Il Dr. Roberto De Giglio e la sua equipe chirurgica, UOC Medicina Piede Diabetico, Ospedale di Abbiategrasso, ci commentano un intervento innovativo che prevede il prelievo di tessuto adiposo dall’addome del paziente (grasso viscerale), la sua centrifugazione per ottenere un filtrato contenente un insieme di cellule che servono a stimolare e ad aiutare la chiusura di una ferita del piede diabetico che non chiude da tanto tempo.
Nel video, ci troviamo nel Blocco Operatorio dell’Ospedale di Abbiategrasso dove l’Unità Operativa del Piede Diabetico svolge circa 500 interventi chirurgici all’anno su pazienti con diabete affetti da problematiche del piede diabetico, una complicanza diabetica temibile in quanto si rischia l’amputazione dell’arto in un paziente diabetico che abbia associata anche un’arteriopatia o una neuropatia ovvero un danno dovuto al diabete per accumulo di zuccheri a livello dei microvasi o dei micronervi periferici.
Andremo a vedere uno degli interventi, attualmente più innovativi, durante il quale faremo un prelievo di tessuto adiposo (adipociti) dall’addome del paziente, lo centrifugheremo e inoculeremo nel piede il filtrato contenente un insieme di cellule che servono a stimolare e ad aiutare la chiusura di una ferita che non rimargina da molto tempo. Ci portiamo in sala operatoria per vedere i dettagli delle varie fasi.
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Intervento innovativo per la cura del piede diabetico
Lo scollamento del tessuto adiposo dell’addome
Il Dr. De Giglio inserisce nell’addome la canula per iniettare l’anestetico (soluzione di Klein) così da procedere poi allo scollamento del tessuto adiposo dall’addome del paziente con accentuato piede diabetico destro, tessuto che poi sarà prelevato e centrifugato.
La pulizia profonda della ferita
Nel frattempo viene fatto un curettage ovvero una pulizia accurata della ferita di una lesione del piede destro che era già stata operata, ma che non rimargina. Si esegue una pulizia profonda del fondo della ferita per poter poi iniettare il tessuto adiposo centrifugato dal quale si ricava un cocktail di cellule che dovranno stimolare il processo di guarigione, di chiusura di questa ferita in un paziente già amputato al piede sinistro. È evidente, quindi, la necessità di conservare il più possibile l’integrità del piede e stiamo mettendo in atto tutte le possibili procedure per evitare una seconda amputazione.
Il prelievo del tessuto adiposo
Una volta prelevato, il tessuto adiposo addominale viene omogeneizzato, centrifugato, in modo da avere la separazione tra gli adipociti (cellule del tessuto adiposo) e quel cocktail di cellule che hanno quella preziosa capacità rigenerativa e stimolante per far chiudere una ferita.
La centrifugazione
Come detto, questa fase è fondamentale per separare le due frazioni: quella adiposa e quella vascolo-stromale che verrà poi iniettata nel piede destro del paziente, all’interno della ferita.
L’inoculazione
Il cocktail di cellule ottenute dopo la centrifugazione viene iniettata nel piede del paziente, sia nella zona lesionata che intorno alla zona della lesione per stimolare il processo rigenerativo del tessuto danneggiato dal diabete.
Inserimento dello scaffold
Dopo le microiniezioni nel fondo, abbiamo inserito uno scaffold ovvero un’ impalcatura di acido ialuronico e collagene equino che va a riempire lo spazio della lesione e viene imbibito con la componente vasculo-stromale prelevata dal tessuto adiposo dell’addome del paziente e centrifugata per svolgere la sua funzione riparativa e rigenerativa. La ferita verrà poi coperta con una garza trattata con vaselina.
“L’intervento così è finito, si conclude la medicazione e si chiude la ferita. Per poter valutare l’efficacia dell’intervento ci sarà bisogno di alcune settimane; già dopo una-due settimane, dovremmo vedere il riempimento; nel giro di quattro-sei settimane noi speriamo di chiudere questa ferita” conclude il Dr. De Giglio.