Nei giorni scorsi, durante il congresso della Società Europea di Cardiologia di a Parigi, si è discusso di come mantenere in buona salute il cuore e si è cercato di trovare criteri che valgano dai giovani sedentari e sovrappeso, alle donne e agli uomini che dopo una ‘certa età’ accumulano peso, ai lavoratori stressati, agli anziani affaticati dalla vita. Prevenzione, dunque, insieme alle nuove terapie. Marino Scherillo, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, spiega: «Alcuni ‘capisaldi’ valgono sempre: non fumare, fare attività sportiva e mangiare in modo corretto sono i consigli buoni a 20 come a 50 anni. Per mantenere il cuore in buona salute bisogna iniziare l’attività sportiva fin da giovani; anche il ballo è perfetto, fa bruciare molte calorie ed è divertente, elemento che aiuta a non mollare dopo i primi entusiasmi». Dell’alimentazione si è occupata la ricerca Ikaria, condotta in Grecia su circa 1.500 soggetti, che ha rivelato che iniziando da giovani una sana e regolare alimentazione, è più probabile superare gli 80 anni in buona salute. Secondo la ricerca greca regole fondamentali di una buona alimentazione sono: frutta e verdura per un terzo della razione quotidiana di cibo, pesce tre volte alla settimana, carni bianche e poche carni rosse, pochi dolci, massimo un bicchiere di vino a pasto, poco caffè. Un altro elemento fondamentale per una dieta sana è l’olio di oliva, come sottolinea il docente di Cardiologia all’Università di Ferrara e past president dell’European Society of Cardiology (Esc), Roberto Ferrari: «L’elemento principale è l’olio di oliva, usato come condimento ogni giorno e fonte di preziosi grassi mono e polinsaturi; usato crudo ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti».
Il controllo del peso è sempre necessario; per esempio, per le donne in menopausa che hanno accumulato un po’ di peso, è sufficiente perdere 4 chili per regolarizzare il battito cardiaco e diminuire la frequenza. Le donne, inoltre, dovrebbero controllare il loro cuore prima di affrontare una gravidanza, come sottolinea il presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), Nicola Surico: «Le donne partoriscono più tardi e più facilmente sono obese, ipertese e diabetiche, e il cuore, nelle ultime settimane di gravidanza e durante il parto, è esposto a un superlavoro». Vale nello stesso modo per gli uomini e per le donne, l’altra indicazione per la salute del cuore di chi ha superato i 40 anni che arriva da una ricerca finlandese: nell’85% delle placche coronariche si trovano infatti batteri responsabili di ascessi dentali. Anche il sonno può aiutare nella prevenzione: è bene dormire almeno sei ore per notte per evitare il rischio di ipertensione, ed evitare il russamento, magari perdendo peso, perché le apnee notturne possono associarsi a una maggiore incidenza di disturbi cardiovascolari. Bisogna andare a dormire non prima di un’ora dal pasto, come rivela uno studio condotto su circa 1.000 ultracinquantenni, per ridurre il rischio di ictus. Secondo un’altra ricerca, finlandese, presentata a Parigi, il rischio d’infarto si ridurrebbe se si riuscisse a evitare gli straordinari e i lavori stressanti.
La rabbia è un’emozione che può aumentare il rischio d’infarto ma si può combatterla con il sorriso, come raccomanda Ferrari: «Ridendo, i vasi sanguigni si ‘rilassano’, si riduce così la pressione e cala il rischio d’infarto. Se invece siamo stressati e preoccupati per la maggior parte del tempo, il corpo in allerta produce più adrenalina, le coronarie si stringono, sale la frequenza cardiaca e, se c’è aterosclerosi, il rischio d’infarto è concreto».
Il matrimonio benefico per il cuore: lo dimostra uno studio canadese condotto su 4.500 vittime d’infarto, secondo cui il matrimonio può allungare la vita grazie alla tempestività con cui il coniuge può chiamare soccorsi, e una ricerca dell’American Psychological Association che afferma che la probabilità di sopravvivere a un’angioplastica aumenta di tre volte con un matrimonio felice. Il divorzio, invece, ha un’influenza molto negativa, come dimostra uno studio dell’Università dell’Ohio: provocherebbe aumento di peso, soprattutto negli uomini sopra i 30 anni. Il medico di base se è anziano e se visita meno di 200 pazienti alla settimana è più sicuro per la valutazione dei rischi cardiovascolari perché può dedicare più tempo alle visite: questa la conclusione di una ricerca che è stata condotta in Europa, su oltre 5mila pazienti di 12 paesi, compresa l’Italia.
Fonte: 12 settembre 2011, corriere.it