Ti racconto una storia … per non fare storie

Ti racconto una storia … per non fare storie

A cura di Roberto Lambertini, blogger “Il mio diabete”

Il mio diabete: raccontare ma anche informare sulla malattia

Al principio era il verbo, il racconto, autoreferenziale, ma sempre racconto, esposizione narrativa di quanto vivevo e annotavo della mia vita, passata presente e nonché delle aspirazioni per il futuro con una malattia, il diabete tipo 1, scoperta nel 1963 all’età di un anno e otto mesi.

Un racconto con una parabola evolutiva vista nell’ottica non solo dei progressi fatti nella terapia e nelle tecniche biomedicali, ma anche di una crescita costante e verticale dei trattamenti farmacologici e delle tecniche impiegate nell’autocontrollo a tutto campo in questa patologia, sia per cercare di mantenerla “livellata” nei valori dello zucchero nel sangue (glicemia) come per scongiurare o allontanare la comparsa di complicanze diabetiche ad organi quali: occhi, reni, cuore e cervello che dominano il quotidiano di una persona con diabete in terapia intensiva con insulina, gestito sia con iniezioni sia tramite microinfusore e sistema di monitoraggio continuo del glucosio. Così è iniziato il percorso aperto quindici anni fa con il blog Il Mio Diabete e così è andato avanti per sette anni; poi la parte narrativa ha cominciato a cedere il passo verso un taglio più informativo in generale e rivolto ai temi della ricerca e cura per il diabete tipo 1.

La narrazione non è mai stata abbandonata sia nel blog che diramazioni social, ospitiamo diverse testimonianze e racconti personali di vite complesse ma che, con successo, sono riuscite a superare difficoltà e ostacoli.

Malattie croniche, quel racconto che favorisce la cura …

Oggi si parla, si scrive, si filma e scatta e tratta fino all’inverosimile di medicina narrativa, storytelling e tutte le pratiche del racconto di vita. Solo di libri nei diversi formati disponibili a sfondo autobiografico con il diabete e in italiano ne sono stati pubblicati un centinaio negli ultimi dieci anni, tra autoproduzioni e pubblicazioni classiche. Ma se andiamo sul web la quantità di media e materiali è veramente incalcolabile e con una tendenza in crescita esponenziale grazie al ruolo pesante giocato dai social network – Facebook, Instagram e Youtube in modo principale.

Il sempreverde proverbio “il troppo stroppia” è attuale e ci mette davanti a un interrogativo di fondo: il racconto di vita vissuta, l’autobiografia con la malattia, a parte il versante motivazionale sia per l’autore che per il lettore, di incoraggiamento e diretto a sconfiggere le remore, paure e interrogativi legati al destino di ciascuno di noi, della serie: che sarà di me, quale beneficio interiore e profondo ci porta?

… ma la vita non concede alibi. La Storia siamo Noi.

Non certo a cercare di fare la vita degli altri o cercare di imitare esistenze che sono e restano uniche, a prescindere da tutto, diabete compreso, ma il racconto ci deve aiutare a trovare la nostra strada perché sta proprio qui la consapevolezza che dobbiamo raggiungere per vivere la vita fino in fondo: fare la nostra vita, accumulare esperienze, errori e conoscenze per trovare l’equilibrio necessario a esistere fino in fondo e non morire dentro.

Tutto questo si chiama coraggio e forza di volontà, perché prima di fare affidamento sugli altri dobbiamo contare su noi stessi. La storia la facciamo noi.

Roberto Lambertini

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