Il diabete di tipo 2 (DT2) è in costante aumento nella popolazione. La patogenesi del DT2 è multifattoriale e di non facile comprensione ma sono tantissimi gli studi per individuare lo stile di vita, gli alimenti e le sostanze che possono contribuire a prevenirlo. Il consumo abituale di caffè, alimento dal larghissimo consumo in Italia come nel mondo, sembra favorire un abbassamento del rischio di sviluppo del diabete di tipo 2.
Caffè, non finisce di sorprendere
Una recente meta-analisi conferma le evidenze che il consumo regolare di caffè possa ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
Già nel 2018, una review aveva analizzato circa 30 studi già pubblicati, per un totale di oltre 12 milioni di persone, e gli autori avevano evidenziato che il consumo abituale di caffè può ridurre il rischio di sviluppare diabete di circa il 30% in soggetti sani. L’associazione non dipende dalla caffeina perché risulta esserci anche con il caffè decaffeinato mentre sembra essere dose-dipendente: il rischio diminuirebbe del 6-7% per tazza al giorno.
La nuova meta-analisi è stata condotta analizzando 26 studi effettuati su popolazioni di persone degli Stati Uniti che consumavano caffè con caffeina, mostrando una riduzione del rischio di sviluppare diabete tipo 2, malattie cardiovascolari e altre patologie. La riduzione del rischio di diabete di tipo 2 maggiore è stata osservata con il consumo di 3-4 tazzine di caffè al giorno confermando i precedenti studi che avevano mostrano un effetto dose-dipendente.
Da uno studio ancora più recente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nutrients emerge che la caffeina, i polifenoli con funzione antiossidante presenti nel caffè, e i componenti del caffè senza caffeina possono contribuire a ridurre la gravità della steatosi epatica non alcolica (NAFLD) nelle persone in sovrappeso con diabete di tipo 2.
Le proprietà antiossidanti del caffè
Il caffè è ricco di sostanze antiossidanti, come i polifenoli, la cui assunzione contrasta i radicali liberi, favorisce la detossificazione e la riparazione del DNA, tutti meccanismi che a lungo termine possono ridurre lo stress ossidativo che viene indicato come uno tra i diversi fattori che portano all’insorgenza del diabete mellito di tipo 2. Inoltre il consumo regolare di caffè può ridurre i livelli delle sostanze pro-infiammatorie con il conseguente abbassamento dell’infiammazione cronica di basso grado collegata a disturbi metabolici e cardiovascolari come si verifica anche nel diabete di tipo 2.
Questi effetti di difesa e riparazione cellulare mediate dalle sostanze contenute nel caffè sembrano avere un effetto protettivo generale sulle cellule del fegato (epatociti) e sulle cellula beta del pancreas che sono predisposte alla produzione dell’ormone insulina.
Qualche autore inizia a suggerire, seppur con dati a disposizione ancora scarsi, anche un effetto di modulazione positiva sul microbiota intestinale da parte di fibre prebiotiche del caffè.
Sebbene su questo effetto concordino tutte le Istituzioni di riferimento, compresa la Società Italiana di Diabetologia (SID), per chiarire in modo esaustivo i meccanismi d’azione e le esatte sostanze coinvolte, allo scopo – per esempio – di poter formulare integratori o farmaci utili servono ancora molti studi approfonditi.
Consumo: quante tazzine al giorno?
Un’altra considerazione importante da fare è l’eventuale consumo e relativa quantità di zucchero usato come dolcificante. Una ripetuta e/o eccessiva assunzione di zucchero durante la giornata non è raccomandabile per chi volesse avere delle abitudini salutari. Quindi anche se l‘Organizzazione Mondiale della Sanità e l’EFSA (European Food Safety Authority) indicano in 3-5 tazzine di caffè al giorno un consumo sicuro che può far parte di una dieta sana ed equilibrata e di uno stile di vita attivo va prestata attenzione all’introduzione di zucchero. Abituarsi a consumarlo amaro sarebbe la cosa migliore; in pochi giorni, vi accorgerete di assaporare ancora di più l’aroma originario di un buon caffè. Lo zucchero appiattisce il gusto più che esaltarlo.
Sostanze nocive quando il consumo di caffè è eccessivo
Un altro aspetto da considerare riguarda l’assunzione di acrilammide. La tostatura dei chicchi di caffè porta alla formazione di questa sostanza cancerogena. L’OMS nel 2016 ha eliminato il caffè dalla lista dei possibili cancerogeni ma l’assunzione di acrilammide resta e l’EFSA consiglia di ridurne il consumo perché la considera pericolosa per la salute pubblica. Se anche il consumo moderato di caffè di per sé non è sufficiente per apportare una quota di acrilammide rischiosa va ricordato che l’acrilammide si trova in tutti i prodotti contenenti amido posti in cottura oltre i 120° C quindi cibi fritti e soprattutto prodotti da forno. Perciò prestare attenzione all’apporto totale giornaliero di acrilammide che si rischia di fare sommandone tutte le fonti.
Come già ribadito più volte, è sempre importante leggere le etichette dei prodotti che si acquistano e consumano!
A chi è sconsigliato il consumo di caffè?
L’ultima considerazione riguarda quei soggetti per i quali il consumo di caffè è sconsigliato, o se ne consiglia un consumo davvero limitato e/o nella versione decaffeinata. Persone con ulcera peptica, dispepsia, gastriti ipersecretive, reflusso gastro-esofageo, ipertensione arteriosa o aritmie cardiache, ipercolesterolemia, ipersensibilità alla caffeina devono continuare a seguire le indicazioni ricevute dal proprio medico o dal nutrizionista.
References
- Margarida Coelho, Rita S Patarrão et al – Increased Intake of Both Caffeine and Non-Caffeine Coffee Components Is Associated with Reduced NAFLD Severity in Subjects with Type 2 Diabetes. Nutrients 2022 Dec 20;15(1):4
- Di Maso M, et al – Caffeinated Coffee Consumption and Health Outcomes in the US Population: A Dose-Response Meta-Analysis and Estimation of Disease Cases and Deaths Avoided. Adv Nutr 2021 Feb 11;nmaa177
- Ghavami HS, Khoshtinat M, et al – The relationship of coffee consumption and CVD risk factors in elderly patients with T2DM. BMC Cardiovasc Disord 2021 May 14;21(1):241
- Kolb H, et al – Coffee and Lower Risk of Type 2 Diabetes: Arguments for a Causal Relationship. Nutrients 2021 Mar 31;13(4):1144
- Marilyn C Cornelis – Coffee and type 2 diabetes: time to consider alternative mechanisms? Am J Clin Nutr. 2020 Feb 1;111(2):248-249
- An Na Kim, Hyun Jeong Cho , et al – Coffee Consumption, Genetic Polymorphisms, and the Risk of Type 2 Diabetes Mellitus: A Pooled Analysis of Four Prospective Cohort Studies. Int J Environ Res Public Health 2020 Jul 26;17(15):5379
- Kolb H, et al – Health Effects of Coffee: Mechanism Unraveled? Nutrients 2020 Jun 20;12(6):1842
- Sabina Semiz, Fadila Serdarevic – Prevention and Management of Type 2 Diabetes and Metabolic Syndrome in the Time of COVID-19: Should We Add a Cup of Coffee? Front Nutr 2020 Oct 6;7:581680
- Katarzyna Socała 1, Aleksandra Szopa 2, et al – Neuroprotective Effects of Coffee Bioactive Compounds: A Review. Int J Mol Sci 2020 Dec 24;22(1):107
- Rob M van Dam, Frank B Hu, Walter C Willett – Coffee, Caffeine, and Health. N Engl J Med 2020 Jul 23;383(4):369-378
- Büşra Başar Gökcen 1, Nevin Şanlier – Coffee consumption and disease correlations. Crit Rev Food Sci Nutr 2019;59(2):336-348
- Carlström M, Larsson SC – Coffee consumption and reduced risk of developing type 2 diabetes: a systematic review with meta-analysis. Nutr Rev 2018 Jun 1;76(6):395-417
- Ming Ding, Shilpa N, et al – Caffeinated and Decaffeinated Coffee Consumption and Risk of Type 2 Diabetes: A Systematic Review and a Dose-Response Meta-analysis. Diabetes Care 2014 Feb; 37(2): 569-586
- Muley A, Muley P, Shah M – Coffee to reduce risk of type 2 diabetes?: a systematic review. Curr Diabetes Rev 2012 May;8(3):162-8
- van Dam RM, Willett WC, Manson JE, Hu FB – Coffee, caffeine, and risk of type 2 diabetes: a prospective cohort study in younger and middle-aged U.S. women. Diabetes Care 2006 Feb;29(2):398-403
- Greenberg JA, Axen KV, et al – Coffee, tea and diabetes: the role of weight loss and caffeine. Int J Obes (Lond) 2005 Sep;29(9):1121-9
- van Dam RM, Hu FB – Coffee consumption and risk of type 2 diabetes: a systematic review. JAMA 2005 Jul 6;294(1):97-104
- Acrilammide
- L’acrilammide negli alimenti è motivo di preoccupazione per la salute pubblica