La misurazione della pressione arteriosa è effettuata in modo indiretto, dal medico o dal farmacista, utilizzando un apparecchio chiamato sfigmomanometro a mercurio, ideato dall’italiano Riva-Rocci. Esso è composto da un bracciale di gomma collegato da un lato a una piccola pompa a mano, dall’altro ad un manometro a colonna di mercurio.
Tradizionalmente l’unità di misura con cui si riportano i valori di pressione arteriosa massima e minima è definita come “millimetri di mercurio” (mmHg). Sono oggi disponibili anche apparecchi per l’automisurazione domiciliare della pressione arteriosa che consentono una rilevazione automatica o semiautomatica. Non tutti sono attendibili, quindi è meglio chiedere al proprio medico o al farmacista quale modello utilizzare tra quelli che hanno superato il vaglio delle Società Scientifiche. Esistono anche dispositivi che rilevano la pressione al polso o al dito della mano: secondo gli Esperti della SIIA, essi sono in linea di massima poco attendibili, salvo rare eccezioni, e non vengono attualmente consigliati dalle più recenti linee guida internazionali sull’ipertensione arteriosa.
Prima di procedere alla misurazione della pressione arteriosa, gli Esperti consigliano di rimanere a riposo, seduti, almeno 5 minuti in una stanza tranquilla e con una temperatura confortevole, senza indossare indumenti stretti soprattutto intorno al braccio dove si effettuerà l’esame.
• La preparazione – L’esame va eseguito senza aver fumato, bevuto vino o superalcolici, caffè o tè, mangiato pesantemente o fatto attività fisica nelle due ore precedenti. Se si sente lo stimolo di andare in toelette, è consigliabile farlo prima della misurazione.
• La prima volta, in genere, la misurazione viene fatta su entrambe le braccia; successivamente si eseguirà solo sul braccio con la pressione più elevata.
Durante l’esame non bisogna parlare, accavallare le gambe o muoversi.
• La misurazione – La misurazione viene effettuata applicando il manicotto di gomma al braccio, tra l’ascella e la piega del gomito. All’altezza di quest’ultima – dove si apprezza la pulsazione dell’arteria del braccio (arteria omerale) – il medico posiziona la campana del fonendoscopio, cioè dello strumento destinato a raccogliere e trasmettere all’orecchio i rumori generati dal passaggio di sangue nell’arteria stessa. Contemporaneamente il medico palpa il polso dal lato del pollice, per percepire la pulsazione dell’arteria radiale.
Il medico inizia la misurazione gonfiando il bracciale di gomma con la pompetta ad esso collegata e arrivando fino al punto in cui la pulsazione dell’arteria del polso scompare ed il fonendoscopio è silente; a questo punto il medico insuffla ancora un po’ di aria nel bracciale, superando di circa 20 mmHg il punto in cui il polso radiale è scomparso. Ora, agendo sulla piccola valvola presente sulla pompetta, si fa uscire molto lentamente l’aria dal bracciale. Quando la pressione dell’aria nel bracciale sarà uguale alla pressione arteriosa, un po’ di sangue riuscirà a passare nell’arteria producendo un rumore: il primo rumore udito chiaramente corrisponderà alla pressione sistolica (pressione massima o PA max). Riducendo ulteriormente la pressione i rumori diventeranno inizialmente più intensi, quindi via via più deboli: la completa scomparsa dei rumori corrisponderà alla pressione diastolica (pressione minima o PA min).
• Il bracciale – L’esame va eseguito utilizzando un bracciale di dimensioni adeguate al proprio braccio (il bracciale deve coprire almeno il 40% della circonferenza del braccio ed almeno i 2/3 della sua lunghezza). Durante la misurazione, il bracciale deve trovarsi all’altezza del cuore, indipendentemente dalla posizione della persona, 2-3 cm sopra la piega del gomito. Vanno sempre eseguite 2 misurazioni consecutive, a distanza di un paio di minuti, registrando i valori di entrambe e facendo poi la media.
• Le condizioni particolari – Per le persone in situazioni o condizioni particolari (donne in gravidanza, diabetici, anziani, obesi, etc), si preferisce utilizzare apparecchi specificatamente validati
• Eventuali aritmie – Durante la misurazione, è sempre importante verificare la presenza o meno di possibili aritmie come la fibrillazione atriale (fattore di rischio per ictus) con apparecchi dotati di algoritmo validato per questa rilevazione.
• Frequenza e momento dell’esecuzione – È preferibile misurare la pressione arteriosa sempre alla stessa ora (meglio tra le 6 e le 9 del mattino, prima di assumere un’eventuale terapia e prima di fare colazione) regolarmente e nello stesso braccio (destro o sinistro è indifferente se si utilizza un apparecchio elettronico).
Solo la misurazione regolare della pressione arteriosa permette di diagnosticare l’ipertensione e di verificare l’efficacia della terapia nella prevenzione delle complicanze cardiovascolari.
La pressione arteriosa varia molto nel corso della giornata, non ha un valore stabile, è condizionata da come ci sentiamo e da quello che facciamo. Molti fattori influenzano la misurazione della pressione: fare un bagno, respirare, conversare, fumare, bere alcolici, fare attività fisica, essere stressati, muoversi durante la misurazione, pasti abbondanti, cambi di temperatura, etc.
In generale, la pressione è più bassa alla sera tardi e al mattino presto, mentre tende a crescere a partire dal risveglio, quando ci si alza. Si tratta di fluttuazioni normali. Proprio per questo, nel caso si sospetti un’ipertensione arteriosa, è consigliabile effettuare diverse misurazioni in differenti momenti della giornata: prima di fare colazione, prima di pranzo o almeno due ore dopo il pasto di metà giornata.
Un cuore, due misure: i valori nella norma
Come abbiamo visto, la pressione viene normalmente indicata con due valori (per esempio 130/88 mmHg): il primo valore, quello normalmente più alto (nel nostro esempio “130”), indica la pressione sistolica (PA massima), il secondo – nell’esempio“88” – indica la pressione diastolica (PA minima).
I valori sono considerati nella norma quando durante la visita medica la pressione massima (PA sistolica) è inferiore a 140 mmHg e la minima è inferiore ai 90 mmHg.
In caso venga superato anche uno solo dei due valori, si parla di ipertensione arteriosa. La diagnosi di ipertensione arteriosa può essere posta esclusivamente da un medico.