Aumento costante e allarmante dei casi di diabete, assenza di interventi adeguati di prevenzione e mancanza di adeguate terapie delle complicanze arteriose del diabete: questo è il quadro tracciato dal professor Paolo Rubino, responsabile del Laboratorio di Cardiologia Invasiva della Clinica Montevergine di Mercogliano (Avellino) e dal professor Carmine Malzoni, docente di Oncologia ginecologica, durante il congresso per la presentazione del corso di interventistica periferica.
Se non si trovano misure preventive efficaci per arrestare la diffusione dei casi di diabete il rischio è che nel giro di 5 anni si arrivi a parlare di vera e propria pandemia. Ai ritmi di diffusione attuali della malattia, infatti, nel 2015 i diabetici saranno il doppio di quelli che si contano oggi.
I due esperti, durante il congresso, hanno inoltre sottolineato che, già oggi, più del 90% delle amputazioni degli arti in pazienti affetti da diabete potrebbe essere sostituita da un intervento tempestivo di angioplastica finalizzato a riaprire una delle arterie occluse sotto il ginocchio.
Stenosi carotidea, stenosi ostruttiva degli arti inferiori, aneurisma dell’aorta, stenosi valvolare aortica: queste e molte altre sono le situazioni in cui si rende necessario un approccio che coinvolga diverse figure professionali, dal medico di base al medico specialistica, come ad esempio il chirurgo cardio-vascolare.
Un primo passo verso il futuro della cura di queste patologie è rappresentato dall’impianto di una valvola aortica per via transapicale, effettuata inserendo la protesi attraverso un foro di diametro inferiore a 1 cm, praticato nell’arteria femorale della gamba o nel torace in corrispondenza dell’apice cardiaco. Un’operazione che consente di intervenire anche su pazienti con una severa co-morbidità e con alta probabilità di decesso nell’affrontare l’intervento tradizionale, ovvero la sostituzione valvolare per via chirurgica.
Fonte: 9 dicembre 2009, ansa.it