Resoconto di un progetto di screening per la prevenzione del piede diabetico condotto presso la UOSD Diabetologia dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma.
Premessa
Per piede diabetico s’intende il piede con alterazioni anatomo-funzionali determinate dalla neuropatia diabetica e /o dall’arteriopatia occlusiva periferica. Quindi per piede diabetico s’ intende non solo il piede ulcerato o infetto, ma anche il piede privo di lesioni ma a rischio ulcerazioni, come quello di un paziente con diabete da diversi anni. Le stime ci dicono che il 70% delle amputazioni – per fortuna in progressiva riduzione – è dovuto al diabete, nell’ 85% dei casi sono precedute da ulcere.
Lo screening del piede diabetico è un processo volto a identificare persone a rischio di sviluppare – o che hanno già sviluppato – alterazioni e/o lesioni che alterino l’integrità e la funzionalità del piede.
L’attenzione alla complicanza del piede diabetico per i pazienti con diabete di tutti i tipi è ormai riconosciuta a livello mondiale, nonostante questo le strutture ospedaliere che hanno i mezzi e la volontà di attuare questa importantissima prevenzione sono veramente poche.
Il progetto di screening del piede diabetico
Quello che segue è il resoconto di un progetto, della durata di 1 anno svoltosi nel 2019 presso la UOSD Diabetologia l’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma con la collaborazione dell’ADA (Associazione pazienti diabetici Addolorata).
Tale progetto è stato possibile grazie alla donazione di Synergasia Coop. Sociale onlus, che ha stanziato i fondi necessari per l’attuazione dello screening. Altro contributo è stato dato dalla Società Sensor Medica, specializzata nella realizzazione di sistemi per la valutazione posturale, che ha donato all’Ospedale San Giovanni un podoscopio e un lettino dedicato. Il podoscopio è uno strumento diagnostico usato dal podologo per valutare l’impronta plantare di una persona in stazione eretta per la valutazione delle zone di appoggio posturale e di eventuali ipercarichi dei due piedi mediante l’utilizzo di luce led. Essendo un esame statico, non tiene conto delle dinamiche del piede e quindi degli eventuali problemi di appoggio durante il movimento, andrebbe quindi integrato con un esame baropodometrico, che consente la valutazione dell’appoggio plantare in fase dinamica.
Il mio ruolo, in veste di podologo, è stato diretto e coordinato dall’Equipe del Reparto di Diabetologia ed Endocrinologia dell’Ospedale. L’equipe era formata da:
- dott.ssa Assunta Santonati (Responsabile del reparto), endocrinologa
- dott.ssa Fulvia De Luca (Responsabile del progetto), diabetologa
- dott.ssa Danila Fava, diabetologa
- dott.ssa Maria Cassone Faldetta, diabetologa
- CPSE Giuliana Leacche (coordinatrice)
- dott. Claudio Fantauzzi, podologo
I 10 punti chiave dello screening di prevenzione del piede diabetico
1 Anamnesi e visita obiettiva del piede
Utile a evidenziare eventuali deformità e patologie.
2 Somministrazione del questionario
Mette in luce pregresse lesioni e/o dolori da neuropatia periferica e/o arteriopatia periferica.
3 Valutazione dei polsi arteriosi periferici
Serve a esaminare la pervietà dei vasi sanguigni.
4 Valutazione riflessi tendinei
In particolare della rotula e del tendine di Achille.
5 Valutazione di: sensibilità dolorifica, forza ed articolarità del piede.
6 Test del monofilamento
Test tra i più utilizzati per la valutazione della sensibilità pressoria.
7 Test del biotesiometro
Viene utilizzato per la valutazione della sensibilità vibratoria.
8 Test A.B.I. (Indice Caviglia-Braccio, sigla dall’inglese: Ankle-Brachial Index)
Serve a identificare eventuali arteriopatie occlusive.
9 Esame su podoscopio
Come descritto sopra, il podoscopio serve a individuare eventuali deficit di appoggio plantare in posizione statica.
10 Somministrazione terapia educazionale individuale.
Tutti i pazienti dopo lo screening venivano catalogati, secondo il rischio che era profilato come: basso, medio, alto e altissimo. I pazienti a basso rischio dovranno ripetere lo screening dopo 1 anno, quelli a medio dopo 6 mesi, quelli ad alto rischio dopo 3 mesi e infine quelli ad altissimo rischio sono stati presi in carico e smistati nel reparti specifici (angiologia, vulnologia, etc).
I risultati della prima fase dello screening del piede diabetico
Su 780 pazienti sottoposti a screening del piede diabetico:
- il 47% è risultato a basso rischio;
- il 42% a medio rischio;
- il 7% ad alto rischio e infine
- il 4% ad altissimo rischio.
La scarsa percezione del rischio da parte dei pazienti
Da notare, l’alta percentuale (ma comunque in linea con i dati della letteratura scientifica) dei pazienti a medio rischio, i quali in grande percentuale non manifestavano sintomi evidenti quindi erano totalmente inconsapevoli della loro situazione di rischio.
I dati del 7 % e 4% dei pazienti ad alto e altissimo rischio, a mio avviso è da considerarsi sottostimato, in quanto l’Ospedale non possiede un reparto specifico per la prevenzione e la cura del piede diabetico, quindi i pazienti che hanno manifestato problemi legati al piede diabetico (ulcere, amputazioni, piede di Charcot, etc) tendono a rivolgersi presso strutture che hanno un reparto dedicato.
Un’esperienza positiva che ci si auspica continuerà
L’iniziativa dello screening è stato accolto dai pazienti con grande partecipazione e coinvolgimento, tanto da ricevere un encomio per il nostro operato.
Ovviamente tutti i pazienti sono stati caldamente invitati a ripetere tale valutazione secondo la propria classe di rischio e ci auspichiamo che questo possa essere possibile grazie al rinnovo permanente di questa importantissima iniziativa.
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