Con la consulenza del dr. Matteo Cammarata, Specialista in Scienze Motorie, Stilnuovo Palestra della Salute**, Firenze
L’uso abituale della bicicletta potrebbe essere un’utile integrazione ai programmi di riferimento per l’attività fisica da consigliare ai pazienti per la gestione quotidiana del proprio diabete. È quanto sostengono gli Autori di un nuovo studio anglo-danese, presentato al Congresso Annuale dell’#EASD2020 (European Association for the Study of Diabetes). L’indagine condotta su oltre 5.500 pazienti adulti in 8 Paesi dell’Europa occidentale ha evidenziato che il ciclismo praticato in modo amatoriale è associato a un minor rischio di mortalità (25-44%) per tutte le cause e per malattia cardiovascolare tra le persone con diabete. Oltre a fare sano movimento, con la bici ci si sposta più velocemente, soprattutto in città, e non si inquina: produce quindi vantaggi sia per chi la usa che per la collettività favorendo uno stile di vita più sostenibile.
La ricerca è stata condotta dal dr. Mathias Ried-Larsen e colleghi al Centro per la Ricerca sull’Attività Fisica del Rigshospitalet di Copenhagen, Danimarca. I ricercatori hanno analizzato le correlazioni tra il tempo speso pedalando e il rischio di mortalità per tutte le cause e per malattie cardiovascolari, per capire se l’introduzione programmata dell’uso della bicicletta potesse essere uno strumento preventivo efficace all’interno del piano terapeutico per la persona con diabete per ridurre tale rischio.
Lo studio, prospettico, di coorte è stato condotto somministrando due questionari distribuiti in otto Paesi dell’Europa occidentale. L’indagine iniziale di riferimento si è svolta tra il 1992 e il 2000, ai partecipanti è stato inviato un questionario di follow-up 5 anni dopo aver completato la prima fase.
Alla selezione iniziale, 7.513 pazienti avevano il diabete, dei quali 5.506 hanno completato il secondo questionario e sono stati inclusi nello studio.
Gli obiettivi primario e secondario erano valutare nell’arco degli anni la mortalità rispettivamente per tutte le cause e per l’insorgenza di malattia cardiovascolari.
Altri parametri valutati erano il tempo medio trascorso da un individuo in bicicletta al basale misurato in minuti alla settimana e il cambiamento della pratica sportiva dal basale alla seconda fase dello studio (follow up di 5 anni).
I risultati
Dall’analisi dei dati, si è evidenziato che nel gruppo delle persone che avevano usato la bicicletta si registrava una riduzione notevole del rischio di morte prematura per tutte le cause:
- chi andava in bicicletta da 1 a 2 ore riduceva il proprio rischio del 24-25%;
- aumentando il tempo dedicato a pedalare fino a 150-300 minuti alla settimana si otteneva una riduzione del rischio di mortalità per ogni causa del 31%.
Non è mai troppo tardi per iniziare.
Il team dei ricercatori ha inoltre evidenziato che rispetto alle persone che hanno segnalato di non andare in bicicletta in entrambe le fasi dello studio, non c’era differenza nella mortalità per tutte le cause rispetto a coloro che hanno pedalato nella prima fase e poi si sono fermati; tuttavia, la mortalità era comunque inferiore del 35% nei primi non ciclisti che hanno poi iniziato ad andare in bicicletta e del 44% in meno per le persone che hanno segnalato di andare in bicicletta in entrambe le fasi di studio (2 questionari). Risultati simili sono stati osservati anche per la mortalità cardiovascolare.
Conclusioni
Gli autori hanno concluso che la pratica regolare del ciclismo – nel campione a livello amatoriale – è associata a un minor rischio di mortalità cardiovascolare e per tutte le cause tra le persone con diabete indipendentemente dalla pratica di altri tipi di attività fisica.
I partecipanti che hanno iniziato a pedalare tra il basale e il secondo sondaggio avevano un rischio significativamente inferiore di mortalità sia cardiovascolare che per tutte le cause rispetto ai non ciclisti.
Poiché iniziare a pedalare riduce il rischio di mortalità sia per tutte le cause che cardiovascolare tra le persone con diabete, questi risultati suggeriscono che la pratica regolare e strutturata del ciclismo potrebbe essere considerata uno strumento preventivo da integrare nel piano terapeutico dello stile di vita di ciascun paziente per la gestione giornaliera del diabete.
NOTA DELL’ESPERTO
“È ormai chiaro quanto l’inattività fisica (sedentarietà) sia deleteria per lo sviluppo e l’aggravarsi delle patologie dismetaboliche come il diabete. Cercare di muoversi di più, nei modi che preferiamo, è sicuramente una scelta intelligente per contrastare questa condizione. Per ottenere il meglio dal movimento, ricordo sempre l’importanza di programmarlo e individualizzarlo sulla base delle proprie necessità, insieme al medico competente e al laureato in scienze motorie.”
Dr. Matteo Cammarata, Specialista in Scienze Motorie, Stilnuovo Palestra della Salute, Firenze
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References
- Ried-Larsen, M.G. Rasmussen, et al – Bicycling and all-cause mortality among individuals with diabetes. #EASD2020, 24 settembre 2020, Abs 194
- 56th EASD Annual Meeting, 21-25 settembre 2020 »
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