Dalla foresta amazzonica fino alle coste Nord del Brasile, era iniziato il vero e proprio viaggio all’interno di questo meraviglioso stato sudamericano. Ho navigato per cinque giorni il rio delle Amazzoni e non è stato semplice gestire il diabete di tipo 1, mio fedele compagno in questo viaggio.
L’autogestione del diabete sul Rio delle Amazzoni
Innanzitutto il cibo, di pessima qualità e molto grasso. Infatti, venivano offerti solo riso e carne o pesce fritto. Inoltre, sulla barca c’era ben poco da fare a parte chiacchierare con i locali e ho dovuto passare tutto il tempo in amaca. Senza poter camminare e con quel cibo, le glicemie si erano parecchio alzate. Mi sono rifatto tuttavia nel Parco di Lençois Maharanheses, dove facevo lunghe camminate tra le dune bianche di fronte all’Oceano e poi a Jericoacoara dove, in cambio di un video che ho appositamente realizzato, sono riuscito ad ottenere un corso gratuito di Kite surf. È uno sport entusiasmante, ma, soprattutto da principiante, molto dispendioso in termini di energie e zuccheri. Un ipoglicemia in mezzo al mare non era certo raccomandabile. Abbondanti colazioni e riduzione del dosaggio di insulina mi hanno tuttavia permesso di gestirlo egregiamente, senza alcun problema. A dimostrazione che solo l’attento monitoraggio delle glicemie può evitare fastidiose complicazioni. Detto questo, nulla ci è precluso!
Esperienze indimenticabili: nuotare con i delfini e la Regione di Bahia
Sono poi sceso per la costa fino alle città di Fortaleza, Natal e Recife attraversando luoghi fantastici come Praia de Pipa dove ho potuto nuotare con i delfini in libertà. Non si lasciavano avvicinare ma giocavano tra le onde a pochissimi metri di distanza dalle persone.
Ma ciò che più mi ha entusiasmato del Brasile è stata la Regione di Bahia: musica, cibo delizioso, persone allegre, spiagge paradisiache e natura incontaminata. Mi sono completamente immerso nella cultura brasiliana il che includeva il suo drink per antonomasia: la caipirinha. Problema grande con il diabete! Alcol e tanto zucchero. E i brasiliani sempre pronti a offrirne una. Rifiutare sarebbe risultato molto scortese per cui adottai la tecnica di bere molto lento e di avere sempre con me l’insulina per fare le correzioni. Un comportamento virtuoso sarebbe dovuto essere evitarla del tutto, ma quando si vive il Brasile al 100% è molto difficile.
Dalla Chapada Diamantina a Rio De Janeiro
Tuttavia non solo feste e balli, ma anche sani trekking nella natura per recuperare. È il caso dei giorni trascorsi nella Chapada Diamantina, tra altipiani e canyon nel mezzo di una fitta vegetazione.
Fino ad arrivare infine a Rio de Janeiro. La città vive ancora dei fasti della recente olimpiade, ma ciò che più mi ha colpito sono le montagne dietro la città, che si ergono dal mare come pinnacoli. Il Pao de Açucar e il Cristo Redentore sono luoghi che, benché turistici, non possono mancare una visita. Proprio in cima al monte Corcovado, di fronte alla baia è iniziato il mio conto alla rovescia verso il rientro a casa: mancavano infatti cento giorni!
Ultima destinazione: verso il Continente Africano
Non me ne sono reso conto tuttavia finché non mi sono imbarcato sull’ennesima nave mercantile, questa volta diretta a Dakar, Senegal.
Se il problema maggiore nell’altra traversata, quella dell’Oceano Pacifico, era il pessimo cibo, stavolta la fortuna mi ha assistito. Ero infatti a bordo di una nave italiana, con tanto di chef campano. Stavolta il cibo era fin troppo buono. Ho dovuto aumentare il dosaggio di basale poiché per dodici giorni sono stato a bordo, con scarse possibilità di movimento, a parte una piccola palestra.
Ora sposto il mio orizzonte in Africa, dove attraverserò la Costa Ovest ed entrerò in Marocco passando da Mali e Mauritania. Gli ultimi, piacevoli ostacoli, al rientro a casa, dopo un’esperienza di quasi tre anni, semplicemente indimenticabile!
Per chi volesse donare a Human Traction. Anche una piccola offerta può fare la differenza per loro, soprattutto dopo il dramma del Nepal. Alcune realtà fotografate da Claudio nel suo viaggio non esistono più. L’indirizzo per tutte le informazioni è il seguente: www.humantraction.org
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Tutte le foto riportate sono scattate e gentilmente concesse da Claudio Pelizzeni durante il suo viaggio senza aerei.