La rivista britannica online Bmc Medicine ha pubblicato una metanalisi da cui risulta che, se in una coppia uno dei coniugi ha il diabete, per l’altro coniuge aumenta la probabilità di ammalarsi; gli studiosi del McGill University Health Centre di Montréal sono arrivati a questa conclusione cercando di scoprire se i comportamenti a rischio di uno dei componenti della coppia, per esempio le cattive abitudini alimentari, possano essere condivisi in famiglia, e quindi avere conseguenze anche sull’altro coniuge.
Nel corso dello studio sono stati analizzati i dati dei principali database biomedici, relativi a oltre 75mila (75.498) coppie, tratti da studi condotti dal 1997 al 2013, in particolare relativi all’età, alla durata del matrimonio, all’indice di massa corporea e allo stato socioeconomico. Sono stati sottoposti a revisione sistematica sei dei 2.705 studi considerati, e cinque alla metanalisi, ed è risultato che se uno solo dei componenti della coppia è affetto da diabete franco, o da forme di disglicemia classificabili come prediabete, anche per l’altro aumenta il rischio di ammalarsi.
Aaron Leong, primo autore dello studio, spiega: «Quando un medico raccoglie l’anamnesi del paziente, chiede notizie in merito alla famiglia di origine, genitori, zii, fratelli o sorelle, ma i nostri risultati evidenziano che anche la storia coniugale potrebbe essere un fattore da considerare. Le nostre stime suggeriscono che una storia di diabete nel coniuge si associa a un aumento del rischio di diabete per l’altro partner del 26%; la presenza di diabete in uno dei coniugi può però costituire uno strumento di diagnosi precoce, grazie alla maggiore sorveglianza reciproca. Inoltre, è noto che gli uomini sono meno propensi delle donne a consultare il medico, e una compagna diabetica al fianco potrebbe spronarli a controllarsi di più. Conoscere tale rischio potrebbe indurre le coppie a migliorare le abitudini alimentari e ad aumentare l’attività fisica».
Fonte
Leong A, Rahme E, Dasgupta K – Spousal diabetes as a diabetes risk factor: A systematic review and meta-analysis. BMC Med 2014 Jan 24;12(1):12