Ipoglicemia: cause e fattori di rischio

Ipoglicemia: cause e fattori di rischio - Diabete.com

Le cause e i fattori di rischio di una crisi ipoglicemica per una persona con diabete sono molteplici e possono variare da soggetto a soggetto e nelle diverse condizioni cliniche. Dipendono dal comportamento a tavola e dallo stile di vita, dalla terapia, dalla sua condizione clinica ma possono anche essere psicologici.
È importante conoscerli per poter evitare o ridurre quanto più possibile l’eventualità di una crisi ipoglicemica. Quest’ultima è sempre il risultato di uno squilibrio tra la quantità di insulina e di glucosio presenti nel sangue. Una volta corretto lo squilibrio, ogni crisi di ipoglicemia va analizzata per scoprirne la causa e prevenire la sua ricomparsa.

  • Storia di precedenti ipoglicemie
    Uno dei fattori predittivi più forti di una futura ipoglicemia è la storia di una crisi pregressa, sia grave che non.
  • Determinanti sociali della salute
    Possono contribuire al rischio di ipoglicemia, la difficoltà a procurarsi il cibo, la deprivazione socioeconomica e la scarsa alfabetizzazione sanitaria
  • Alimentazione/dosaggio di insulina
    – Saltare i pasti o cambiare drasticamente la dieta abituale
    – Consumare il pasto in ritardo rispetto all’iniezione di insulina
    – Eccessiva dose preprandiale di insulina rispetto ai carboidrati effettivamente assunti
    – Riduzione dei carboidrati assunti (ad esempio per mancanza di appetito)
    – Crisi di vomito subito dopo il pasto
  • Consumo eccessivo di alcolici o assunzione di farmaci
    Possono potenziare l’effetto dell’insulina o ridurre la sensibilità del paziente con diabete alle ipoglicemie. Per esempio, i pazienti che assumono betabloccanti per l’insufficienza cardiaca possono non percepire i sintomi precoci di ipoglicemia con conseguente ritardo nel riconoscimento e trattamento della crisi.
  • Attività fisica e sportiva
    – Aumento dell’esercizio fisico non previsto o non considerato al momento di fare l’insulina o di mangiare
    – Modifica del momento in cui si svolge l’attività fisica abituale
    – Allenamento prolungato ed estenuante
    – Attività fisica in una persona non allenata
  • Correzione eccessiva o ravvicinata di una iperglicemia
  • Siti e modalità di iniezione
    – Effetto ritardato di una precedente dose di insulina iniettata in una lipodistrofia
    – Insulina iniettata nei capillari
  • Variazioni della terapia abituale
    – Eccessiva quantità di insulina (o vecchi ipoglicemizzanti orali come sulfoniluree o repaglinide)
    – Politerapia (associazione di insulina/ipoglicemizzanti orali) nella persona anziana
  • Scambio tra le insuline o errore nella assunzione dei farmaci
  • Situazioni di stress ossidativo
    – La variabilità della glicemia (glicemie alte e basse, pur con una glicata a target) è stata associata anche allo stress ossidativo provocato dall’azione dei radicali liberi. Recenti evidenze suggeriscono che anche l’ipoglicemia possa svolgere un ruolo importante nel favorire le complicanze vascolari diabetiche attraverso diversi meccanismi: stress ossidativo, infiammazione, eventi protrombotici e disfunzione dell’endotelio (parete vasale).
  • Età avanzata
    – L’ipoglicemia nella popolazione anziana, a maggior ragione se con diabete, è un problema clinico rilevante che determina un aumento delle ospedalizzazioni, dei costi sanitari e una riduzione della qualità della vita.
    – I pazienti più anziani sono più fragili, meno attenti alla propria gestione e più sensibili all’ipoglicemia, per il diabete di lunga durata, per il maggior numero di comorbidità che richiedono politerapie, modifiche metaboliche correlate all’età e il progressivo declino dovuto all’invecchiamento.
    – I pazienti più anziani hanno meno probabilità di presentare sintomi di ipoglicemia e i sintomi possono spesso comparire a una soglia inferiore di glucosio nel sangue rispetto ai pazienti più giovani. Se gestito male, l’impatto dell’ipoglicemia in questi pazienti può portare a esiti negativi acuti e cronici. L’insulina, le sulfoniluree devono essere attentamente monitorate.
  • Insufficienza renale e/o epatica e altre comorbidità
    – I pazienti con diabete ed altre malattie, soprattutto insufficienza renale, disfunzione epatica, deficit cognitivi, malattie cardiovascolari, tumori gravi ecc., sono più vulnerabili all’ipoglicemia.
    – L’insufficienza renale per esempio ritarda la clearance di molte sulfoniluree, determinando un potenziale eccesso dei livelli nel sangue e quindi un maggior rischio di ipoglicemia.
  • Chirurgia bariatrica e metabolica
    – Recenti studi hanno documentato la frequente insorgenza di sintomi ipoglicemici dopo chirurgia dell’obesità (chirurgia bariatrica) o metabolica che compaiono in più di un terzo dei casi sottoposti a tale terapia chirurgica.

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