Terapia del DT2: gli analoghi del GLP-1 sono farmaci intelligenti. Perché?

Terapia del DT2: gli analoghi del GLP-1 sono farmaci intelligenti. Perché?

Quali sono i vantaggi legati all’uso di nuove opzionI terapeutiche come i farmaci agonisti del recettore GLP-1 in termini di efficacia sul controllo della glicemia ma anche su fattori extraglicemici, di protezione cardiovascolare e sulla qualità della vita? Ne parliamo con il Prof. Francesco Giorgino.

Che cos’è il GLP-1?

Il GLP-1 - Glucagon-like Peptide-1Il GLP-1 (dall’inglese Glucagon-like Peptide-1) è un ormone prodotto dalle cellule L della mucosa intestinale, le alfa-cellule delle isole pancreatiche e i neuroni nel nucleo del tratto solitario. È essenziale per la normale tolleranza al glucosio e agisce legandosi a uno specifico GLP-1 recettore.

Il GLP-1 stimola la secrezione di insulina e – in parallelo – inibisce la secrezione del glucagone da parte del pancreas. Viene rilasciato dopo ogni pasto, entra quindi in azione solo quando la glicemia sale per effetto dei carboidrati introdotti con il pasto. Numerosi studi hanno dimostrato negli ultimi dieci anni come il GLP-1 sia dotato di molteplici azioni sul sistema cardiovascolare, utili ai fini della riduzione del rischio di eventi maggiori (infarto, scompenso, ictus).

Gli analoghi del GLP-1

La classe di farmaci degli analoghi del GLP-1, o agonisti del recettore del GLP-1 (di cui fa parte la recente semaglutide) ha sicuramente cambiato molte prospettive nella terapia del diabete del diabete di tipo 2, in particolare nei soggetti con maggior rischio cardiovascolare. Vediamone alcune vantaggiose per il paziente.

Innanzitutto, perché sono farmaci che si iniettano sottocute ma non sono insulina e quindi pur essendo iniettivi, il che può rappresentare una barriera al loro utilizzo cronico, non danno ipoglicemie come l’insulina; questo è già un importante cambiamento di paradigma.

La dose è prestabilita e quindi non vi è il problema di modulare la dose come si fa con l’insulina.

Si tratta di farmaci “intelligenti” perché riducono la glicemia solo quando è alta mentre se è normale non agiscono.

Il secondo cambio di paradigma riguarda il fatto che parliamo di terapie che fanno dimagrire perché agiscono a vari livelli sui centri dell’appetito e del senso della sazietà. Il diabetologo ha subito recepito questa classe di farmaci come dei potenti alleati per raggiungere un obiettivo nei confronti del quale si è sempre applicato ma che spesso non è riuscito a raggiungere. Queste due novità sono state sperimentate negli anni con l’utilizzo di questi farmaci e poi meglio apprezzate soprattutto negli ultimi tempi con la disponibilità di farmaci che sono particolarmente efficaci sull’effetto del peso corporeo.

Un’altra caratteristica fondamentale è la possibilità di usare questi farmaci non solo per ridurre la glicemia e il peso ma per proteggere dal rischio di complicanze cardiovascolari e renali. Numerosi studi portati avanti e conclusi in questi ultimi anni hanno rivelato che questi agonisti del recettore del GLP-1 hanno un’importante azione protettiva nei confronti dell’infarto, dell’ictus e della morte cardiovascolare e possono essere utilizzati anche per questa finalità, in pazienti con diabete tipo 2 e profilo di rischio cardiovascolare.
Tutto sommato si possono impiegare a prescindere dalla riduzione della glicemia e del peso, perché questi effetti protettivi si esercitano anche in modo indipendente dalla riduzione della glicemia.

Si può quindi affermare che gli analoghi del GLP-1 siano farmaci molto utili, per tutti i motivi sopra espressi e per la maggiore efficacia ipoglicemizzante; gli studi più recenti hanno evidenziato che sono da preferire rispetto all’insulina basale quando nella persona con diabete di tipo 2, i farmaci orali non siano più in grado di assicurare un adeguato controllo della glicemia.

Leggi anche

Reference

 

Potrebbero interessarti