Diabete: il lato concreto della ricerca, un esempio

Diabete: il lato concreto della ricerca scientifica, un esempio

La ricerca scientifica e tecnologica nel campo del diabete ha diverse sfaccettature: molti di noi hanno una visione datata di come vengono condotti gli studi, magari immaginano un laboratorio fatto di microscopi, piastre e ampolle e via descrivendo. Oggi, la ricerca scientifica sul diabete viene in parte condotta in laboratori con tecniche e tecnologie differenti ma in parte avviene in rete mediante l’analisi dei dati, la lettura di diversi fonti e testi e – cosa molto attuale e presente – tramite i cosiddetti pazienti “tester” di terapie e tecnologie biomedicali raffinate.

Nello specifico, vi faccio il caso di studio concreto: il mio

Parlo della mia esperienza con diabete tipo 1 da molti anni ma potrebbe essere quella di una delle tante persone che fanno uso di tecnologie biomedicali per la gestione della terapia con il diabete e il monitoraggio continuo del glucosio (CGM).

Nel caso in specie si tratta di un sistema ibrido di pancreas artificiale, ibrido poiché non completamente automatizzato ovvero la parte manuale residua riguarda l’erogazione da parte del paziente dei boli per il pasto. Per il resto, il device fa tutto in autonomia.

Nel caso mio caso, si tratta del Medtronic Minimed 780G con algoritmo e sistema di monitoraggio SmartGuard, un sofisticato sistema computerizzato che regola in automatico il bolo basale, corregge e previene l’insorgere dell’iperglicemia e ipoglicemia.

Lo strumento è si innovativo ma anche di recente messa in distribuzione, pertanto non c’è ancora una casistica completa degli eventuali fenomeni critici possibili, quindi come utente consapevole svolgo il ruolo di tester avanzato nella fase evoluta della ricerca, per la produzione completa di un pancreas artificiale.

Come sanno tutti i possessori di computer e simili, ognuno di questi dispositivi può andare in tilt per diverse causa e situazioni. La stessa cosa può accadere anche un sistema ibrido integrato come quello che sto utilizzando.

Può accadere, per esempio, di dover sostituire la batteria del device e un secondo dopo sul display del micro appaiono in sequenza questi messaggi:

  1. Blocco erogazione insulina.
  2. Azzeramento e inizializzazione dati.
  3. Richiesta di cambiare il set di infusione.

Come tester evoluto, anche dal punto di vista mentale ed emotivo, con calma e sangue freddo, ripristino il tutto ovvero nonostante l’avviso, i dati, la basale etc verifico che i dati sugli schemi dell’insulina basale siano rimasti in memoria, e faccio ripartire anche il sensore… tranne lo Smartguard che non ne vuole sapere di riavviarsi.

A quel punto, mi risulta chiaro che il problema era causato dall’algoritmo andato in crash e dopo aver sostituito il sensore, tutto ha ripreso a funzionare normalmente.

Questo è un esempio di ricerca applicata, ovvero un caso non contemplato nel manuale del dispositivo come su altre fonti documentali; ne deriva che la funzione dei tester e degli ingegneri biomedicali sviluppatori è quella di aggiornare il firmware dello strumento e la documentazione relativa.

Lo scopo della ricerca per il diabete (ma vale anche per altre malattie croniche) deve sempre essere diretto a migliorare la vita quotidiana dei pazienti e dei loro caregiver e a semplificare le procedure per la gestione della malattia. Non sei d’accordo?

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