Tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue, in particolar modo in soggetti che sono già in uno stadio di prediabete, è fondamentale per preservare la salute dei vasi sanguigni e per prevenire molte malattie vascolari.
A sostenerlo è un gruppo di ricercatori della Wake Forest University School of Medicine del North
Carolina, negli USA, che basandosi sui dati raccolti dal Mesa (Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis) è giunto alla conclusione che il diabete di tipo 2 e una glicemia a digiuno alterata siano associati a un rischio maggiore di incorrere in malattie cardiovascolari.
I soggetti presi in considerazione per lo studio, tutti di età compresa tra i 45 e gli 85 anni, sono stati suddivisi in 3 gruppi: il primo formato da 845 persone con un livello di glicemia a digiuno alterato, il secondo composto da 414 individui affetti da diabete di tipo 2 e il terzo costituito da 2240 persone con un livello di glicemia a digiuno normale.
Dopo aver sottoposto a risonanza magnetica ciascun soggetto, i ricercatori hanno evidenziato alcune differenze tra i tre gruppi di individui: la rigidità vascolare complessiva era di gran lunga peggiore nelle persone con glicemia a digiuno alterata rispetto a quelle con glicemia nella norma, mentre la rigidità dell’aorta toracica prossimale e della massa ventricolare sinistra erano pressoché uguali per gli individui con glicemia alterata e normale, ma notevolmente maggiori nei malati di diabete.
Questo perché, secondo gli esperti, è necessaria una prolungata esposizione a alti livelli di glucosio nel sangue per aumentare la rigidità dell’aorta toracica prossimale, ipotesi confermata dal fatto che tale rigidità fosse molto più marcata in soggetti in cura per il diabete da più di 6 anni.
Fonte: Diabetes 2009; 58: 946–953