L’obesità è ufficialmente inserita nel Piano Nazionale Cronicità, un passo storico per la tutela dei 6 milioni di italiani che convivono con questa malattia cronica. La notizia arriva dalla Sen. Daniela Sbrollini, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità e lavoro del Senato.
Un riconoscimento fondamentale per i pazienti
«L’inclusione dell’obesità nel Piano Nazionale Cronicità rappresenta un tassello chiave per il riconoscimento dei diritti dei pazienti e per l’inserimento dell’obesità nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)», sottolinea Sbrollini. Questo traguardo segue un lavoro condiviso con la comunità scientifica, le associazioni dei pazienti e le istituzioni, volto a garantire cure concrete e accessibili su tutto il territorio nazionale.
Dal Patto di legislatura all’attuazione pratica
All’inizio della legislatura, l’Intergruppo aveva promosso un Patto con due obiettivi principali: riconoscere l’obesità come malattia e inserirla nel Piano Nazionale Cronicità. «Oggi possiamo affermare che il risultato è raggiunto», aggiunge Sbrollini.
Questo passo non solo migliora l’accesso alle cure, ma contribuisce a contrastare lo stigma sociale ancora presente verso le persone con obesità.
Verso un cambiamento culturale
«Finalmente l’obesità viene riconosciuta per quello che è: una malattia cronica, progressiva e recidivante e non una colpa individuale», dichiara la Senatrice. L’Intergruppo continuerà a lavorare per:
- Garantire l’applicazione concreta dell’obesità nei LEA
- Promuovere un cambio di paradigma culturale che elimini discriminazioni e stigma
- Assicurare che tutte le persone con obesità siano riconosciute come portatrici di diritti
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