Secondo uno studio dell’University of Surrey, di Guildford in Gran Bretagna, un eccesso di selenio, assunto attraverso integratori alimentari, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, nel caso nella dieta se ne assumesse già a sufficienza. Il selenio è un oligonutriente, un minerale presente negli alimenti in piccole quantità, la cui carenza è collegata al rischio di rapido declino cognitivo e di impoverimento della funzione immunitaria, ma che in genere nei paesi ricchi è presente nella dieta nelle giuste quantità. L’autrice della ricerca, Margaret Rayman, spiega: «L’assunzione di selenio varia enormemente in tutto il mondo; stime indicano che sia alta in Canada, Giappone, Stati Uniti, e leggermente più bassa in Europa.
Gli integratori non fanno altro che aggiungere nutrienti laddove spesso sono già presenti a livelli più che sufficienti.
I risultati della ricerca possono sembrare in conflitto ma solo apparentemente, perché il selenio risulta utile solo quando l’assunzione è effettivamente inadeguata. Dal momento che i polimorfismi presenti nelle cosiddette selenoproteine influenzano sia i livelli di selenio sia il rischio di incorrere nelle malattie a essi connesse, i prossimi studi dovranno necessariamente prevedere una genotipizzazione dei partecipanti». Dalla ricerca emerge infatti che l’interazione fra il profilo genetico del paziente e l’assunzione di selenio potrebbe avere un ruolo chiave nella buona riuscita dell’uso degli integratori, essendoci una differenza, a seconda dei soggetti, nella maggiore o minore recettività delle selenoproteine.
Lo studio britannico è stato pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet.
Fonte: Sanità News, 1 marzo 2012