Le prospettive illustrate dalla Società Italiana della Diabetologia (SID): tra farmaci innovativi, insuline intelligenti e approcci personalizzati.
È un periodo di grande evoluzione anche per la terapia del diabete tipo 2.
Il Congresso annuale dell’EASD (European Association for the Study of Diabetes), che si è tenuto a Vienna dal 15 al 19 settembre 2025, ha portato alla ribalta alcune delle novità più rilevanti nel campo della terapia del diabete tipo 2 e del trattamento dei pazienti con obesità. La Società Italiana di Diabetologia (SID) ha partecipato attivamente, con un contributo che conferma il ruolo centrale della ricerca italiana in questo ambito.
«Stiamo vivendo una vera rivoluzione», afferma il Prof. Riccardo Bonadonna, Presidente Eletto SID. «Questa fase rappresenta un momento di pieno e positivo sviluppo per le terapie contro il diabete e l’obesità».
Gli Agonisti del GLP-1
Ricordiamo che gli agonisti del GLP-1 come semaglutide, sono farmaci che mimano l’azione di un ormone naturale, il “Glucagon-Like Peptide-1” (indicato con la sigla GLP-1). Sono farmaci cosiddetti incretinici perché mimano l’azione delle incretine: ormoni prodotti dall’intestino in risposta ai nutrienti.
Il più popolare è semaglutide ma ce ne sono altri quali: liraglutide, dulaglutide, exenatide, lixisenatide, e tirzepatide. Gli agonisti GLP-1 sono disponibili anche in Italia in formulazione iniettabile per via sottocutanea ad intervalli settimanali, ad eccezione di semaglutide, per il quale esiste anche la possibilità della somministrazione per via orale.
Questi farmaci sono nati per il trattamento del diabete di tipo 2. Il loro meccanismo d’azione prevede infatti un aumento della produzione di insulina, l’ormone che abbassa il livello di zucchero nel sangue. Inoltre, gli agonisti del GLP-1 riducono la secrezione di glucagone, l’ormone che aumenta la glicogenolisi, cioè il rilascio di carboidrati che sono immagazzinati nel fegato (glicogeno, zucchero di riserva). Permettono così di tenere sotto controllo la glicemia.
L’utilizzo degli agonisti del GLP-1 anche per il trattamento dell’obesità, è nato dal fatto che essi – imitando il comportamento dell’ormone GLP-1 – hanno anche la capacità di:
- ridurre l’appetito, tramite l’invio di segnali di sazietà al cervello;
- rallentare lo svuotamento gastrico dopo il consumo di cibo.
Dopo l’assunzione, questi farmaci vanno ad occupare i recettori del GLP-1 in alcune aree cerebrali che regolano i nostri comportamenti alimentari, inducendo il paziente a smettere di mangiare e stimolando una sorta di rifiuto verso i cibi ultra processati, quelli più dannosi e che favoriscono l’eccesso di peso.
Nuove molecole incretiniche e farmaci multi-recettoriali
Al centro del dibattito scientifico, l’evoluzione dei farmaci chiamati incretine e delle terapie combinate con più molecole. «Il Congresso EASD ha mostrato – spiega Bonadonna – un notevole avanzamento nello sviluppo di molecole capaci di agire su più recettori: non solo sul recettore GLP-1, ma anche su quelli di glucagone, amilina e GIP”.
Questo approccio promette una maggiore efficacia clinica e benefici documentati nella protezione dagli eventi cardiovascolari e dalla mortalità.
Tra i dati più rilevanti emersi negli ultimi mesi spiccano quelli dello studio SURPASS-CVOT, presentato in anteprima davanti a una platea di oltre duemila specialisti. Lo studio ha evidenziato come tirzepatide – farmaco doppio agonista dei recettori GLP-1 e GIP (Peptide Insulinotropico Glucosio-Dipendente, ormone incretinico naturale come il GLP-1 ma più efficace nel promuovere la secrezione insulinica post-prandiale), già disponibile in Italia per il trattamento del diabete tipo 2 e dell’obesità – sia in grado di ridurre significativamente – oltre al peso, alla glicemia e alla funzionalità renale – anche il rischio cardiovascolare e la mortalità totale. Lo studio ha arruolato oltre tredicimila pazienti con diabete tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata, stabilendo come obiettivo primario quello di dimostrare come tirzepatide non fosse inferiore a dulaglutide (agonista del solo recettore di GLP-1) nel ridurre gli eventi cardiovascolari maggiori (morte cardiovascolare, infarto miocardico o ictus).
Il valore clinico di questo risultato va oltre la statistica: suggerisce, infatti, un possibile cambio di paradigma nell’approccio al trattamento di diabete tipo 2 e obesità, sempre più affrontabili con farmaci “condivisi”. Il tirzepatide non appare più considerabile come un semplice farmaco antidiabetico ma come una risorsa cruciale dell’attuale approccio cardiometabolico al paziente complesso.
Il suo impiego nei pazienti più complessi – quelli che associano diabete, obesità e un elevato rischio cardiovascolare – potrebbe rappresentare una svolta. Disporre di una terapia capace di agire contemporaneamente sul controllo glicemico, sul peso corporeo e sulla protezione cardiovascolare e renale significa, in prospettiva, poter cambiare la storia naturale di queste malattie.
In parallelo, durante l’EASD2025 di Vienna, sono emerse nuove prospettive, molto promettenti, legate a:
- Farmaci orali incretinici: si tratta di molecole piccole, più semplici da produrre e potenzialmente meno costosi.
- Insuline a lunga durata d’azione, con formulazioni settimanali (vedi “Conosciamo l’insulina settimanale), ma anche con iniezione mensile e persino “smart insulin” capaci di adattarsi dinamicamente ai livelli di glucosio nel sangue.
Ma la novità immediatamente applicabile riguarda la possibilità di una personalizzazione terapeutica, grazie al modello presentato dal Prof. Andrew Hattersley dell’Università di Exeter, città del Regno Unito, che utilizza parametri clinici di routine per individuare il farmaco più efficace nel controllo glicemico di ciascun paziente.
Obesità e diabete: farmaci sempre più vicini all’efficacia della chirurgia bariatrica
Uno dei focus principali, come già detto, riguarda i pazienti con diabete tipo 2 e obesità. «Si tratta di una vera e propria rivoluzione», evidenzia Bonadonna.
Dopo i successi degli agonisti del recettore GLP-1, capaci di incidere sul peso corporeo, la ricerca si è ampliata con:
- Doppi agonisti (GLP-1/GIP, GLP-1/amilina).
- Tripli agonisti (GLP-1, GIP, glucagone).
Le nuove molecole mostrano una riduzione del peso quasi paragonabile alla chirurgia bariatrica, oggi considerata il gold standard.
«Non dobbiamo però dimenticare – precisa Bonadonna – che trattiamo l’obesità non per motivi estetici, ma per prevenire complicanze e danni d’organo. La molecola con le evidenze più solide, sia nell’obesità che nel diabete di tipo 2, resta a tutt’oggi la semaglutide».
Infiammazione e metabolismo: una nuova strada terapeutica
Un ulteriore scenario promettente di cui si è molto parlato all’EASD di Vienna riguarda le terapie che agiscono direttamente su infiammazione e metabolismo nella cura del diabete di tipo 2.
Parliamo sempre di farmaci come semaglutide e tirzepatide, che oltre a ridurre il peso corporeo, hanno dimostrato un forte impatto sulla riduzione dell’infiammazione metabolismo-dipendente, tipica dei pazienti con diabete tipo 2.
Durante l’apertura del Congresso EASD è stato presentato un approccio innovativo di sottoclassificazione del diabete tipo 2, basato sul conteggio dei leucociti circolanti. Questo modello identifica quattro sottotipi, tra cui uno ad alta infiammazione, associato a un rischio prognostico più elevato rispetto agli altri sottotipi. Proprio questo sottotipo sembra rispondere meglio ai farmaci antinfiammatori che agiscono sui pathway dell’interleuchina-1 beta e sul NLRP3.
«Questa linea di ricerca – conclude Bonadonna – potrebbe portare a invertire il paradigma: invece di ridurre l’obesità per influire sull’infiammazione, prendere l’infiammazione come bersaglio diretto della terapia farmacologica. Il risultato potrebbe essere la riduzione di quel rischio residuo che in ogni caso, anche con i farmaci migliori che abbiamo e che avremo a disposizione, è ancora da correggere».
Uno scenario in evoluzione
Il Congresso EASD 2025 ha confermato che la lotta al diabete tipo 2 e all’obesità è entrata in una nuova era: oggi abbiamo a disposizione farmaci più efficaci, terapie personalizzate e approcci innovativi che promettono di cambiare la gestione clinica nei prossimi anni. Per la Società Italiana di Diabetologia e per la comunità scientifica internazionale si apre una fase di grande fermento e speranza per poter offrire ai pazienti le cure più innovative, personalizzate e protettive nel lungo periodo.
References
- EASD 2025, Vienna 15-19 settembre 2025
- 61st EASD Annual Meeting of the European Association for the Study of Diabetes
Vienna, Austria, 15 – 19 September 2025
Abs Published: 26 August 2025
Diabetologia, Volume 68, pages 1–754, (2025) - UK innovation to transform treatment for people with type 2 diabetes worldwide