A cura della prof.ssa Maria Rita Montebelli* e del dr. Andrea Sermonti**, Ufficio stampa SID
In vari studi si è osservato che le persone con diabete tipo 1 (DT1) sono esposte a un maggior rischio di fratture rispetto al resto della popolazione. La carenza di insulina sembra quindi svolgere un ruolo importante anche nel determinare la fragilità ossea associata a questa malattia. È noto che il trapianto di isole pancreatiche consente il ripristino della fisiologica produzione di insulina, permettendo così di guarire dal diabete tipo 1. Tuttavia, gli effetti del trapianto sul rischio di fratture non sono al momento noti. Ed è proprio questo aspetto che alcuni giovani ricercatori sono andati ad indagare. “Obiettivo del nostro studio – spiega la dottoressa Caterina Conte, Irccs Ospedale San Raffaele di Milano – è stato quello di valutare se il ripristino della secrezione di insulina, mediante trapianto di pancreas, riduca il rischio di frattura nelle persone con diabete di tipo 1 e normale funzione renale”. Questa è una delle ricerche presentate dai giovani soci SID al 55° Congresso annuale dell’EASD, Barcellona 16-20 settembre 2019.
L’analisi dei dati dei pazienti trapiantati dal 2004 al 2017
Gli autori dello studio hanno analizzato i dati relativi alle persone con diabete di tipo 1 sottoposte a trapianto di pancreas presso l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, registrando le fratture riportate nella documentazione clinica e dai pazienti stessi, e visionando le radiografie del torace per individuare eventuali fratture vertebrali. Trentotto (38) pazienti avevano dati disponibili per le analisi e hanno acconsentito a partecipare allo studio. 17 (45%) di loro avevano riportato almeno una frattura (qualsiasi frattura tranne cranio, mani, piedi o vertebre) e di questi solo 4 si erano fratturati dopo il trapianto di pancreas. Le fratture vertebrali sono state diagnosticate in 13 pazienti al momento del trapianto, e a solo 3 di loro è stata diagnosticata una ulteriore nuova frattura dopo il trapianto.
“È possibile dunque – commenta la dott.ssa Conte – che il ripristino della fisiologica produzione di insulina mediante trapianto di pancreas riduca la fragilità ossea e il rischio di fratture nelle persone con diabete di tipo 1. Prima della nostra ricerca, solo un altro studio aveva valutato l’effetto del ripristino della secrezione di insulina sul rischio di frattura, confrontando il trapianto di rene-pancreas con quello di solo rene in persone con diabete di tipo 1; lo studio aveva evidenziato un minor rischio di frattura nelle persone con trapianto di rene-pancreas, rispetto al trapianto di solo rene. Tuttavia, le persone sottoposte a trapianto di rene o rene-pancreas oltre al diabete sono affette da insufficienza renale, che di per sé è causa di fragilità ossea. Con il nostro studio abbiamo valutato in maniera più precisa e per la prima volta l’effetto della guarigione dal diabete mediante trapianto di pancreas sul rischio di frattura”.
“Questo lavoro – commenta il prof. Antonio Secchi dell’Università Vita-Salute San Raffaele – conferma l’elevato rischio di frattura nelle persone con diabete di tipo 1. Il trapianto di pancreas potrebbe avere un effetto positivo sulla salute dell’osso, in particolare sul rischio di fratture vertebrali. Infatti, nonostante l’elevato numero di pazienti con fratture vertebrali al momento del trapianto (un fattore di rischio per lo sviluppo di altre fratture di questo tipo), sono pochi quelli ai quali ne è stata diagnosticata un’altra, dopo il trapianto”.
References
Conte1,2, S. Frara2,1, S. Costantini2,3, E. Falbo2, C. Socci1, P. Maffi1, M. Scavini1,4, A. Secchi2,1 – Effect of type 1 diabetes remission on fracture risk
Ricerca presentata al 55° EASD, Barcellona, 16-20 settembre 2019
1 IRCCS San Raffaele Scientific Institute, Milan, Italy
2 Vita&Salute San Raffaele University, Milan, Italy
3 Epatocentro Ticino, Lugano, Switzerland
4 Diabetes Research Institute, Milan, Italy
*La dott.ssa Maria Rita Montebelli è medico specialista in endocrinologia al Dipartimento di Scienze gastroenterologiche, endocrino-metaboliche e nefro-urologiche del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roma.
Si occupa da molti anni di divulgazione medico-scientifica, come giornalista, moderatore di incontri scientifici, addetto stampa. Scrive per Quotidiano Sanità e per il portale Salute di Repubblica.
**Il dr. Andrea Sermonti è giornalista, laureato in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma, attualmente Direttore di StudioNews, Bruxelles, Società di servizi stampa, specializzata nell’offerta di service giornalistici per i quotidiani e on line nonché nell’organizzazione di conferenze ed eventi media.