IL VIAGGIO DI CLAUDIO CON IL DIABETE DI TIPO 1. UN MODO PER CONOSCERSI E METTERSI ALLA PROVA
Dall’India al Sudest asiatico
L’India sembrava avermi inghiottito senza darmi alcuna possibilità di attraversarne le frontiere senza aerei. Ero anche rientrato in Nepal con l’idea di tornare sui miei passi in Tibet, ma in questo caso è stata l’ambasciata cinese a mettersi di traverso negandomi il visto singolo.
Mi restava una sola soluzione, l’incubo di ogni viaggiatore che stia attraversando il mondo via terra: la frontiera India-Birmania.
Una frontiera ufficialmente aperta, ma difficile da attraversare per la moltitudine di permessi richiesti al solo fine di poter accedere a quelle zone.
Non ho avuto altra scelta e quindi sono partito un freddo pomeriggio da Kathmandu provando finalmente a lasciarmi alle spalle quel pezzo d’Asia che mi ha cullato per sei mesi.
In pochi giorni sono arrivato nel remoto Manipur Indiano, dove, in attesa dei documenti e dei permessi, sono rimasto quasi due settimane. Trovo ospitalità, grazie al couchsurfing presso una fattoria, poco distante da Imphal, la capitale.
Il Manipur è una regione da poco aperta ai turisti e mi accorgo ben presto di essere l’unico occidentale.
Il diabete schizza alle stelle per la cucina ricca di amidi
La gestione del diabete qui si fa per la prima volta nel corso di questa avventura problematica. Due gli aspetti principali: il primo alimentare poiché pur essendo in India l’ alimentazione in questa zona è ancora più calorica di quella indiana. Sono ospite nella fattoria e non c’è modo di evitare il riso. D’altronde non hanno neppure i chapati in sostituzione e in più, da ospite, non posso rifiutarmi. Cerco di contenermi e limitarmi, ma le glicemie schizzano alle stelle in poco tempo. Essendo riso cucinato al vapore trattiene tutto l’amido e ciò fa aumentare le glicemie soprattutto dopo alcune ore e durante la notte.
In più qui è territorio di riso nero che cucinano nel latte di cocco e servono con lo zucchero. È squisito, ma assolutamente proibitivo.
Inoltre le patate. Insieme al riso vengono sempre servite patate in ogni salsa: fritte, in umido, lesse…
Anche in questa regione del nord est, come nell’india continentale il diabete di tipo 2 è molto diffuso ed è in forte espansione soprattutto tra i più giovani.
In queste settimane aumento il dosaggio di insulina di circa il 20% ma a volte sembra non bastare a contrastare alte iperglicemie notturne.
Fatico non poco a trovare il mio equilibrio anche perché alterno giorni di grande attività fisica in cui esploro la regione ad altri passati a oziare in fattoria.
La buona sorpresa nasce dagli strepitosi curry che accompagnano il riso: verdure, carne e pesce con tante spezie e spesso molto piccante.
Il secondo grande problema per il diabete è sorto nella gestione logistica delle mie scorte di insulina. In pratica non esistono frigoriferi e quindi per ovviare a questa problematica ho dovuto lasciare la mia scorta in un bar a circa due chilometri dalla fattoria. Provate ad immaginare la mia ansia al riguardo.
Ma queste sono le avventure a cui volevo andare incontro. I problemi a cui trovare soluzioni improbabili e nello stesso tempo efficaci.
Finalmente arriva il permesso … e il viaggio continua
La mattina di Natale arriva finalmente la mail tanto attesa: mi avevano concesso il permesso per l’attraversamento della frontiera India – Birmania. Dopo due mesi di diversi tentativi riesco ad entrare nel sud est asiatico, in questo angolo d’Asia così diverso dalle precedenti esperienze.
Attraverso la Birmania, la Thailandia, la Cambogia e il Laos prima di rientrare in Cina dove da Hong Kong una nave cargo mi trasporterà in Australia.
La vecchia regione del Siam è un nuovo mondo, soprattutto alimentare. Tornano prepotenti noodles, ravioli e zuppe, oltre a tanta carne e pesce che io evito mantenendo un regime alimentare il più vegetariano possibile. Il riso persiste, ma meno onnipresente, offrendomi quindi tante alternative.
Le glicemie tornano immediatamente ai valori indiani e nepalesi di quando avevo trovato un buon equilibrio.
Questa zona sta vivendo un grandissimo boom economico e ancora di più un enorme sviluppo turistico pertanto è facile trovare qualsiasi cibo e non vi è alcun problema per la conservazione dell’insulina. Ogni ostello, ogni guesthouse ha a disposizione frigoriferi e anche alcuni freezer per le mattonelle del ghiaccio.
Inoltre vi è una catena di supermercati, presente praticamente ad ogni angolo di strada, aperti 24 ore su 24, grazie ai quali qualunque emergenza è stavolta facilmente gestibile.
Cammino molto, macino chilometri tra città, giungle, montagne
Visito templi meravigliosi e rovine indimenticabili. Il cibo è fantastico, lo street food qui è l’esperienza da provare tra migliaia di bancarelle che cucinano qualsiasi cosa.
I noodles sono paragonabili alla nostre tagliatelle, sono a base di uova o riso o soya. Vengono fatti saltare nelle tradizionali padelle wok con verdura fresca, uova, spezie, peperoncino e salsa di soia.
Le zuppe sono a base di latte di cocco e curry e la più famosa è la squisita Tom Yum. Questa zuppa bollente in realtà è freschissima perché contiene lemongrass e zenzero che ne fanno un piatto anche per posti caldi e umidi come la Thailandia.
Fattore comune tra tutti questi paesi è lo sticky rice, riso cucinato nelle canne di bambù. Sembra dolciastro, ma essendo servito in piccole quantità non ho notato effetti negativi sul diabete.
Questo periodo sembra volare e in effetti è proprio così, complice anche il ritardo nell’attraversare la frontiera indiana.Mi ritrovo in Cina dove avevo dimenticato quanto si mangiasse bene. Devo attraversare la regione dello Yunnan per giungere ad Hong Kong e quindi attraverso le regioni più famose per il cibo.
Gestire la glicemia qui ora è molto semplice
Sette mesi fa non avevo sensori per il monitoraggio continuo della glicemia mentre ora si. Difficilmente faccio pranzi completi, ma assaggio sempre qualche piatto alle prime avvisaglie di fame o quando vedo qualcosa di intrigante. Se si evitano i fritti la cucina è a base di verdure, soia e carne. Nello specifico amano in particolare il maiale e l’anatra. Io nel mio piccolo, cercando di mangiare vegetariano ho scoperto il tofu. In Cina lo mangiano nelle varianti più diverse: fritto, alla griglia, nelle zuppe.
Vedo che non impatta con le glicemie, quindi mi sembra ottimo anche per il diabete.
A volte mi è capitato di ordinare a caso e spesso mi sono capitate pietanze squisite. Il sensore in questi casi mi ha aiutato tantissimo perché mi ha permesso di correggere in tempo reale le eventuali iper o ipoglicemie.
La mia Asia finisce qui, ad Hong Kong. Pronto per una nuova emozionante avventura verso l’Australia su di una nave mercantile per 12 giorni, antipasto della attraversata dell’Oceano Pacifico che mi terrà su un cargo merci per quasi un mese.
Mi aspetta un mondo completamente differente da quello in cui ho vissuto negli ultimi 9 mesi. Mi aspetta l’Australia, il vero nuovo mondo.
A presto, namastè. Claudio
Per chi volesse donare a Human Traction. Anche una piccola offerta può fare la differenza per loro, l’indirizzo per tutte le informazioni è il seguente: www.humantraction.org
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Tutte le foto riportate sono scattate e gentilmente concesse da Claudio Pelizzeni durante il suo viaggio senza aerei.