Piemonte: la nuova Rete Territoriale Endocrino-Diabetologica

Piemonte: la nuova Rete Territoriale Endocrino-Diabetologica

Il dottor Alessandro Ozzello, Presidente della Sezione AMD Piemonte-Valle D’Aosta e direttore del Servizio di Diabetologia Ospedale Pinerolo Asl Torino 3, commenta le trasformazioni del modello esistente, in seguito all’approvazione della Delibera della Giunta Regionale, n. 27-4072 del 17.10.2016 e illustra i cambiamenti positivi per la presa in carico di persone con diabete mellito.

Il modello assistenziale “HUB e Spoke”

Il modello assistenziale Hub & Spoke parte dal presupposto che per determinate situazioni e complessità di malattia siano necessarie competenze rare e costose che non possono essere assicurate in modo diffuso ma devono invece essere concentrate in Centri regionali di alta specializzazione (centri di eccellenza, denominati HUB) a cui gli ospedali del territorio (“servizi ospedalieri periferici” denominati SPOKE) inviino i malati che superano la soglia di complessità degli interventi effettuabili a livello periferico.
Questo innovativo modello di organizzazione assistenziale rappresenta una razionalizzazione del sistema produttivo (concentrazione di attività complesse in un Centro di Riferimento) e viene adottato per servizi caratterizzati da volumi di attività medio/bassi e da elevata complessità tecnologica da coprire nelle 24 ore.

Quali sono i vantaggi del nuovo modello clinico-organizzativo avviato in Regione Piemonte?

“Garantire un processo continuo di assistenza che permetta di rispondere in modo tempestivo e continuativo ai bisogni delle persone con diabete, con un’assistenza specialistica, centri SPOKE, uno per Azienda Sanitaria, per l’indirizzo terapeutico alla diagnosi e in caso di necessità al follow up, gestito insieme alle cure primarie. Il nuovo modello consente livelli di erogazione di cure di alta intensità (HUB) per affrontare problemi come le complicanze diabetiche. È questo – spiega il dottor Alessandro Ozzello – l’obiettivo ambizioso della Rete Endocrino-Diabetologica, il cui progetto organizzativo è stato approvato dalla Delibera della Giunta Regionale del Piemonte nel mese di ottobre 2016”.

Il nuovo modello, da cui prendere esempio, è basato sul principio delle reti cliniche integrate (modello “HUB & SPOKE”) e prevede che la complessità della gestione dei problemi quotidiani del paziente con diabete siano trattate il più possibile a livello di prossimità, quindi il più vicino possibile alla residenza del paziente (Patient-Home Centered Care). Il paziente stesso dovrà essere educato – da parte dei team SPOKE e grazie alla sorveglianza del proprio Medico di Medicina Generale – all’autogestione del piano di trattamento personalizzato, in modo che possa prendere decisioni quotidiane consapevoli da cui – in definitiva – dipende l’evoluzione della malattia e il benessere del malato.

I casi di maggiore gravità clinica, che hanno un’ incidenza relativamente bassa rispetto alla prevalenza del diabete, saranno indirizzati agli HUB, intesi come centri di eccellenza ad alta efficienza per l’erogazione di prestazioni che richiedono competenze e tecnologie avanzate con una presa in carico del paziente limitata nel tempo e finalizzata alla risoluzione del problema.

Quali sono gli obiettivi primari di questo nuovo modello organizzativo?

  • L’obiettivo principale è quello di realizzare la continuità assistenziale tra strutture e funzioni ospedaliere e territoriali nell’ambito di reti integrate “ospedale-territorio”.
  • Inoltre si vuole assicurare a tutti i pazienti uniformità e qualità di cura il più vicino possibile alla residenza del paziente compatibilmente con l’alta qualità, la sicurezza e l’efficacia del trattamento
  • Centrare sul paziente lo sviluppo delle funzioni Hub & Spoke
  • Valutare e monitorare le funzioni sanitarie Hub & Spoke mediante l’istituzione di Registri.

Auspichiamo che questo tipo di modifiche ai modelli organizzativi – da sempre sostenuti dall’Associazione Medici Diabetologi – vengano progressivamente adottati su tutto il territorio nazionale, poiché hanno la prerogativa di poter contribuire a rendere maggiormente efficace il processo di cura, in quanto fanno emergere una maggiore specificità delle competenze dei professionisti coinvolti, a tutto beneficio del singolo paziente.” ha commentato  Nicoletta Musacchio, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi.

I prossimi step per la Regione Piemonte

  1. Individuare i compiti operativi dei centri HUB di riferimento per l’espletamento di attività di diabetologia pediatrica e di cura del piede diabetico
  2. Identificare le modalità operative di coordinamento della rete assistenziale in ciascuna area interaziendale e a livello regionale
  3. Stabilire i componenti della Commissione Endocrino-Diabetologica regionale
  4. Definire il crono-programma per lo sviluppo del piano d’azione 2016-2019.

Per ora si prevede – come recita la delibera – il riconoscimento di HUB per la cura del piede diabetico, e l’espletamento di attività per la diabetologia pediatrica, che dovrà considerare a breve come organizzare, per fare alcuni esempi, il trapianto renale/pancreatico, la gravidanza complicata in diabete, la chirurgia bariatrica e anche per le patologie tiroidee e le dislipidemie.

Interviene sull’argomento anche il dottor Carlo Bruno Giorda,  Direttore S.C. Diabetologia  ASL Torino 5 e past President AMD: È un grande gioco di squadra – afferma – il cui obiettivo finale è mettere insieme il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale, PTDA. Inoltre, avere un’assistenza di rete permetterà di aggregare le informazioni per assistere al meglio il paziente con diabete e condividere il suo storico. Non dobbiamo comunque dimenticare che l’assistenza diabetologica ha come punto di partenza la prevenzione: esiste un percorso specialistico mirato a pianificare gli interventi sia di tipo diagnostico sia quelli di valutazione delle complicanze che permettono di prescrivere piani di trattamento mirati”.

Il Presidente della Sezione AMD Piemonte-Val D’Aosta, Ozzello, conclude: Nello sviluppo di questo modello HUB & SPOKE, le Società Scientifiche hanno un duplice ruolo: (1) primo, contribuire alla formazione degli specialisti per sviluppare competenze e capacità per gestire, in modo sostenibile, i vantaggi delle innovazioni tecnologie informatiche, farmaci, dispositivi medici, necessarie per il successo di questa attività assistenziale; (2) secondo, dare alle Istituzioni il supporto per tradurre le evidenze scientifiche e le linee guida in attività e quindi in prestazioni erogabili dal SSN nell’ambito del PDTA, che comprenda la ‘prima’ visita diabetologica, l’educazione terapeutica per l’autogestione del paziente, etc che le ASL devono assicurare per la tutela della salute delle persone con il diabete nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)”.

Fonte

Ufficio Stampa Associazione Medici Diabetologi, 10 gennaio 2017

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