Il Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) Mannino: “Condividiamo le argomentazioni dell’On. Gelli nell’interrogazione parlamentare sulla prescrivibilità dei DPP-4I da parte dei Medici di Medicina Generale”.
“I pochi farmaci che i Medici di Medicina Generale (MMG) possono prescrivere per la cura del diabete di tipo 2 (DT2), come secondo step terapeutico dopo la prima scelta con la metformina, non possiedono assolutamente lo stesso profilo di efficacia e di sicurezza che caratterizza i farmaci innovativi. In tal senso, il limite imposto dalla normativa alle possibilità di prescrizione dei MMG rappresenta non solo un ostacolo alla realizzazione del setting integrato delineato nel Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica, ma anche un vulnus al generale diritto dei pazienti di avere accesso alle cure più appropriate. Per questo l’Associazione Medici Diabetologi condivide le argomentazioni espresse dall’On. Federico Gelli nella sua recente interrogazione rivolta al Ministro della Salute, riguardo, in particolare, all’opportunità di prevedere che i Medici di Medicina Generale possano prescrivere la classe di farmaci DPP-4I per il diabete di tipo 2, come del resto avviene in tutti gli altri Paesi europei”. Così si è espresso il dr. Domenico Mannino, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi.
“È importante sottolineare – ha proseguito Mannino – che molti farmaci considerati assai innovativi, come appunto i DPP4-inibitori, sono in realtà molecole presenti da numerosi anni sul mercato, con un consolidato profilo di efficacia e di sicurezza. Lo stesso potrebbe dirsi anche di altri farmaci innovativi quali SGLT2 inibitori e GLP-1, agonisti recettoriali che condividono gli stessi profili e che più recentemente hanno dimostrato di essere in grado non solo di ridurre in maniera significativa gli eventi cardiovascolari e renali, ma anche la mortalità cardiovascolare e per tutte le cause. Ebbene, queste caratteristiche di efficacia e di sicurezza non sono sicuramente propri di altre molecole utilizzate nella cura del diabete come le sulfaniluree (SU) o le glinidi, e che sono tra i pochi farmaci che il MMG può attualmente prescrivere come secondo step dopo la metformina. Per queste ragioni – conclude Mannino -, come dalla nostra Associazione già rappresentato da diversi mesi ad Aifa, al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità, AMD ritiene che possa essere utile l’apertura della prescrizione anche dei farmaci innovativi al Medico di Medicina Generale. E ciò anzitutto per una ragione etica, ma anche per la piena realizzazione di un setting di assistenza realmente integrata, tale da consentire una presa in carico condivisa del paziente, davvero funzionale al raggiungimento di obiettivi clinici e di cura in linea con gli indirizzi di Sanità pubblica”.
Reference
- Comunicato stampa dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD), 16 giugno 2017