A cura del Centro Italiano Occhio Secco (CIOS)**
La sindrome dell’occhio secco (Dry Eye Syndrome, DES) rappresenta secondo l’OMS uno dei disturbi più ignorati e sottovalutati della nostra società nonostante l’ampia diffusione: in Italia, si stima che ne soffra il 90% delle donne in menopausa e il 25% degli adulti over 50 anni. I costi sono elevati e totalmente a carico della popolazione. Secondo le stime di uno studio del 2006, il costo annuale è risultato essere maggiore in Inghilterra (1100 dollari per paziente) rispetto a Spagna (800), Italia (600), Germania (500), Svezia (400), Francia (300), probabilmente a causa del diverso costo dei farmaci utilizzati.
L’alterazione qualitativa o quantitativa del film lacrimale, qualsiasi sia lo strato che ne è responsabile provoca la comparsa di “secchezza” dell’occhio con danni più o meno gravi della superficie oculare. Infatti, un film lacrimale alterato è instabile e si rompe tra un ammiccamento e l’altro dell’occhio, esponendo all’evaporazione l’epitelio della cornea e della congiuntiva. Numerose condizioni, fisiologiche e patologiche creano alterazioni del film lacrimale e spesso tutto l’apparato di protezione dell’occhio è vittima di patologie o situazioni generali del nostro organismo.
Senza film lacrimale, l’occhio non potrebbe muoversi, obbedire ai comandi del cervello e girarsi a destra e a sinistra, in su e in giù: senza questo lubrificante il nostro senso della vista rimarrebbe paralizzato o con un movimento faticoso che impedirebbe una visione piena.
Le palpebre funzionano come due piccole saracinesche
La funzione delle palpebre è quella di opporre un primo barriera di difesa ai nostri occhi: si alzano e si abbassano (ammiccano) e avvicinandosi fra loro, chiudono e proteggono l’occhio. Non solo: con questo movimento (circa 15.000 ammiccamenti al giorno) ricambiano in continuazione il film lacrimale che è prodotto da numerose ghiandole lacrimali.
Ogni volta che avviene un ammiccamento, le palpebre delicatamente pennellano la congiuntiva e la cornea, distribuendo uniformemente il film lacrimale.
Il film lacrimale: caratteristiche e funzioni
Il film lacrimale è lo strato di liquido che bagna le strutture anteriori dell’occhio, ossia è l’interfaccia tra l’occhio e ambiente. La luce giunge all’occhio passando attraverso le lacrime; la presenza di un buon strato di lacrime è fondamentale per consentire all’occhio di avere una buona visione.
Il secreto lacrimale è un liquido leggermente alcalino, caratterizzato dalla presenza di cloruro di sodio e di un enzima dotato di proprietà antibatteriche, il lisozima.
In condizioni normali, il film lacrimale viene continuamente distribuito sulla cornea dall’ammiccamento spontaneo delle palpebre.
Il film lacrimale è composto da tre strati:
1) Uno strato esterno, superficiale, formato da lipidi secreti dalle ghiandole sebacee delle palpebre (ghiandole di Meibomio).
Serve a ritardare l’evaporazione dello strato acquoso della lacrima e a lubrificare le palpebre.
2) Uno strato acquoso intermedio, che da solo costituisce il 90% dello spessore del film lacrimale; è secreto dalle ghiandole lacrimali.
Serve a umettare e lubrificare tutto il globo oculare.
3) Uno strato mucoso profondo, a contatto con la cornea, prodotto dalle cellule caliciformi della congiuntiva.
Contribuisce alla lubrificazione ma ha anche funzione protettiva, sia antibatterica che meccanica. Mantiene lo strato acquoso aderente all’epitelio della cornea che è idrorepellente.
Le ghiandole lacrimali accessorie producono continuamente una certa quantità di lacrime (secrezione basale). Inoltre, la ghiandola lacrimale principale è in grado di assicurare una produzione supplementare di lacrime in risposta a vari stimoli nervosi (luce, irritazione di congiuntiva, cornea, mucosa nasale, seni paranasali).
L’equilibrio ottimale tra la continua produzione di lacrime e il loro smaltimento mediante evaporazione e deflusso attraverso le vie lacrimali rappresenta un requisito indispensabile per la buona salute dell’occhio e per una visione piena e di qualità. Tale equilibrio può essere alterato, nel senso di ipo- o iperlacrimazione, sia per difetto di produzione che per difetto di smaltimento.
La sindrome dell’occhio secco
La Commissione Internazionale del National Eye Institute ha diviso la sindrome dell’occhio secco in due gruppi:
1 Ipolacrimie, da una ridotta produzione di lacrime, che a loro volta si dividono in ipolacrimie da Sindrome di Sjogren e ipolacrimie da altri fattori (patologie della ghiandola lacrimale, ostruzione dei dotti lacrimali, perdita della lacrimazione riflessa da herpes, diabete, obesità, lenti a contatto).
2 Dislacrimie provocate da aumentata evaporazione del film lacrimale non compensata da un aumento della secrezione (alterata chiusura palpebrale, blefariti, malattie sistemiche, menopausa, farmaci).
References
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- Peduzzi Marco, Nucci Paolo – Core curriculum oculistica. McGraw Hill Ed, 2012
- Balestrazzi Emilio, Manganelli Chiara – Oftalmologia. EMSI, Edizioni Mediche Scientifiche Internazionali, Roma, 2013
** Il Centro Italiano Occhio Secco (CIOS), nato a Milano e diffuso successivamente in tutta Italia, è la prima struttura completamente dedicata alla prevenzione e alla cura dell’occhio secco, attraverso un approccio personalizzato e multidisciplinare. Il CIOS, infatti, dispone di un team di specialisti di diverse discipline, in grado di offrire una terapia completa ed efficace, tra cui oculisti, ginecologi, reumatologi, endocrinologi, ed immunologi.
Il CIOS non si dedica solo alla cura dell’occhio secco, ma anche alla prevenzione, attraverso una reale formazione del paziente su come prevenire l’insorgenza di questo disturbo, a cominciare dal cambiamento delle abitudini quotidiane e della dieta.
Il CIOS è impegnato anche nella ricerca e negli studi epidemiologici sulla sindrome dell’occhio secco che ad oggi in Italia sono carenti se non inesistenti. Per questo motivo, su iniziativa del CIOS, sarà presto attivato il Registro Italiano Occhio Secco, la prima iniziativa a livello nazionale di raccolta dati per studiare questa sindrome.