Finalmente si parte, da Alba a Perpignan, Francia

Finalmente si parte, da Alba a Perpignan, Francia

Parto il 13 marzo, dalla mia città nel Piemonte meridionale, con una discreta giornata di sole, scavalco le Langhe e arrivo in Liguria a Noli, una tappa lunga ma che ho già fatto altre volte. Il giorno dopo una piacevole pedalata fino ad Imperia, dove forti piogge, mi costringono a viaggiare in treno fino alla Francia. Per quanto riguarda l’aspetto motivazionale, i primi giorni, per evitare di scoraggiarmi, ho evitato di pensare a tutto il viaggio e di volta in volta, mi sono auto convinto che dovevo arrivare solo fino alla tappa successiva, mentre da un punto di vista fisico ho ridotto al minimo l’impegno fisico, procedendo a velocità ridotta, senza strappi e mettendo le marce più basse in anticipo. Il diabete di tipo 1, che ho imparato a controllare bene, non mi impedisce di godere del viaggio.

Arrivo a Nizza, che è piacevolissima, con il vecchio porto e poi la Promenade des Anglais, fino all’aeroporto. La costa francese è un susseguirsi di bei paesaggi, le piste ciclabili onnipresenti e di ottima qualità, mai una buca o anche solo una pavimentazione a cubetti di cemento; in alcuni casi sono stati riutilizzati percorsi ferroviari dismessi, autonomi rispetto alle strade per i veicoli e con pendenze contenute.

Pedalo attraverso molti paesi e città attraenti: Antibes, poi Cannes dove su La Croisette incrocio i preparativi per il Festival cinematografico; il buon umore mi porta a fantasticare che il tappeto blu, l’abbiano messo per me, che dopo tanti anni di diabete ho deciso di intraprendere questa avventura: a seguire, Saint-Raphaël e Fréjus, poi Le Lavandou con il suo splendido panorama, qualche saliscendi lungo la costa rocciosa ma nulla d’impegnativo.

Dormo in hotel e, come al solito, faccio mettere in frigo la borsa termica con dentro l’insulina, sulla quale con il pennarello ho scritto che cosa contiene e l’avvertenza di non metterla in un luogo con temperature vicine allo zero; spiego che sono diabetico e che vengo dall’Italia in bicicletta, ma colgo degli sguardi increduli e sospettosi, a mezze parole capisco che mi hanno scambiato per un ciclista dopato!

La tappa successiva è Tolone, città moderna con un grande porto della marina militare francese. Pedalo chilometri: Marsiglia è una meta importante, perché alla partenza ho valutato che se fossi arrivato a Marsiglia, Gibilterra era alla mia portata, di qui in poi ho proseguito con maggior fiducia nelle mie capacità ed ho anche avvisato qualche amico del mio viaggio. Visito i principali monumenti, il porto vecchio; la città alterna tratti molto curati con alcuni luoghi fatiscenti che mi ricordano le scenografie di Blade-Runner; domina dall’alto, la Basilica di Notre Dame de la Garde, con gli ex-voto dei naviganti scampati alle tempeste.

Route Nationale Française 568 Come in quasi tutte le tappe, mi fermo solo un giorno ed è abbastanza faticoso dopo aver pedalato, visitare la città a piedi per tutto il pomeriggio. Proseguo per Martigues, dove mi coglie vento forte, freddo e qualche fiocco di neve. La Route Nationale Française 568 si trasforma in un vero tormento: a sinistra la pianura paludosa della Camargue, a destra terreno incolto con rada boscaglia, rari edifici agricoli l’ampia strada quasi deserta, talvolta mi superano lunghi e veloci autotreni che con il movimento d’aria e il rumore mi scuotono e mi stimolano; decido per una breve sosta per un caffè, ma la cucina provenzale, m’impedisce di ripartire senza assaggiare due piatti di brodo caldo. Esco dal ristorante, non c’è la possibilità di pernottare, così risalgo in bicicletta e percorro gli ultimi chilometri fino ad Arles. La sera una tisana di zenzero mi evita il raffreddore. Il maltempo mi accompagna fino a Montpellier ma, questa volta, il vento soffia da dietro e mi spinge, mi copro con tutto quello che ho e faccio alcune soste per bere qualcosa di caldo.

Il freddo condiziona le mie glicemie, che tendono ad alzarsi, così mangio un po’ meno e bevo tè caldo, la preoccupazione maggiore è evitare il congelamento dell’insulina, che deve stare per molte ore nella borsa frigo sul portapacchi, così decido di non congelare le mattonelle termiche ma di lasciarle sul comodino durante la notte affinché il giorno successivo, anziché rilasciare freddo, rilascino il calore sufficiente ad evitare il congelamento.
Montpellier è una bella sorpresa, la raggiungo senza essermi documentato sulle mete turistiche e la visito in bicicletta, provvidenziale qualche ascensore su cui salgo in sella alla bici; con un po’ di mediazione riesco a mettere la bicicletta nella casa che mi ospita.

Proseguo per Agde, passando per Sète, splendida cittadina francese con il suo porto. Da Sète ad Agde, una bella pista ciclabile a ridosso della spiaggia, dove incontro due cicloturisti di Bordeaux che faranno il periplo dell’Italia, fino a Venezia e un cicloturista argentino che andrà a Praga.

Il giorno dopo forti piogge mi costringono a prendere il treno fino a Perpignan, pur avendo una tuta anti pioggia, non è consigliabile pedalare per molte ore sotto l’acqua, si rischia di ammalarsi e la strada è pericolosa.

Cerco di essere molto attento nel conservarmi in salute, una malattia da raffreddamento mi costringerebbe a consultare un medico, trascorrere qualche giorno a letto e avere degli sbalzi glicemici.

Per ciò che concerne il diabete di tipo 1, i primi giorni sono stati impegnativi, non tanto nel gestire i livelli glicemici, ma nel seguire costantemente i dati del sensore, per capire come reagiva il mio corpo e farne tesoro per i giorni successivi.

I pasti quando si è in viaggio, specialmente in bicicletta, sono sempre un po’ problematici, così ho scelto – su consiglio del diabetologo – di non sovraccaricarmi di calorie e carboidrati, ma di fare piccoli pasti e piuttosto, seguendo le necessità, mangiare più volte al giorno. Mi preoccupavo in particolare di ottimizzare i boli d’insulina, al fine di evitare episodi di ipoglicemia o iperglicemia, la cui correzione può creare altri squilibri; alla prova dei fatti l’attività fisica è di grande aiuto, nel contenere le glicemie post-prandiali e l’effetto dell’insulina è più efficace, si ha la sensazione di controllare meglio la glicemia, quasi come se la bicicletta fosse una bacchetta magica.

Visito Perpignan che è molto piacevole; già si avverte la vicinanza della Spagna che raggiungo il giorno dopo. Ve la racconterò nel prossimo articolo. Olé!

 

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