Diabete di tipo 2: ci sono nuove evidenze che chi ne soffre può ottenere vantaggi sulla gestione della malattia e soprattutto sulla riduzione del rischio cardiovascolare alimentandosi con una dieta vegetariana.
Considerato che il 60-70 % dei soggetti con diabete di tipo 2 muoiono per malattie cardiache, individuare una corretta alimentazione capace di abbassare il rischio cardiovascolare è importante e ha suscitato un notevole impulso per un’ intensa ricerca scientifica.
Una recente revisione sistematica ha analizzato 9 studi randomizzati e controllati per un totale di 664 persone con diabete di tipo 2 che assumevano farmaci ipoglicemizzanti, insulina, ipolipemizzanti e/o farmaci anti-ipertensivi.
I dati che emergono è che le diete vegetariane rispetto a quelle non vegetariane portino ai seguenti risultati:
- riduzione dello 0,29% dell’emoglobina glicata (HbA1c), apparentemente poca cosa ma in realtà è la stessa soglia terapeutica che la Food and Drug Administration degli Stati Uniti utilizza per prendere in considerazione nuovi farmaci contro il diabete. Nota dell’autore: l’emoglobina glicata risente anche della quantità totale di carboidrati e della quantità di attività fisica del proprio stile di vita. Agendo su questi parametri oltre che sul tipo di dieta è possibile in teoria ottenere risultati migliori rispetto a quanto indicato nello studio dove quantità totale di carboidrati e attività fisica non sono stati presi in considerazione;
- riduzione della glicemia a digiuno;
- riduzione del colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e di quello non-HDL;
- riduzione del peso, dell’indice di massa corporea e del girovita (noti fattori di rischio cardiovascolare);
- nessuna differenza significativa per quanto riguarda la pressione arteriosa, i trigliceridi, l’insulina a digiuno, il colesterolo HDL.
I risultati non sono così diversi da quanto emerso da altri studi sulla sostituzione delle proteine animali con proteine vegetali e sulla Dieta Mediterranea. Ad oggi riconosciuta universalmente per i suoi effetti positivi sulla salute in genere e su quella cardiovascolare in particolare e anche nel caso di soggetti affetti da “cardiobesità” espressione per considerare in maniera “olistica” la presenza contemporanea di diabete di tipo 2, obesità, sindrome metabolica e patologie cardiovascolari.
Considerato che pochi soggetti attuano una dieta mediterranea e sanno davvero di cosa si tratta, va ricordato che essa non è altro che una dieta tendenzialmente vegetariana con un moderato consumo di pesce e derivati animali come le uova e un basso consumo di carne. Forse inserirla tra le diete vegetariane è sbagliato concettualmente e tecnicamente ma in pratica si assomigliano moltissimo.
Nonostante gli studi stiano correlando con sempre maggiore forza lo stile alimentare con il rischio di ammalarsi di patologie croniche non trasmissibili, la popolazione non ha ancora recepito importanti consigli. I dati statistici mostrati dagli autori nel loro studio sottolineano che meno del 10% della popolazione in Nord America e in Europa adotta un’alimentazione vegetariana.
Quali sono i criteri generali per impostare una dieta vegetariana?
- Consumare quotidianamente frutta e verdura variando spesso, seguendo i 5 colori della natura e le stagioni; con esclusione delle patate comuni il cui consumo va moderato a causa del loro altissimo indice glicemico.
- Consumare una maggiore quantità di cereali integrali e prodotti integrali riducendo il consumo di prodotti raffinati.
- Consumare almeno 3-4 volte a settimana i legumi.
- Consumare frutta secca a guscio (soprattutto noci e mandorle) e semi vari. Anche quotidianamente, con una moderata quantità di 10-15 g.
- Consumare 2-4 volte a settimana pesce e/o prodotti animali come latticini (compreso lo yogurt bianco) o uova secondo la modalità della dieta vegetariana
- Ridurre l’eventuale consumo di carne a non più di 300 g a settimana. Scegliendo le carni bianche, limitando quelle rosse ed evitando le carni trasformate come gli affettati.
- Evitate o moderate sensibilmente il consumo di dolci, bibite zuccherate/dolcificate e gli alcolici/superalcolici.
Per essere sicuri di impostare correttamente la dieta, rivolgetevi almeno all’inizio e per qualsiasi dubbio a un professionista dell’alimentazione o al vostro medico di fiducia perché i consigli citati sono puramente generici e rappresentativi mentre l’alimentazione andrebbe personalizzata considerando la condizione fisiopatologica di ogni singola persona.
References
- Galbete C, et al – Evaluating Mediterranean diet and risk of chronic disease in cohort studies: an umbrella review of meta-analyses. Eur J Epidemiol 2018 Jul 20
- Viguiliouk E, et al – Effect of vegetarian dietary patterns on cardiometabolic risk factors in diabetes: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Clin Nutr 2018 Jun 13.
- Li SS, et al – Effect of Plant Protein on Blood Lipids: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials. J Am Heart Assoc 2017 Dec 20;6(12)
- Salas-Salvadó J, et al – Protective Effects of the Mediterranean Diet on Type 2 Diabetes and Metabolic Syndrome. J Nutr 2016 Mar 9
- Viguiliouk E, et al – Effect of Replacing Animal Protein with Plant Protein on Glycemic Control in Diabetes: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials. Nutrients 2015 Dec 1;7(12):9804-24
- García-Fernández E, et al – Mediterranean diet and cardiodiabesity: a review. Nutrients 2014 Sep 4;6(9):3474-500
- Viguiliouk E, et al – Effect of tree nuts on glycemic control in diabetes: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled dietary trials. PLoS One 2014 Jul 30;9(7):e103376
- Giugliano D, Esposito K – Mediterranean diet and metabolic diseases. Curr Opin Lipidol 2008 Feb;19(1):63-8
- Campagna “mangia a colori” del Ministero della Salute