Con la consulenza della d.ssa Chiara Cefalo, specialista in Endocrinologia presso il Centro per le Malattie Endocrine e Metaboliche, diretto dal Prof. A. Giaccari, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma
Il test del monofilamento è un test di base semplicissimo e indolore per fare diagnosi di neuropatia diabetica. In genere viene eseguito a livello del piede del paziente con diabete per valutare se c’è rischio di piede diabetico.
Come si esegue il test del monofilamento?
Per eseguire il test viene utilizzato un filamento standardizzato (Monofilamento di Semmes Weinstein 10 gr) per valutare la sensibilità pressoria cutanea.
Il monofilamento viene appoggiato in modo perpendicolare alla superficie della cute del piede e lievemente premuto (così che il filamento si pieghi o si inarchi) per circa due secondi con una pressione costante.
Ogni volta che si fa un’applicazione viene chiesto al paziente se sente (SI/NO) la pressione esercitata dal monofilamento e in quale piede (destro/sinistro). L’applicazione pressoria viene eseguita due volte in ciascun sito ma alternandola con almeno un’applicazione “finta” per sito così da mettere alla prova la sensibilità del paziente.
Non vi sono dati evidenti che indichino quali e quanti punti testare dei 10 originariamente proposti; secondo l’ultima Consensus Internazionale IWGDF 2019 non meno di 3 punti sulle dita e il dorso di ciascun piede.
Il monofilamento non viene utilizzato in presenza di calli (che andranno tolti da un podologo prima dell’esame), abrasioni, ferite, ulcere e tantomeno tessuto necrotico.
Il piede viene considerato a rischio di neuropatia diabetica se il paziente non sente la pressione del monofilamento in uno qualsiasi dei punti dove è stata esercitata la pressione (due su tre applicazioni per ciascun piede).
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