Un think tank che possa porsi quale incubatore di idee e proposte finalizzate a sollecitare l’attenzione sulla patologia attraverso la partecipazione diretta delle società scientifiche, delle associazioni dei pazienti, delle istituzioni e perfino dei media»: così Renato Lauro, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata ha definito il Changing Diabetes Barometer Forum Italia. Giunto alla terza edizione e sostenuto dall’Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione, da Diabete Italia e da Novo Nordisk, l’incontro è stato un’occasione di confronto per l’individuazione di nuove strategie di assistenza per i malati di diabete e di contenimento della spesa pubblica in un settore in cui le prospettive sono allarmanti. Già nel 2006 una risoluzione delle Nazioni unite aveva riconosciuto il diabete quale minaccia mondiale, con un numero stimato di malati di 435 milioni. Il nostro Paese, che conta ben 2 milioni e 900mila pazienti, ha compiuto un importante passo in avanti per assicurare l’accesso a cure adeguate su tutto il territorio con l’approvazione della mozione 174 del novembre 2009 da parte del Senato. La norma, infatti, impegna il Governo a garantire, in sede di revisione dei Livelli essenziali di assistenza, la gratuità degli esami ematochimici e strumentali, nonché tutte le prestazioni connesse alla gestione del diabete e delle sue complicanze.
In agenda vi è invece la stesura di una rete di collegamento tra i vari attori coinvolti nei processi di cura della patologia, uno strumento che in linea di principio dovrebbe essere in grado di armonizzare gli standard di assistenza nelle diverse realtà locali.
«Il Forum si è distinto sin dalla sua nascita per essere espressione di un progetto volto a trasformare le idee e le proposte in strumenti finalizzati a combattere concretamente il diabete» ha commentato Paolo Cavallo Perin, presidente di Diabete Italia e della Società italiana di Diabetologia. «Tali strumenti si devono integrare nei processi di clinical governance al fine di condividere best practice nazionali e individuare così dei criteri e dei parametri utili a costruire una strategia comune su tutto il territorio; soltanto unendo gli sforzi e confermando questo tipo di approccio scientifico, culturale e sociale si potranno continuare a ottenere successi significativi come avvenuto per esempio in Piemonte, Sicilia e Campania, casi di eccellenza che dovranno essere studiati e replicati nel resto del Paese».
Fonte: 12 aprile 2010, La terza edizione del Changing Diabetes Barometer Forum Italia