Charity Awards 2023: ben 3 Premi a Fondazione Italiana Diabete per La partecipazione alla 21° Milano Relay Marathon.
L’evento, andato in scena il 19 aprile ‘23 a Milano, presso l’Open di viale Monte Nero, ha premiato le Organizzazioni non profit (ONP), le aziende solidali, le staffette e i singoli fundraiser che si sono distinti nella raccolta fondi, in occasione della 21a Enel Milano Marathon, che in tutto ha totalizzato oltre un milione di euro, raccolti da quasi 17 mila donatori per le 92 Organizzazioni No Profit coinvolte.
Chiusa ufficialmente l’edizione 2023
L’appuntamento del 19 aprile chiude ufficialmente l’edizione 2023 dei Charity Awards, nonché la raccolta fondi che, dal 2010, accompagna la Lenovo Relay Marathon e il Milan Marathon Charity Program, introdotto per incentivare i runner, attraverso la partecipazione all’evento, a supportare le ONP e a finanziare le loro attività e i progetti benefici.
FID: raccolti oltre centomila euro e ricevuti tre premi
Fondazione Italiana Diabete (FID), che raccoglie fondi per finanziare la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1, nonostante fosse al primo anno di partecipazione e con solamente 23 staffette ha raccolto oltre centomila euro e ricevuto appunto 3 premi:
CATEGORIA ONP TOP FUNDRAISER
2a classificata: Fondazione Italiana Diabete (circa 103 mila euro).
CATEGORIA PERSONAL FUNDRAISER
- PREMIO VIP: Massimo Ambrosini per Fondazione Italiana Diabete. Circa 50 mila euro la sua personale raccolta.
- PREMIO FABRIZIO COSI: Fondazione Italiana Diabete con Francesca Ulivi, Direttore Generale e Comunicazione, per lo sviluppo della migliore campagna di comunicazione.
Un risultato straordinario e molto coinvolgente
Lo sport si è dimostrato ancora una volta uno strumento di coinvolgimento incredibile; quello che abbiamo raggiunto è un risultato davvero inaspettato, – confessa Nicola Zeni, Presidente di Fondazione Italiana Diabete – “dobbiamo ringraziare gli oltre 90 runner che hanno corso e raccolto fondi per noi, le oltre duemila persone che hanno donato, le aziende che ci hanno sostenuto (MOVI, Superbello, Under Armour, DAZN, Pattini) e le altre associazioni e fondazioni che hanno scelto noi per partecipare o donare (Adiuvare, Fondazione Bongianino, WeLoveInsulina e ANIAD).
Un grazie enorme va a Massimo Ambrosini che ha dato tutto sé stesso per la nostra causa comune: guarire il diabete di tipo 1, raccogliendo da solo quasi la metà dei fondi che abbiamo totalizzato.
“Continueremo a correre per la ricerca, anche l’anno prossimo” – aggiunge Massimo Ambrosini, dopo aver ringraziato i suoi ex compagni di squadra Dida e Costacurta, che hanno fatto la staffetta con lui e le tantissime persone che lo hanno sostenuto nella raccolta – “ma correremo con un obiettivo nuovo e più elevato, perché le sfide ci piacciono”.
Aggiunge Francesca Ulivi, Direttore Generale e Comunicazione di FID: “ricevere anche il premio intitolato a Fabrizio Cosi, è una grande emozione per chi, come me, lo ha conosciuto. Lui diceva: non possiamo decider quando morire, ma possiamo decidere come vivere. Ecco, tutti noi in Fondazione Italiana Diabete abbiamo deciso di vivere per fare tutto quel che possiamo perché un giorno il diabete di tipo 1 sia una malattia che non esiste più, perché potrà essere curata o prevenuta grazie alla ricerca scientifica”.
Per saperne di più su Fondazione Italiana Diabete Onlus – FID
Da oltre dieci anni FID è l’unica Fondazione in Italia dedicata esclusivamente alla raccolta fondi per la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1, la forma autoimmune della malattia, che nella metà dei casi esordisce da bambini o adolescenti. La Fondazione è stata creata 12 anni fa dai genitori di un ragazzo che si è ammalato di diabete di tipo 1 a 18 mesi ed è gestita interamente da persone colpite dalla malattia. Fondazione Italiana Diabete raccoglie fondi in maniera autonoma e indipendente da aziende farmaceutiche, istituzioni e società scientifiche e li distribuisce, su base competitiva, ai migliori Istituti di ricerca e Università, impegnati nel trovare una cura definitiva a questa malattia autoimmune che sconvolge la vita dei malati e delle loro famiglie.
www.fondazionediabete.org
info@fondazionediabete.org
Cosa è il diabete di tipo 1
Il diabete di tipo 1, spesso confuso con il più diffuso diabete di tipo 2, con il quale però non ha nulla a che fare, è infatti una malattia autoimmune, causata da un “corto circuito” del sistema immunitario che scatena contro le cellule pancreatiche che producono l’insulina (beta cellule) degli autoanticorpi che le distruggono. La scienza conosce questo processo, tipico di tutte le altre malattie autoimmuni come ad esempio la più nota Sclerosi Multipla, ma non sa ancora a quale causa si debba la sua origine. La malattia non è quindi oggi guaribile né prevenibile, anche se alcuni anticorpi monoclonali stanno dando i primi risultati nel rallentarne l’evoluzione in fase di esordio. L’unico modo per sopravvivere per le persone colpite è iniettare insulina molte volte al giorno, per tutta la vita.
La terapia insulinica per un diabetico di tipo 1, il cui corpo non produce più insulina, è una delle terapie più complesse che esista in clinica, perché il fabbisogno è determinato da molti fattori diversi (non solo dal cibo ingerito ma anche, ad esempio, dal livello di attività fisica e dall’ansia anche solo per un compito in classe); le dosi nella quotidianità – dopo un iniziale set-up con il diabetologo – vengono decise autonomamente dai pazienti e l’ormone esogeno, se iniettato in eccesso o in difetto, può causare svariate complicanze acute o croniche, tra cui il coma (per ipoglicemia o all’opposto per chetoacidosi diabetica) e la morte. Secondo gli studi più aggiornati, un diabetico di tipo 1 ha un’aspettativa di vita di circa dieci anni inferiore rispetto alla media.
La vita con il diabete di tipo 1 è migliorata incredibilmente grazie alla ricerca su farmaci e tecnologie (nuove insuline, sensori, microinfusori, pancreas artificiale), ma la malattia rimane inguaribile, non prevenibile e di estrema complessità gestionale. L’esordio è spesso un trauma per famiglie e malati; nel 50% dei casi il diabete di tipo 1 infatti insorge nei bambini. In tutto i malati nel nostro Paese sono circa 190 mila.