Ciao, sono Anna e voglio raccontarvi la mia storia di “diversità”, sentendomi io diversa ma straordinariamente diversa…
Stare al mondo significa entrare in contatto con persone sconosciute e da scoprire in continuazione. La “diversità” spesso fa paura. Viene inteso come diverso chi vive un’esperienza non uguale alla nostra, sta alla maturità e all’intelligenza valutarlo, in ultima analisi, come un limite invalidante.
Diabete tipo 1: a me ha dato una marcia un più!
A dodici anni, scopro all’improvviso di avere il diabete tipo 1! Quando la vita un giorno ti mette davanti al fatto compiuto, per un’anomalia genetica o malattia, come la si voglia chiamare, sei e ti senti una bambina diversa. Almeno per me è stato così. Diversa perché in quel momento hai un fisico particolarmente fragile e magro che pesa solo 28 chili, non hai le forze fisiche per fare tutto quello che fanno le dodicenni normali, in un’età già di per sé delicata, che ha fretta di svilupparsi.
Non puoi mangiare ciò che vuoi, quando vuoi e quanto vuoi, non puoi esagerare con lo sport, non puoi neanche non mangiare se non ne hai voglia e devi assumere costantemente farmaci, ma soprattutto ciò che più conta devi da sola, e in modo autonomo, imparare a badare a te stessa! Da un giorno all’altro il tuo mondo cambia. Devi prenderti proprio la responsabilità della tua vita, della tua incolumità perché se sbagli una combinazione, se sei leggera, se fai la dodicenne “spensierata” puoi rischiare di morire… Sta tutta qui la diversità… sei una dodicenne diversa… speciale quando comprendi e accetti che, anche se sei circondata da tanto amore, devi da sola gestirti e andare avanti per inseguire e realizzare comunque tutti i tuoi sogni, in fila!
Credo di averlo realizzato così bene che il mondo intero non si è accorto della mia diversità….forse a tratti l’ho dimenticato perfino io.
Se io mi accetto…mi accettano anche gli altri… ho sempre prensato!
Per questo quando mi trovo a parlare e a condividere, la frase che in assoluto mi sono sentita dire è “però, sembri una persona assolutamente normale!” e io mi dico diversa e speciale.
Qui la diversità è un problema di salute etichettato come malattia, che a me non piace usare.
La mia diversità la percepivo nella più profonda essenza e definizione quando mi sentivo sola perché non avevo nessuno con cui confrontarmi, qualcuno che avesse il mio stesso “problema”, le mie stesse “paure” i miei stessi “malesseri” e la mia stessa voglia di sfida e di vita.
Le persone come me le incontravo in ospedale, ma quella non è la vita, non è il mondo, era solo una piccola comunità di persone in una situazione simile con cui potersi sentire un po’ meno sola… per fortuna durava poco perché lì mi sentivo uguale, malata come gli altri, e invece io mi ero abituata alla mia diversità.
Crescendo mi è capitato di confrontarmi con ragazzi con lo stesso problema, ma la mia solitudine di persona diversa non veniva placata perché ognuno di noi aveva un modo di approcciarsi alla vita ed alla condizione unico ed il mio era il migliore per me ovviamente.
Diventata donna ho incontrato la persona che amo e che ha amato da subito la mia diversità; mi sono sentita diversa e sola quando volevo un figlio… e un medico mi disse “fossi in lei, non farei figli”. Diversa quando ero incinta e un medico mi disse “fossi in lei, interromperei la gravidanza”.
DIVERSISSIMA quando mi alzai, salutai e dissi “a mai più rivederci”! ORGOGLIOSA quando dopo ventuno anni mi guardo quella meravigliosa creatura che è mio figlio crescere e vivere.
Non so se è fortuna o se è perché con coraggio ho sempre rispettato la mia diversità, mi fa piacere quando con la mia esperienza posso aiutare qualcuno o qualcuno aiuta me.
La cosa meravigliosa è che in questo mondo puoi sperimentare molto e io ho guadagnato e costruito tanto, ho sempre espresso e mostrato quello che sono e con che cosa convivo.
Come spesso accade, c’è chi pensa che tu abbia un limite o una ricchezza…
Io sono contenta per la ricchezza che ho trovato lungo il mio percorso e che mi ha riempito la vita; il confronto positivo che ho con le persone normali mi rende felice.
Il confronto positivo ci può dare speranza per un mondo migliore!
Ora vi invito… voi siete Normali?
Soprattutto da domani non ditemi – con pregiudizio – che SONO DIVERSA!
La vita non è solo sofferenza, la tua diversità ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità di crescita e di maggiore sensibilità, empatia, comprensione verso se stessi e gli altri. Ti aiuta a vedere il mondo con altri occhi.
Anna Rocca
Diabete tipo 1