per ottenere un aiuto per le sue ricerche sull’estratto di pancreas. Fu sempre lui che – una volta ottenuto – il 31 luglio 1921, insieme a Charles H. Best, l’aiutante concessogli da Mcleod, somministrò a un cane, cui era stato tolto il pancreas per renderlo diabetico, l’estratto pancreatico di un cane sano. Frederick Grant Banting - 100 anni di insulina, 100 anni di diabetologia - Diabete.comFu sempre Banting che fornì, l’11 gennaio 1922, al giovane dott. Walter R. Campbell, il preparato da inoculare al quattordicenne Leonard Thompson, che sarebbe passato alla storia come la prima persona con diabete curata con il nuovo farmaco, chiamato: insulina.

Questa è la storia dell’insulina, l’ormone salvavita, il cui sviluppo ha modificato il corso del diabete tipo 1, malattia dalla prognosi infausta sino al 1921, oggi condizione con la quale convivere e condurre una vita con prospettive di piena normalità. Una storia che si celebra nel 2021, centenario della sua scoperta, una storia che si intreccia con quelle di milioni di persone, cui ha salvato la vita sino ad oggi. Una storia che, tuttavia, deve il suo successo alla dedizione di milioni di altri uomini e donne, in camice bianco, medici che hanno dedicato la loro vita alla cura del diabete e al prendersi cura delle persone con questa malattia.

Un progetto nato per valorizzare la figura del diabetologo

Insulina, 100 anni. Storie di scienza, di uomini e di donne”, è un progetto tutto italiano, realizzato da Novo Nordisk Italia e dedicato al medico diabetologo: «Perché l’insulina è nulla senza il diabetologo; non è mai il solo farmaco a curare, ma lo è soprattutto l’impegno dei medici che si occupano dei propri assistiti», spiega Drago Vuina, General Manager e Vice President Novo Nordisk Italia, illustrando il punto di vista sotto il quale l’azienda danese, nata nel 1923 sull’onda della scoperta del farmaco, ha inteso celebrare questo avvenimento, che segna, infatti, non solo la messa a punto dell’insulina, ma l’origine di una branca della medicina e di una figura di medico specialista in diabetologia.

Insulina, 100 anni. Storie di scienza, di uomini e di donne - 100 anni di insulina, 100 anni di diabetologia - Diabete.com

Il progetto racconta attraverso le testimonianze dirette dei diabetologi italiani, la storia degli uomini e delle donne che contribuiscono, giorno dopo giorno, a mantenere viva la ricerca di Frederick G. Banting. Ha coinvolto, a partire da giugno 2021, la comunità degli specialisti diabetologi italiani chiedendo loro di inviare, attraverso una piattaforma digitale creata per l’occasione, parole, immagini o video che esprimessero il vissuto della propria quotidianità di cura della malattia. Ne è nato un video celebrativo che sintetizza, attraverso le testimonianze raccolte, le sfide quotidiane del diabetologo, il rapporto con il paziente e le prospettive offerte dalle nuove cure e dalle nuove tecnologie.

Insulina: una pietra miliare della ricerca pionieristica in endocrinologia

“Stiamo celebrando un momento storico in cui la scienza ha fatto enormi passi in avanti nell’ambito dell’endocrinologia e delle malattie del metabolismo. Grazie all’intuizione di due uomini e grazie agli esperimenti anche sugli animali, milioni di bambini, uomini e donne con diabete sono sopravvissuti. La scoperta dell’insulina non è importante solo per la cura del paziente, ci fa riflettere anche sull’approccio e la metodologia della ricerca scientifica. Pur avendo poche tecniche a disposizione – com’era ai tempi di Banting – la ricerca ha portato allora a cose straordinarie grazie all’intuito e al coraggio dei ricercatori. Oggi siamo certamente più avanti in ambito tecnologico, delle conoscenze ma abbiamo perso una parte di spontaneità e abbiamo una serie di limiti e legacci che ci impediscono di muoverci velocemente dall’intuizione al disegno di studio alla dimostrazione della bontà o meno dell’ipotesi di ricerca” afferma la prof.ssa Annamaria Colao, Presidente Società Italiana di Endocrinologia – SIE.

L’insulina è un farmaco per i saggi …

Elliot Joslin, il fondatore della Joslin Diabetes Center di Boston, USA e primo medico a diventare esperto nell’uso dell’insulina, scriveva “l’insulina è un farmaco per i saggi e non per gli stolti, siano essi medici o pazienti” e continuava “ci vuole cervello per vivere a lungo con il diabete, ma per usare correttamente l’insulina ci vuole ancora più cervello (“insulin is a drug for the wise and not for fools, be they doctors or patients … it takes brains to live long with diabetes, but to use insulin correctly it takes even more brain”) . Le sue considerazioni restano valide cento anno dopo”, aggiunge Agostino Consoli, Presidente Società Italiana di Diabetologia – SID.

Insulina: un grande futuro dietro le spalle

“Oggi fare il diabetologo significa essere privilegiati. Tutti i professionisti della salute che operano in diabetologia dovrebbero essere grati per essere stati spettatori, ma anche attori, dell’incredibile storia della terapia insulinica, un vero miracolo della scienza medica. Così come lo siamo noi diabetologi, ogni paziente dovrebbe essere consapevole – spettatore/attore – di come tutto sia iniziato, di come si sia evoluto e di che cosa ci si aspetti in futuro. La storia della insulina, dopo 100 anni, non è conclusa, la storia va avanti, si evolve, cambierà in maniera rilevante la vita dei nostri pazienti con diabete, siamo già pronti per “scrivere” nuovi, inimmaginabili, capitoli. Essere diabetologi oggi significa anche non abbandonarsi solo a questi entusiasmi; dobbiamo essere consapevoli che giorno dopo giorno il nostro lavoro è particolarmente complesso ma non siamo soli perché insieme a noi lavora un team di professionisti che svolge un lavoro prezioso. È importante raccontare che oggi non cambia solo la vita delle persone con diabete di tipo 1 per le quali l’insulina è un salvavita ma anche quella delle persone con diabete di tipo 2 perché abbiamo soluzioni che stanno cambiando la storia naturale del diabete anche per questi pazienti. Essere diabetologi oggi vuol dire fare di tutto, ogni giorno affinché questa disciplina non venga banalizzata perché c’è sempre questo rischio quando si parla di malattie croniche. Oggi essere diabetologo richiede grandi competenze, grandi conoscenze, grande scienza e grande esperienza e questi aspetti vanno valorizzati sempre”, dichiara Paolo Di Bartolo, Presidente Fondazione AMD.

Celebriamo i primi 100 anni dalla scoperta dell’insulina…

“Una data molto importante. Fortunatamente oggi disponiamo di insuline sempre più maneggevoli, che mimano sempre più la risposta fisiologica. Sono stati fatti passi enormi in questo campo, ma ricordiamo che solo grazie al lavoro di un team che coinvolge sempre diabetologo, infermiere e dietista (e quando necessario psicologo) si ottengono i risultati migliori. La persona con diabete va educata, sostenuta e rimotivata continuamente ad aderire alla terapia, e questo è possibile grazie al lavoro di squadra. La terapia educazionale svolta dalle infermiere è una parte essenziale di questo lavoro, considerando anche l’evoluzione tecnologica osservata in questi anni; altrettanto importante è il lavoro dei dietisti e degli psicologi in particolare nel momento della diagnosi di diabete che rappresenta un fulmine a ciel sereno”, dice Franco Grimaldi, Presidente Associazione Medici Endocrinologi – AME.

… anche insieme ai pediatri diabetologi, figura fondamentale per bambini e adolescenti con diabete tipo 1

“In 100 anni i risultati del trattamento del diabete tipo 1 nel bambino e nell’adolescente sono in costante e rapido miglioramento grazie all’integrazione di un mix di due componenti irrinunciabili: l’insulina, disponibile in formulazioni sempre più efficaci che rendono il diabete sempre più facilmente gestibile in modo personalizzato (dal neonato fino all’adolescente), e il pediatra diabetologo, che insieme al team diabetologico istruisce il giovane paziente e la sua famiglia all’autogestione efficace della malattia e lo accompagna in tutte le delicate fasi della crescita fisica e psicologica per affrontare nel modo migliore il suo futuro di adulto nella società. Ci tengo a dire che l’area pediatrica è sempre la più avanzata in termini di tecnologia, perché i genitori sono estremamente attenti alle novità, a ciò che accade, ai prodotti presenti sul mercato, per poter offrire ai propri bambini il massimo. ’Insiemeil diabete non fa più paura”, conclude Claudio Maffeis, Presidente della Società italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica – SIEDP.

“100 anni di bimbe, bimbi, donne e uomini salvati da morte certa. Il futuro è nella tecnologia della produzione e della somministrazione di insulina che affiancherà l’opera dei nostri bravi diabetologi”, conclude Enzo Provenzano, Presidente Società Italiana Metabolismo Diabete Obesità – SIMDO.

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