Bambini con tanta sete e pipì eccessiva? Vale la pena di consultare il pediatra secondo Franco Cerutti, Presidente della Società di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp), perché potrebbe essere in agguato il diabete di tipo 1.
Un terzo segnale importante è il dimagrimento. Il diabete, raccomandano gli esperti, va diagnosticato e trattato subito per evitare una rischiosa complicanza chiamata chetoacidosi diabetica (DKA), che nella fase più grave può portare a edema cerebrale con conseguenze neurologiche importanti, fino al decesso.
Prende spunto da queste esigenze la nuova campagna di sensibilizzazione voluta dalla Siedp che sensibilizza proprio ai primi sintomi nello slogan “Tanta pipì? Tanta sete? Anche i bambini possono avere il diabete. Parlane con il tuo pediatra.”
La campagna a carattere nazionale prevede la distribuzione di materiale informativo, poster e locandine negli studi di 10 mila pediatri e nelle scuole. Sarà realizzato anche un video di pubblicità sociale con protagonista il duo comico Ale & Franz.
La campagna è organizzata dalla Siedp con la collaborazione di Agd Italia (Coordinamento tra le Associazioni italiane giovani con diabete), Fdg (Federazione nazionale diabete giovanile), Ispad (International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes) e Sip (Società Italiana di Pediatria).
Il diabete di tipo 1 in Italia
Secondo le stime della Siedp, si calcola che in Italia siano più di 200mila le persone con diabete di tipo 1, la forma giovanile, molte delle quali hanno manifestato i primi sintomi sin da bambini, anche in tenerissima età. Si calcola che il tasso di incidenza sia variabile: da 6-7 casi a 40 per 100mila bambini da 0 a 14 anni, a seconda delle regioni.
Una recente indagine coordinata dalla d.ssa Ivana Rabbone, dirigente medico dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, ha evidenziato che, tra i 14.493 bambini e adolescenti in cura presso 68 Centri di diabetologia Pediatrica (34 al Nord, 11 al Centro e 23 al Sud), in 2.453 casi la malattia si è manifestata nel biennio 2012- 2013. Tra questi soggetti, circa il 38,5% è stato ricoverato in chetoacidosi diabetica, il 10,3% con una forma grave. Considerando i bimbi di età prescolare, tale frequenza ha un’impennata al 72%, con il 16,6% di forme gravi. La chetoacidosi diabetica è gravata da un tasso di mortalità dello 0,15-0,30%, che può aumentare anche notevolmente in caso di edema cerebrale.
L’impegno costante di tutti gli attori in gioco: istituzioni scolastiche e sanitarie, associazioni di pazienti, medici e paramedici e delle associazioni scientifiche è quindi fondamentale per prevenire il diabete mellito di tipo 1 e la chetoacidosi diabetica in età pediatrica. L’obiettivo della campagna è proprio quello di contribuire ad abbattere il più possibile questa emergenza clinica sensibilizzando la popolazione.
Reference
- Comunicato ANSA, 21 marzo 2016