Alcune application ne riducono i potenziali rischi.
Gli schermi con retroilluminazione a LED, di cui sono dotati dispositivi come smartphone, tablet che molti di noi si portano tutte le sere anche a letto, a lungo andare possono avere effetti negativi sul fisico, sulla vista e soprattutto sul ritmo sonno-veglia. Nello specifico, sembra che a causare disturbi del sonno sia la luce blu brillante degli schermi. Queste emissioni di luce a onde corte influiscono sulla produzione di melatonina, l’ormone che regola i cicli del sonno e della veglia.
La secrezione di melatonina viene regolata dalla luce: quando lo stimolo luminoso arriva alla retina viene trasmesso un segnale a una piccola ghiandola nel cervello, l’epifisi (chiamata anche ghiandola pineale) che inibisce la secrezione dell’ormone. Il buio, al contrario, stimola il rilascio di melatonina. Per questo motivo la melatonina ha un picco nelle ore notturne e valori molto più bassi (nadir) durante il giorno.
La riduzione di melatonina può causare insonnia e i disturbi a essa collegati. «Gli smartphone sono perfetti per disturbare il sonno» spiega Russell Johnson, professore di management presso la Michigan State University. «Tenendoci mentalmente impegnati fino alla sera tardi rendono più difficile staccare dal lavoro, rilassarsi e addormentarsi» (Fonte Focus).
Per chi non può smettere neppure di notte di essere connesso sono nate tutta una serie di app e nuove funzionalità per attenuare i toni del blu a seconda dell’ora del giorno in cui viene usato il dispositivo e della posizione geografica.
Tra le più diffuse: Night shift, Blue Shade, Twilight e Night Mode.