In Piemonte, oltre 220.000 pazienti sono affetti da diabete mellito (il diabete di tipo 2). In Italia, il diabete è la più diffusa e importante malattia metabolica. Purtroppo i numeri sono destinati a crescere esponenzialmente in tutti i Paesi dove le conquiste legate al benessere economico hanno portato a stili di vita dannosi, quali un’errata ed eccessiva alimentazione e un’esasperata sedentarietà. Come affrontare al meglio il diabete di tipo 2 ? “In coppia”, lo confermano le statistiche emerse da una indagine GfK – Eurisko (Il caregiver del paziente diabetico: una funzione fondamentale nella gestione della patologia), condotta su circa 900 pazienti diabetici e 100 caregiver. Secondo l’indagine in 9 casi su 10, il caregiver svolge un ruolo fondamentale per il paziente diabetico, motivandolo e sostenendolo concretamente nel tenere sotto controllo la glicemia.
Anche a Torino, per la campagna “Due in uno: combinazione vincente contro il diabete”, mercoledì 25 novembre alle 11 al Centro Congressi Unione Industriale di Torino in via Vela 17, si tiene una conferenza aperta al pubblico con gli specialisti dell’Università di Torino Paolo Cavallo Perin, Gianni Boella, Fabio Broglio, Ezio Ghigo e, a rappresentare i pazienti, Ezio Labaguer, coordinatore locale FAND Associazione Italiana Diabetici.
L’iniziativa è stata ideata da FAND e O.N.Da. Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna con il supporto di Novartis, il patrocinio di AMD Associazione Medici Diabetologi, SIMG Società Italiana di Medicina Generale e con gli auspici di SID Società Italiana di Diabetologia.
Dalla ricerca Eurisko è emerso che, rispetto ai pazienti che vivono soli, coloro che hanno a fianco i caregiver che li assistono si sentono più soddisfatti di se stessi e della loro vita (il doppio rispetto a chi vive da solo) e anche un po’ più attivi (63% contro 56%). In generale riescono ad accettare meglio la propria condizione.
“La donna –spiega Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna– che da sempre svolge una funzione di tutela del benessere e della salute di tutta la famiglia, è infatti doppiamente colpita sia perché si ammala più degli uomini, soprattutto dopo i 70 anni, sia perché svolge l’importantissimo ruolo di caregiver, custode della salute dei familiari prima ancora che della propria.”
La donna caregiver offre al paziente un supporto importante su una serie di aspetti legati alla gestione anche quotidiana della patologia. Ricorda per esempio al paziente di assumere la terapia (nel 76% dei casi), lo supporta nel seguire una dieta controllata (che nel 74% dei casi diventa lo stile alimentare dell’intera famiglia). Nel 50% dei casi lo accompagna alle visite di controllo dal medico e infine lo esorta a praticare attività fisica (il 55% dei casi).
“Il diabete –afferma il professor Paolo Cavallo Perin dell’Università di Torino– colpisce il 5% della popolazione, a cui si aggiunge il 2,5% che sono diabetici ma non lo sanno e il 15% di soggetti a rischio a causa di obesità, predisposizione genetica, ecc. Questa patologia il più delle volte è diagnosticata dopo 7 anni dalla sua comparsa e all’insorgenza delle sue peculiari complicanze. I dati impongono di rendere consapevoli i pazienti dell’importanza di una cura adeguata, di centrare l’obiettivo della diagnosi precoce, di rivolgere l’attenzione ai soggetti a rischio portandoli ad intervenire sullo stile di vita”.
Gli fa eco il professor Fabio Broglio dell’Università di Torino “Gli studi –spiega- hanno mostrato quanto sia importante ricercare con determinazione un ottimale controllo della malattia diabetica sin dalla sua diagnosi e i nuovi farmaci costituiscono un importante strumento aggiuntivo altamente efficace”.
Tra le novità in campo terapeutico sono da poco disponibili anche in Italia antidiabetici che abbinano alla metformina la nuova classe degli inibitori della DPP-4 in un’unica compressa, come vildagliptin.
E continua Fabio Broglio “Le nuove classi farmacologiche consentono di intervenire in tutta sicurezza d’azione, con minori effetti collaterali, quali episodi di ipoglicemia e aumento di peso, rispetto ad altre opzioni terapeutiche. La sperimentazione in vitro e su animali suggerisce inoltre che queste sostanze rallentino il progressivo declino della capacità pancreatica di produrre insulina, fenomeno comune nella storia del Diabete tipo 2, lasciando intravvedere la possibilità che tali farmaci permettano un più lungo tempo di terapia prima della necessità di dover assumere insulina”.
L’incidenza del diabete è in costante aumento, soprattutto nei paesi industrializzati e colpisce più di 250 milioni di persone nel mondo.
Fonte: 24 novembre 2009, italia-news.it