Diabete tipo 2 (DT2): individuati i geni che ne anticipano l’esordio

Diabete tipo 2 (DT2): Individuati i geni che ne anticipano l’esordio

Il diabete di tipo 2 (DT2) è una malattia cronica complessa ed eterogenea che insorge in genere in età adulta, dopo i cinquant’anni. Ma negli ultimi anni sta aumentando il numero di individui con esordio precoce della malattia. A preoccupare è il fatto che i soggetti con diabete a insorgenza precoce mostrano un quadro clinico più aggressivo, che si associa dunque a un rischio maggiore di complicanze croniche e di morte prematura, rispetto ai pazienti con esordio più tardivo. Mentre è noto il contributo di fattori di rischio ambientali e stile di vita sbagliato nell’anticipare la comparsa della malattia, poco si conosce del suo background genetico. Ma è ipotizzabile che i pazienti con diabete di tipo 2 ad esordio precoce abbiano un maggior ‘carico genetico’ rispetto agli altri e che questo possa contribuire all’anticipazione della malattia. Proprio per approfondire questa ipotesi è stata condotta una ricerca da alcuni giovani soci SID presentata al 56° congresso annuale dell’EASD, European Association for the Study of Diabetes, 21-25 settembre 2020.

“Il nostro studio – spiega la dott.ssa Serena Pezzilli, Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo – ha valutato il ruolo nell’esordio precoce del diabete tipo 2 (DT2) sia delle varianti rare e potenzialmente patogenetiche nei geni responsabili del diabete monogenico, sia di quelle comuni (SNPs) precedentemente associate al rischio di DT2 da studi sull’intero genoma (GWAS). Utilizzando l’approccio degli ‘estremi di fenotipo’, da un totale di 9.712 pazienti, appartenenti a una serie di casistiche di pazienti adulti affetti da diabete tipo 2 raccolte grazie alla collaborazione tra diversi Centri Diabetologici Universitari e ospedalieri del Centro-Sud Italia e dell’area urbana di Roma, abbiamo selezionato per uno studio caso-controllo 300 pazienti con età di esordio precoce, cioè uguale o inferiore ai 35 anni (casi) e altri 300 pazienti con un’età di esordio tardiva, cioè uguale o superiore ai 65 anni (controlli).

Il DNA, patrimonio genetico di questi 600 pazienti è stato sottoposto a risequenziamento di nuova generazione dei 27 geni noti per essere responsabili di diabete monogenico e alla genotipizzazione di 22 GWAS-SNPs associati a DT2, utilizzati poi per la definizione di uno score di rischio genetico (GRS). “I risultati ottenuti dall’analisi delle varianti rare e potenzialmente patogenetiche – continua la dott.ssa Pezzilli – hanno evidenziato che queste aumentavano del 71% il rischio di esordio precoce della malattia.

Questo aumento del rischio era tanto maggiore quanto minore era la frequenza delle varianti, arrivando al punto che varianti rarissime (presenti in una persona su 50.000 o meno) aumentavano di più di sei volte il rischio dell’insorgenza precoce del DT2. Ognuna delle varianti comuni che influenzano la sensibilità al diabete tipo 2, aumentava in media la probabilità di un esordio precoce della malattia del 20%. I nostri dati mostrano per la prima volta una notevole influenza di entrambe le tipologie di varianti genetiche (varianti rare e varianti comuni di suscettibilità al DT2), nell’aumento del rischio di insorgenza precoce della malattia.
Nonostante lo studio necessiti di replicazione su casistiche numericamente più ampie, questa osservazione riveste carattere di particolare rilevanza nella comprensione del background genetico che sottintende il DT2 ad esordio precoce, di cui ad oggi si conosce ben poco”.

Conclusioni

“Per quanto di recente diversi studi abbiano focalizzato l’attenzione e caratterizzato da un punto di vista clinico il diabete di tipo 2 ad esordio precoce – commenta la prof.ssa Sabrina Prudente, Coordinatore Unità di Ricerca Malattie Metaboliche e Cardiovascolari, Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo – il nostro studio rappresenta il primo contributo nella comprensione del suo background genetico. Questa tipologia di studio è fondamentale per poter individuare precocemente gli individui a più alto rischio. Ciò consentirà, in un futuro non troppo lontano, di implementare strategie mirate atte a prevenire e/o ritardare l’insorgenza della malattia, secondo un approccio definito ‘medicina di precisione’ in grado di massimizzare l’efficacia e ridurre i costi economici e sociali degli interventi medici”. “Stiamo cominciando a capire meglio che la diagnosi di ‘diabete mellito di tipo 2’ comprende una ampia ‘gamma’ di patologie – commenta il prof. Agostino Consoli, presidente eletto SID – che, pur avendo tratti comuni e complicanze simili, differiscono nella loro eziologia, patofisiologia ed evoluzione. Questo studio aggiunge importanti elementi di differenziazione ‘genetica’ che ci aiuteranno a classificare ancora meglio il diabete tipo 2”.

Reference

Data e ora di presentazione:  22/09/2020 ore 12:00-13:00 – Poster
Contributo di varianti genetiche rare e comuni nel rischio di diabete di tipo 2 ad esordio precoce.
Serena Pezzilli1, Manoush Tohidirad1,2, Tommaso Biagini1, Federica Alberico1, Luana Mercuri1, Maria Giovanna Scarale1, Monia Garofolo3, Gaia Chiara Mannino4, Tiziana Filardi2, Francesco Andreozzi4, Tommaso Mazza1, Study on Early-onset Type 2 diabetes (SET2) group*, Sabrina Prudente1

  1. Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo, Italy
  2. Sapienza University, Rome, Italy
  3. University of Pisa, Pisa, Italy
  4. University “Magna Graecia” of Catanzaro, Catanzaro, Italy

56th EASD Annual Meeting, 21-25 settembre 2020 »

** La Società Italiana di Diabetologia (SID) – fondata nel 1964 a Roma  è una associazione no-profit, articolata in 17 sezioni regionali e guidata da un presidente e da un consiglio direttivo nazionale eletti ogni due anni dai circa 2000 soci. In campo diabetologico e metabolico la SID svolge attività di promozione e conduzione della ricerca scientifica, di formazione e aggiornamento per medici e altri operatori sanitari, di divulgazione alle persone con diabete e alla comunità nel suo complesso, di politica sanitaria nell’organizzazione dell’assistenza.
La SID mira a tutelare gli interessi delle persone con diabete e delle loro famiglie, a promuovere la conoscenza della malattia per migliorarne la diagnosi e la cura, a far implementare strategie di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, a valorizzare l’operato dei diabetologi e di quanti operano nella lotta al diabete. La SID, insieme alla Fondazione Diabete Ricerca e alla Associazione Diabete Ricerca, mette in atto programmi di raccolta fondi provenienti da istituzioni pubbliche e private, da aziende e da singoli cittadini al fine di sostenere la ricerca in campo diabetologico.

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