Consumare pesce bianco o pesce azzurro almeno una volta alla settimana può ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, mentre non è risultato altrettanto benefico il consumo di crostacei, che possono addirittura aumentare questo rischio.
In seguito a un’analisi prospettica dello studio EPIC-Norfolk (European Prospective Investigation of Cancer-Norfolk) i ricercatori della University of Cambridge hanno confermato l’esistenza di una relazione tra il consumo di diversi tipi di pesce e la propensione a diventare diabetici.
Sono stati sottoposti a un questionario sul consumo settimanale di pesce (bianco, azzurro, fritto e crostacei) 21,984 persone tra i 40 e i 79 anni, le quali sono poi state seguite per un periodo di 10 anni per registrare eventuali cambiamenti nello stato di salute. Al termine del periodo di osservazione 725 individui avevano sviluppato il diabete di tipo 2.
I ricercatori hanno rilevato che i soggetti che avevano riferito un maggior consumo di pesce totale mostravano un rischio di diventare diabetici del 25% inferiore rispetto a coloro che riferivano uno scarso consumo di pesce.
L’aspetto più interessante emerso dalla ricerca è stata l’individuazione di una più alta percentuale di rischio di diabete (aumento pari al 36%) per coloro che mangiavano almeno una volta alla settimana i crostacei. I ricercatori sono tuttavia propensi a credere che non sia solo il tipo di pesce a rendere più probabile l’insorgenza del diabete, quanto le modalità di cottura e preparazione, nonché l’abitudine a consumarlo accompagnato da condimenti quali maionese e salsa all’aglio.
Fonte: Diabetes Care, 22 ottobre 2009; 32: 1857–1863