La neuropatia interessa circa il 20-40% dei diabetici e tale prevalenza aumenta con la durata della malattia e in presenza di uno scarso controllo metabolico.
Il piede neuropatico è un piede in cui la neuropatia diabetica ha modificato la sensibilità, l’equilibrio muscolare, la percezione degli stimoli, l’autoregolazione vegetativa.
La neuropatia sensitiva
La neuropatia sensitiva colpisce gli organi di senso del piede e le fibre nervose che inviano le sensazioni al cervello. I medici affermano che nelle fasi iniziali è frequente che i diabetici lamentino formicolii e punture o riportino la sensazione di camminare sull’ovatta o sui ciottoli. La conseguenza più grave è che il piede diventa progressivamente meno sensibile al dolore (si ha una diminuzione della soglia del dolore fino ad arrivare alla completa insensibilità).
A prima vista, si potrebbe pensare che la riduzione della soglia del dolore rappresenti un vantaggio ma è invece un aspetto molto negativo, perché il dolore è un sintomo utile che ha la funzione di avvertirci di un pericolo, manda segnali al cervello per avvertirlo che c’è qualcosa che ci sta facendo male, in modo che il cervello mandi a sua volta dei segnali motori per evitare il danno.
Quando la sensibilità del piede si riduce, diminuisce anche la probabilità di avvertire danni accidentali o infezioni in corso, e se non si interviene il danno può peggiorare. In alcuni casi, in zone del piede sottoposte a una forte pressione, dove il fastidio non viene avvertito tanto da far cambiare posizione, può accadere che la pelle si laceri.
Ci avete mai pensato? E’ il dolore che ci avverte che una scarpa è troppo stretta e che non riusciamo a camminare indossandola ed è ancora il dolore che ci dice che l’acqua che stiamo utilizzando per lavarci è troppo calda etc. Se manca la sensazione dolorosa, continueremo a indossare la scarpa stretta e quando la toglieremo troveremo facilmente un’ulcera là dove la scarpa ha stretto troppo o troppo a lungo e ancora avremo la pelle arrossata se non ustionata se abbiamo utilizzato acqua bollente senza accorgercene per la pulizia quotidiana dei piedi.
La neuropatia motoria
La neuropatia motoria danneggia le fibre nervose che innervano la muscolatura del piede, che reagirà in modo disordinato agli stimoli provenienti dal cervello. Quali sono le conseguenze? Progressivamente si verifica uno squilibrio tra i muscoli flessori e i muscoli estensori delle dita del piede che provocherà le cosiddette “dita in griffe” (→ I cambiamenti della forma del piede), caratterizzate da una prominenza delle teste metatarsali, da un appiattimento della volta plantare e un’accentuata cavità del piede. Tutto ciò provoca nel tempo una deformazione della pianta del piede con una ridotta superficie di appoggio al terreno. Questa riduzione porta ad un eccesso di carico nei punti di maggiore sporgenza. L’organismo prova a difendersi da questo eccesso di carico aumentando lo spessore dello strato corneo della pianta; osservando il piede saranno visibili le caratteristiche callosità definite con il termine più scientifico “ipercheratosi”.
L’ipercheratosi rappresenta il tentativo messo in atto dal piede per difendersi dall’eccesso di carico, ma nel tempo si dimostra una difesa labile: se non si provvede a eliminare o almeno a ridurre la pressione nel punto ipercheratosico, a lungo andare si formerà un ematoma da schiacciamento e, perdurando il sovraccarico, inevitabilmente un’ulcera.
La neuropatia autonomica
Ad oggi si conosce ancora poco di questo tipo di neuropatia che riveste presumibilmente un impatto minore rispetto alla neuropatia sensitivo-motoria.
La neuropatia autonoma si manifesta con ridotte o assenti secrezioni sudoripare, che provocano pelle secca con screpolature e fessurazioni che rappresentano un facile ingresso per germi e batteri.
I diabetici che soffrono di neuropatia dovrebbero abituarsi a controllarsi i piedi tutti i giorni per cercare ferite o tagli non avvertiti nel momento in cui si sono originati.
Il modo più facile per riuscirci è inserire un programma di cura del piede nella routine quotidiana.
È importante anche controllare la temperatura dell’acqua prima di fare il bagno ed evitare di “arrostirsi” i piedi davanti al calorifero o a una stufina.