Più aderenza alla terapia, più salute per i malati cronici

Più aderenza alla terapia, più salute per i malati cronici

A cura del Comitato per l’Aderenza alla Terapia**

La scarsa aderenza alle terapie è un problema molto frequente fra gli anziani che nel 61% dei casi sono affetti da patologie croniche che – secondo le ultime stime colpiscono oltre otto milioni e 400 anziani. Ben il 70% di loro, non segue i trattamenti in modo corretto o li abbandona dopo breve tempo. Un problema dovuto alla condizione di fragilità di queste persone, particolarmente acuita in questo periodo dall’epidemia da coronavirus. La mancata adesione alle terapie aumenta le ricadute, le ospedalizzazioni e il rischio di mortalità, proprio in una fase critica per il sistema sanitario, che deve far fronte all’emergenza causata dalla COVID-19. Sono alcuni dei dati evidenziati dal Comitato Italiano per l’Aderenza alla Terapia (CIAT) in occasione del 12 aprile 2020, Giornata Nazionale dell’Aderenza alla Terapia.

12 aprile 2020, Giornata Nazionale dell’Aderenza alla Terapia

“In un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicato interamente al tema dell’Aderenza Terapeutica a Lungo Termine, la stima dell’aderenza alle cure, nei pazienti che soffrono di malattie croniche, risulta solo del 50% – spiega Pierpaolo Sileri, Viceministro della Salute -. Per questa ragione è stato importante istituire una Giornata Nazionale dell’Aderenza Terapeutica: per sensibilizzare cittadini, pazienti, chi li assiste (caregivers, familiari e professionali) e le Istituzioni della necessità di seguire correttamente le cure. Il problema riguarda in particolare gli anziani, che sono persone attive, piene di vita e rappresentano la memoria del nostro Paese, oltre ad essere un importante riferimento per il welfare familiare degli italiani. L’emergenza Coronavirus ha evidenziato e spinto ad un’implementazione della sanità digitale, per assicurare la continuità assistenziale e gestire la cronicità. Grazie alla sanità digitale, i medici clinici possono essere più vicini ai loro pazienti anziani, come a tutti gli altri pazienti, garantendo prestazioni a domicilio attraverso servizi di televisita, teleassistenza e telemonitoraggio. Strumenti a cui tutti i pazienti devono essere introdotti al meglio e al più presto, perché favoriscono l’aderenza alle terapie e garantiscono una vita più lunga e più sana”.

Scarsa aderenza, maggiori ospedalizzazioni e costi più salati

Quasi 24 milioni di italiani, il 40% della popolazione, sono colpiti da almeno una malattia cronica (ipertensione, diabete, tumori, osteoporosi, insufficienza renale, malattie reumatologiche, cardiovascolari ecc…) – afferma Antonio Magi, Segretario Generale SUMAI (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria) -. Queste patologie assorbono circa l’80% dei costi sanitari complessivi, con uscite pari a 66,7 miliardi di euro ogni anno.

La mancata adesione ai trattamenti può comportare conseguenze molto gravi per il paziente e per il sistema sanitario, ad esempio un elevato tasso di ricadute e di ospedalizzazioni che, oltre a determinare ripercussioni negative sull’evoluzione della malattia, rappresentano un peso non indifferente per la famiglia e per la società. Per molte patologie croniche, la mancata adesione si traduce inoltre in un aumento della morbilità e mortalità. Dati relativi alla gestione delle malattie cardiovascolari, ad esempio, evidenziano un aumento della mortalità nei pazienti non aderenti. E il contagio con il Coronavirus potrebbe incidere su una condizione di salute già complessa e compromessa”.

Che cosa si può fare

Il lavoro da fare per migliorare i comportamenti dei malati cronici è ancora tanto, innanzitutto potenziando la specialistica ambulatoriale pubblica che ha da sempre in carico questi malati e li deve seguire nel loro percorso, anche educativo.
In <strongbItalia, si riscontra una bassa aderenza nel:
· 32,9% delle persone che assumono antiipertensivi;
· 41,6% per le terapie ipoglicemizzanti contro il diabete
;
· 40,1% per le cure antidepressive;
· 14,1% per le cure contro l’osteoporosi;
· 24,6% per i trattamenti per l’ipertrofia prostatica benigna.

Quali sono le principali motivazioni alla mancata aderenza?

“In questo periodo, in molti pazienti c’è il timore che i farmaci assunti per la cura della patologia cronica li espongano a un maggior rischio di contrarre la COVID-19, ma non vi è, a oggi, alcuna evidenza scientifica in questo senso e dobbiamo rassicurarli – evidenzia Pier Luigi Bartoletti, vice segretario nazionale FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia) -. Va ricordato che, nonostante le aperture del Ministero della Salute e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), la prescrizione di alcuni farmaci (antidiabetici orali, anticoagulanti, farmaci contro la broncopneumopatia cronica ostruttiva, BPCO), che portano a un miglioramento della compliance e dell’aderenza terapeutica, è ancora preclusa ai Medici di Medicina Generale, con grave disagio per i pazienti”.

Le 5 dimensioni dell'aderenza alla terapia“È essenziale sensibilizzare i cittadini sull’importanza di continuare a seguire le terapie, soprattutto in questa fase di emergenza – spiega Guido Grassi, Presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa/Lega Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa (SIIA) -. L’ipertensione arteriosa non rappresenta un fattore predisponente all’infezione da Coronavirus. In Italia, sono 18 milioni le persone ipertese: non devono modificare o abbandonare la terapia antiipertensiva, che si è dimostrata nel corso del tempo in grado di proteggere le persone dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari, quali l’infarto miocardico, lo scompenso cardiaco, la morte improvvisa e l’insufficienza renale. Società scientifiche nazionali, europee e internazionali, oltre all’AIFA, hanno raccomandato di non modificare la terapia in atto con antiipertensivi nei pazienti ipertesi ben controllati, perché esporre persone fragili a potenziali nuovi effetti collaterali o a un aumento di rischio di eventi avversi cardiovascolari non appare giustificato”.

A compromettere la capacità del paziente di essere aderente alla terapia in maniera adeguata e costante è anche la lunga durata dei trattamenti.

In aggiunta, le malattie croniche sono spesso associate ad altre patologie ed è necessario il ricorso a più farmaci (politerapia), elemento che rende ancora più complessa la corretta adesione, soprattutto per le persone over 65. Basta pensare che, nel nostro Paese, l’11% degli anziani deve assumere ogni giorno 10 o più farmaci.

“Gli studi evidenziano come la qualità della relazione terapeutica medico-paziente rappresenti una componente fondamentale per l’adesione terapeutica” – sottolinea Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM – Inoltre, è importante una revisione attenta dei trattamenti e, se possibile, una loro semplificazione. Quando le terapie sono troppo complesse, i pazienti dimenticano con maggiore probabilità ciò che viene loro spiegato ed è possibile che non seguano le istruzioni ricevute o commettano errori. La semplificazione del regime terapeutico rappresenta l’intervento più immediato per incrementare l’adesione, soprattutto se la complessità delle cure non si concilia con la qualità di vita del paziente”.

Diagnosi precoce, buona aderenza si traducono in risparmi e qualità di vita

“Il progetto del Comitato Italiano Aderenza Terapeutica (CIAT) coinvolge tutti i clinici che ogni giorno affrontano il problema, fra cui diabetologi, cardiologi, oncologi, medici di famiglia, reumatologi, pediatri, oculisti, dermatologi, pneumologi, urologi e psichiatri – conclude Roberto Messina, Presidente Senior Italia FederAnziani.

“Negli ultimi dieci anni, in Italia, i cittadini over 65 sono passati da 12,1 a 13,9 milioni, con una crescita di 1,8 milioni. La mancata adesione ai trattamenti ha come dirette conseguenze la riduzione dell’efficacia e della sicurezza dei farmaci e costi sociali notevoli. Secondo i dati del Centro Studi di Senior Italia FederAnziani, diagnosi precoce e sviluppo dell’aderenza possono determinare fino a 19 miliardi di euro di risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale e un significativo miglioramento in termini di salute per l’intera popolazione dei malati cronici”.

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References

** Il Comitato per l’Aderenza alla Terapia (CIAT), riunisce società scientifiche, medici (FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), farmacisti (Federfarma), infermieri (FNOPI, Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), Istituzioni e associazioni di pazienti. L’obiettivo primario è quello di sensibilizzare la popolazione, i pazienti, i caregivers, le Istituzioni, i politici sull’importanza dell’aderenza alla terapia. Il CIAT si muove a livello nazionale ed europeo.  Per favorire la condivisione del progetto, è stato presentato il disegno di legge che prevede l’Istituzione della “Giornata nazionale dell’aderenza alle terapie” per il 12 aprile di ogni anno. La ‘Settimana dell’aderenza” 2020, la prima mai realizzata, intende promuovere la cultura dell’aderenza terapeutica a 360 gradi.  Sono previsti momenti di confronto e formativi, ma anche di gioco e coinvolgimento per i più giovani.  Soprattutto nei confronti degli anziani, figli e nipoti possono fare molto per aiutare, sostenere e supportare i nonni nel percorso di cura.

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